“L’ospedale unico? Non ci sta nei terreni a disposizione”

Un gruppo tecnico del Comitato Diritto alla Salute ha analizzato la documentazione ufficiale e fatto calcoli sui volumi richiesti. "Hanno detto che manterranno i posti letto, ma per garantirli devono distruggere anche aree a bosco e Cascina dei poveri"

Beata Giuliana generiche

L’ospedale unico? Non ci sta nei terreni a oggi individuati. Non ce la si fa se si deve rispettare tutti gli obblighi e le fasce di rispetto. Non ci sta se si vuole garantire il numero di posti letto oggi esistenti nei due ospedali di Gallarate e Busto. È questa la conclusione a cui è arrivato il gruppo di lavoro tecnico dentro al Comitato per il diritto alla salute, che si oppone alla realizzazione della nuova struttura unificata.

(nella foto in alto, ottobre 2017: prato e bosco in via Cascina dei Poveri lato Sempione, terreni destinati all’ospedale)

L’analisi degli spazi e delle superfici è stata curata dal gruppo tecnico guidato dall’architetto Paolo Torresan, prendendo in considerazione le norme, gli standard internazionali di riferimento per i comparti sanitari, i numeri e le mappe indicate nei documenti ufficiali. «Ragioniamo sempre partendo dai numeri forniti dal Preliminare di progetto fornito da Regione Lombardia» spiega Federico Pagan, del Comitato.

E dunque ecco il calcolo da cui si parte: gli ospedali attuali di Busto e Gallarate hanno rispettivamente 465 e 407 posti letto, su una superficie complessiva di 81mila metri quadri circa a Busto più 50mila nella città dei due galli. «Sindaci Regione hanno detto che verrà garantito lo stesso numero di posti letto. Noi abbiamo visto come un dato positivo il mantenimento dei posti letto, ma siamo andati a vedere quale sarebbe la necessità di spazi per garantire il bisogno» spiega Cinzia Colombo.
Quanto spazio occupa un ospedale da 875 posti letto? Nel computo deve entrare tutto, comprese le aree di servizio, quelle per il personale, i locali tecnici. «Calcolando lo standard internazionale di 75mq/posto letto, di cui 20 ad aree verdi, si arriva a un totale di 65400 metri quadri» spiega l’architetto Torresan. «Per garantire gli spazi coperti servirebbe una ipotetica torre di 100 per 11 m alta 400 metri». Ma dal momento che è impossibile realizzare un edificio a torre di quel genere (tanto più in una struttura sanitaria), si dovrebbe realizzare invece più blocchi. 

ospedale unico
Le aree occupate, tra il Sempione, viale Stelvio e viale Repubblica. Al centro dell’immagine si riconosce anche la corte della Cascina dei Poveri

Ci stanno, nell’area individuata da 160mila metri quadri? Secondo il Comitato è impossibile garantire lo spazio per una struttura da 875 posti letto. A meno di non sacrificare tutte le aree circostanti, ridurre al minimo l’area a verde, edificare interamente le aree che – tra l’altro – “abbracciano” su tre lati l’Ite Tosi, che già rappresenta un edificio pubblico ad alta concentrazione di persone. Cosa significa sacrificare le aree circostanti? Si parla delle aree boschive «tutelate dal piano provinciale e anche dal Parco del Ticino, in Comune Gallarate», la “selva lunga” che per secoli ha separato Gallarate da Busto e che oggi, pur ridotta ai minimi termini, ancora garantisce un minimo di distinzione tra le due città. C’è poi la vecchia Cascina dei Poveri – edificio testimoniato dal Trecento – e vanno considerate le fasce di rispetto dalla stessa cascina, dalla viabilità locale e da quella principale, tenuto conto anche che la nuova area è lambita non da vie urbane, ma da un asse portante come il Sempione.

Al di là della valutazione al metro quadro degli spazi, per Torresan anche dal punto di vista tecnico «anziché partire da una analisi del fabbisogno, si è scelta una operazione che sembra di carattere speculativo, che sia a fini elettorali o imprenditoriali, visto il coinvolgimento di operatori privati». Il simbolo è un po’ anche la convivenza con l’Ite Tosi, già oggi attrattore di traffico veicolare che incide anche sul quartiere circostante.

E poi rimane il punto di partenza: l’ospedale unico garantirà davvero lo stesso numero di posti letto? Secondo il Comitato la risposta è no. «O quel numero di 872 posti letto è una boutade elettorale che verrà attuata sacrificando tutte le aree boschive e l’area della Cascina de Poveri, oppure Regione e ASST non manterranno il numero di posti» conclude Cinzia Colombo. «Ma allora ci dicano i numeri previsti e dove andremo a curarci». Ovvio: l’analisi è quella del Comitato, che è ostile al nuovo progetto ma porta anche numeri. «È sconcertante che un’analisi l’abbia fatta il nostro Comitato nostro e non l’abbia fatta il Comitato di Pilotaggio» è il commento di Salvatore Petrenga.
Nel fine settimana il Comitato tornerà a parlare soprattutto al rione di Beata Giuliana, il quartiere bustocco che confinerà direttamente con la nuova struttura.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 13 Ottobre 2017
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