La posizione di Attac di Saronno sul referendum

In vista del voto di domenica 22 ottobre

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Attac Saronno sul referendum regionale di domenica 22 ottobre

 

Abbiamo assistito domenica 1 ottobre alla repressione militare del popolo catalano, da parte del Governo di Madrid, perché voleva esprimersi sull’indipendenza da quest’ultimo con un referendum (dichiarato incostituzionale). La paura, o molto probabilmente la pura e semplice volontà politica spagnola appoggiata da un assordante silenzio europeo, di dover comunque rendere conto a milioni di persone ha portato al terrificante spettacolo mandato in onda sui nostri mass media.

Un alto appuntamento elettorale è in dirittura d’arrivo la prossima domenica e riguarderà il “popolo padano”, per ottenere una maggiore autonomia da “Roma ladrona”.
Nessuna indipendenza territoriale sarà richiesta e, fortunatamente, nessuna repressione sarà messa in campo dal Governo italiano nei confronti delle cittadine e dei cittadini lombardo-veneti che si recheranno alle urne.
Si tratterà di rivendicare semplicemente maggiore libertà da parte di Regione Lombardia nel poter trattenere maggiori risorse economiche e competenze sul nostro territorio, attraverso un referendum consultivo on-line.
Si direbbe: cosa c’è di male in questi tempi di tagli agli Enti locali e Regioni da parte del Governo?
La nostra associazione da tempo si batte contro la trappola del debito che viene usata come una delle motivazioni per tagliare fondi destinati agli Enti locali da parte del Governo centrale. Questo si è cominciato a metterlo in campo quotidianamente con il patto di stabilità “Interno” ovvero con l’accordo tra UE e Stati membri per tenere sotto controllo il nostro debito pubblico nazionale…….soltanto che l’Italia lo riversava sulle spalle di tutte/i noi, scaricandolo sui comuni italiani (la Germania per esempio non attuava questa ghigliottina).  Ora vige il famigerato pareggio di bilancio…….soltanto che gli Enti locali “partecipano” al debito nazionale solo per poco più del 3% a fronte di un 132% totale.

Non è comunque con un voto referendario, che sarà sicuramente “di pancia”, che si potranno risolvere i problemi economico-amministrativi che i comuni affrontano ogni giorno.
Non è con una possibile condizione di nostro privilegio (senza dimenticare i vari patti renziani già stipulati con Regione Lombardia e Comune di Milano) nei confronti di altri territori che si potrà indorare la pillola de “non ci sono i soldi”.
Crediamo invece che ogni singolo amministratore locale (eletto dalle cittadine e dai cittadini del proprio territorio) ha il dovere di promuovere azioni a qualsiasi livello, partendo magari dalle Prefetture, per rivendicare le risorse necessarie al suo territorio.
Questo referendum consultivo, che per il momento ci è costato milioni di euro (23 milioni solo per l’acquisto di tablet per il voto elettronico, così tanto caro ai 5 stelle), non avrà nessuno proseguo, considerato anche il fatto che l’ultimo referendum, quello dello scorso 4 dicembre 2016, ha sancito quali sono le competenze territoriali e a chi restano in capo.
Per questi motivi invitiamo le cittadine e i cittadini saronnesi a non recarsi alle urne il prossimo 22 ottobre 2017.

ATTAC Saronno

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Ottobre 2017
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