Pistoletto a Villa Panza, una serata nel suo “terzo paradiso”

Una sala strapiena quella che ha accolto Michelangelo Pistoletto a Villa Panza, per un incontro all'interno organizzato all'interno del festival Nature Urbane

Pistoletto a Villa Panza

Una sala strapiena quella che ha accolto Michelangelo Pistoletto a Villa Panza, per un incontro all’interno organizzato all’interno del festival Nature Urbane.

Il grande artista ha fatto tappa in città per un incontro dedicato al rapporto tra l’uomo e la natura, raccontando principalmente dei suoi progetti artistici del “Terzo paradiso” e del loro significato.

Una riflessione profonda sull’equilibrio tra natura e artificio. Partendo dal simbolo dell’infinto Pistoletto ha spiegato come alla base del “terzo paradiso” ci sia l’idea di fusione fra il primo e il secondo paradiso.

“Il primo è quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura mentre il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana, fino alle dimensioni globali raggiunte oggi con la scienza e la tecnologia. Questo paradiso è fatto di bisogni artificiali, di prodotti artificiali, di comodità artificiali, di piaceri artificiali e di ogni altro genere di artificio. Il Terzo Paradiso è quindi la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura”.

Un concetto che ha dato l’inizio ad una conversazione che, durante la serata, lo ha portato a parlarle dell’arte, ed in particolare dei movimenti protagonisti del ‘900, e della libertà dell’artista, «immensa e straordinaria; ad un certo punto però mi sono chiesto come la mia arte poteva essere parte della società. Ho quindi cercato un percorso di trasformazione responsabile della mia arte perché la libertà senza responsabilità è evanescente. Per me quindi l’arte va oltre il segno dell’artista, è riuscire a creare situazioni di cooperazione che possano portare a cambiare le cose».

Come quello di migliorare il nostro mondo, avendo cura della natura per esempio. Per farlo è necessario avere un pensiero nuovo della società, dei suoi bisogni, dei concetti sulla quale si basa. Un discorso ampio, quello di Pistoletto, che tocca tantissimi aspetti: dal concetto di democrazia, a quello di scienza e di arte.

Parla poi della “Mela Reintegrata”, un’opera realizzata per Fai- Fondo Ambiente Italiano e visibile nel piazzale della stazione di Milano: «Con il morso della mela abbiamo aperto il percorso all’artificio -spiega- rimettendo a posto il pezzo  morsicato si arriva al terzo paradiso. La scienza deve essere il mezzo per farlo. Ma non solo, tutti dobbiamo essere parte attiva di questo processo».

Una lunga chiacchierata in cui Pistoletto, classe 1933, di Biella, considerato uno dei più influenti artisti dell’arte contemporanea, ha intrattenuto il pubblico immerso tra le parole e la bellezza della grande sala della villa.

Adelia Brigo
adelia.brigo@varesenews.it

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Pubblicato il 05 Ottobre 2017
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