Referendum, in Lombardia affluenza al 38,26%

I risultati della consultazione sull'autonomia e i commenti politici. Il commento di Maroni in conferenza stampa

Roberto Maroni

Il dato definitivo dei votanti si attesta a 3.022.101 votanti pari al 38,26% degli aventi diritto, 95,29 i sì.

Il presidente della Regione Roberto Maroni che si è detto “pienamente soddisfatto” del voto e della partecipazione.

“Oltre 3 milioni di Lombardi sono andati al voto, per la precisione 3.022.017, un risultato oltre le mie aspettative, di cui sono molto soddisfatto. In Lombardia non c’era il quorum, ma se tre milioni di Lombardi sono andati al voto, vuol dire che il tema  dell’autonomia e’ straordinariamente importante e io mi sento l’incarico di questa responsabilita’”.

MANCANO SOLO POCHE VOTING MACHINE – “Siamo al 99,5 per cento delle voting machine – ha spiegato -, ne mancano 122 su 24.336, che corrispondono a circa 10 Comuni su 1.523: il voto elettronico, testato per la prima volta, ha funzionato ed e’ il futuro delle elezioni, perche’ durante tutte le operazioni di voto non ci sono stati problemi. L’unico problema e’ sorto dopo la fine delle operazioni di voto per un numero ridotto di voting machine”.

DUE CRITICITA’ MINIME CHE RISOLVIAMO PER LA PROSSIMA VOLTA – “Cio’ che ci impedisce di dare il dato totale sono due criticita’ sorte alla fine di tutta la procedura – ha precisato Maroni -: le abbiamo individuate e attiveremo per la prossima volta tutte le procedure necessarie per evitare che si ripetano. Le due criticita’ sono, da un lato, il fattore umano: in alcuni seggi, il presidente ha digitato su piu’ voting machine lo stesso pin, questo ha reso impossibile leggere i dati di piu’ di una voting machine con lo stesso pin. La seconda criticita’ e’ legata a un fatto tecnico: alcune voting machine hanno cominciato le operazioni in modalita’ test anziche’ in modalita’ voto. Il voto e’ stato comunque regolare e registrato, ma ha reso necessario un caricamento manuale. Sono criticita’ minori, a fronte di una procedura complessa. Voglio ringraziare comunque tutti i presidenti di seggio, anche quelli che hanno sbagliato in tutta onesta’, perche’, senza la loro collaborazione, non avremmo potuto realizzare questo grande test”. “E’ stata una lunga notte di passione – ha commentato -, ma il sistema ha funzionato e lo proporremo per le prossime elezioni, cominciando gia’ da quelle della prossima  primavera”.

DA DOMANI VIA LIBERA ALLA PROCEDURA CHE VOGLIO SIA RAPIDA – “Da domani in Consiglio regionale apriremo la procedura per avviare in tempi rapidi la trattativa col Governo – ha detto Maroni -, faremo una risoluzione di Consiglio regionale, per la quale do’ tempo due settimane, poi faremo una squadra, con il Cal e gli stakeholder, che voglio rappresenti la Regione Lombardia, da cui voglio restino fuori la politica e le strumentalizzazioni”.

DA GOVERNO DISPONIBILITA’ A CONFRONTO SU TUTTE MATERIE – “Ho parlato col presidente Gentiloni questa mattina, per illustrargli i risultati del nostro test e le intenzioni che ho – ha fatto sapere il governatore -. E’ stato un colloquio cordiale, Gentiloni ha confermato interesse e il via libera del Governo al confronto su tutte le materie previste dalla Costituzione. Sara’ un lavoro lungo di approfondimento, abbiamo dialogato sul Coordinamento del sistema tributario, materia straordinariamente importante, perche’ riguarda i tributi. Partiamo ora con il sottosegretario Bressa, ma poi, se sara’ necessario, ci sara’ il coinvolgimento del Mef”.

SFIDA DA CONDIVIDERE CON EMILIA E REGIONI DEL SUD – “Ho parlato con Bonaccini, che e’ disponibile a un’iniziativa comune, che vorrei si trasformasse in vantaggi veri per i cittadini Lombardi e per le imprese – ha aggiunto Maroni -. Penso che la sfida sia da condividere da tutte le Regioni. Cominciamo con l’Emilia- Romagna, ma sono disponibile anche a coinvolgere le Regioni del Sud, proprio per confermare che non e’ stato un voto ‘contro’, ma serve a scrivere il nuovo rapporto tra Regioni e il Centro e su questo il presidente Gentiloni mi e’ parso molto interessato ad aprire e scrivere con noi una pagina nuova  nel regionalismo italiano”.

PARTITA DIFFICILE, CHE VOGLIO VINCERE – “Questo e’ quello che volevo sentire – ha concluso – questa e’ la partita che comincia domani, sara’ difficile, ma ci ripromettiamo di giocarla  lealmente, senza gomitate, ma e’ una partita che ovviamente voglio vincere”.

Il Consiglio regionale svolgerà una prima discussione sull’esito del Referendum lombardo per una maggiore autonomia nella seduta di domani martedì 24 ottobre: farà poi seguito un ulteriore approfondimento “anche con gli indirizzi per i seguiti operativi sull’esito” nella seduta calendarizzata per il 31 ottobre. L’obiettivo è la predisposizione di una proposta di Risoluzione che costituisca il primo passaggio formale ai fini della trattativa con il Governo.

I commenti sono arrivati già in serata, prima ancora del risultato definitivo.

La provincia di Varese ha ottenuto il dato più basso tra le province pedemontane, e secondo il sindaco Davide Galimberti a Varese città siamo intorno al 37% di affluenza. “Un risultato basso” osserva il primo cittadino che pure come Giorgio Gori e altri esponenti Pd era schierato per il sì.

Il commento del Pd astensionista è però negativo, secondo il segretario regionale Alessandro Alfieri non è stato un successo: “Il flop di Maroni è evidente. Con tutti i soldi spesi e gli sforzi comunicativi, sfociati in vere e proprie forzature, l’affluenza è al di sotto del 40%. Se poi si fa il paragone con l’affluenza in Veneto, che stacca la Lombardia di venti punti percentuali, il fallimento leghista è ancora più evidente.

Varese, nonostante sia la “casa” del presidente, ha l’affluenza più bassa fra le province pedemontane. Maroni ha svilito una battaglia importante come quella sulla maggiore autonomia per farsi la campagna elettorale. Tutto questo a spese dei lombardi: 55 milioni di euro, una cifra esorbitante. La proposta del PD di seguire la via istituzionale per avere più competenze e risorse resta la migliore e su questo continueremo a batterci”.

Il Governatore Maroni durante la conferenza stampa ha lodato il sistema di voto elettronico e l’uso dei tablet e ha segnalato come a sperimentazione del voto digitale sia stata un passo nel futuro.

I dati però sono molto in ritardo e lo sottolinea il segretario provinciale del Pd Samuele Astuti:

“Alle 23 si sono chiuse le urne. A un’ora dalla chiusura delle urne, però, non sappiamo ancora l’affluenza definitiva, cosa mai accaduta nelle storia delle elezioni in Italia. Ma l’elemento dirimente di questa consultazione era la partecipazione e l’affluenza è stata indubbiamente bassa, in linea con il voto sulle trivelle, che ben poca incidenza aveva sul nostro territorio.
Il voto di oggi dimostra che i lombardi non hanno alcuna intenzione di farsi prendere in giro: hanno compreso che questo referendum farsa, nell’intento di Maroni, aveva ben poco a che fare con l’autonomia, ma era semplicemente un pretesto per tirare una volata pre elettorale al centrodestra. 
Ora si riapra al più presto una seria discussione sul tema dell’autonomia e del decentramento politico e amministrativo”.

Il presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo è soddisfatto: “Si tratta di un buon risultato che ha confermato le nostre aspettative. Quello che ora è importante e mettersi al lavoro per rendere la Lombardia protagonista di una trattativa con il Governo per avere più autonomia in modo tale da definire il perimetro delle competenze che la nostra Regione potrà ottenere. Il risultato era abbastanza prevedibile, ora la vittoria del si dovrà avere delle conseguenze politiche. Il Consiglio regionale già martedì discuterà dell’argomento e credo che già nel mese di novembre voteremo una risoluzione che sarà l’atto formale, insieme al giusto coinvolgimento delle tante realtà che compongono la  Lombardia”.

Una spiegazione su come giudicare il referendum viene da Marco Reguzzoni, ex leghista oggi fondatore di Grande Nord. Secondo l’ex presidente della Provincia di Varese Maroni ha perso perchè non ha avuto il 50% dei consensi. “Noi – spiega Marco Reguzzoni, cofondatore di Grande Nord – crediamo davvero nell’autonomia, abbiamo sostenuto questo referendum e siamo convinti che la maggioranza dei lombardi sia favorevolissima all’autonomia. Ed e’ proprio per questo che chiediamo le dimissioni del governatore Maroni che ha trasformato un’opportunità’ in un boomerang. Se chiedi un mandato popolare con un referendum consultivo o ottieni la maggioranza o vai a casa: altri leader come Cameron o lo stesso Renzi lo hanno fatto, Maroni deve rendersi conto di essere giunto al capolinea e farsi subito da parte.”

I leghisti però sono soddisfatti, il segretario provinciale Matteo Bianchi commenta: “Straordinario risultato in Veneto e ottimo in Lombardia. Finalmente i cittadini hanno parlato chiaro chiedendo più autonomia e più risorse. Il dato lampante è che in Lombardia, nonostante il boicottaggio autolesionista del centrosinistra che ha anteposto l’interesse delle poltrone di partito a quello dei cittadini che vorrebbero amministrare, l’affluenza è stata in linea con le ultime consultazioni (purtroppo sempre con numeri troppo bassi per una democrazia compiuta). Risulta lampante il dato di provincia rispetto a quello dell’area metropolitana ed il dato ragguardevole nelle campagne e nei piccoli paesi del varesotto che superano spesso il 45-50% di affluenza.
Il Lombardo-Veneto si è espresso: ora autonomia!”

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Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Ottobre 2017
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