Scontro sul Baff, Munari: “Edizione 2018 a rischio. Diteci se siamo un peso”

Duro sfogo del presidente del Busto Arsizio Film Festival che annuncia l'annullamento della presentazione alla festa del Cinema di Roma: "Non ci sono soldi per noi? Ce lo dicano e chiudiamo"

Baff 2016

Il Baff è di nuovo a rischio. Come succede da qualche anno a questa parte il festival del cinema di Busto Arsizio (che ha spento quest’anno 15 candeline) si ritrova sulla lista nera delle spese da mettere in discussione, di fronte ad un bilancio sempre più difficile da far quadrare.

Questa volta la rottura sembra essere di quelle profonde, che lasciano il segno, in particolare tra il patron della manifestazione Alessandro Munari e il sindaco di Busto Emanuele Antonelli. Salta, infatti, la trasferta annuale alla Festa del Cinema di Roma, vetrina importante per la manifestazione di Busto, conquistata in anni e anni di lavoro.

«Abbiamo dovuto rinunciare perchè l’amministrazione non è stata in grado di assicurarci il rimborso della trasferta e adesso c’è un po’ di disperazione – spiega Alessandro Munari, fondatore del sistema cinema bustocco che comprende anche la scuola di cinema Icma -. Questo sistema, costruito con tanta pazienza e con il lavoro di centinaia di persone, rischia di saltare perchè la macchina è sempre più complessa ma a fronte di questa complessità ci ritroviamo un amministrazione che pensa si tratti di organizzare un cineforum tra amici».

Munari lo ripete da anni che è sempre più difficile fare le nozze coi fichi secchi: «Vorremmo sicurezze e certezze ma non riusciamo ad averle. Non riusciamo nemmeno a chiudere i conti dell’edizione 2017 perchè il Comune non ci ha ancora liquidato tutto il contributo previsto per l’edizione passata – prosegue Munari – se si continua su questa strada, l’unica soluzione sarà chiudere il Baff».

 

Munari racconta della grande sfiducia che serpeggia tra gli organizzatori: «Chi ci lavora è sempre più demotivato e sfiduciato perchè deve aspettare anche un anno per avere pochi soldi- continua il presidente del Baff – nell’ultima riunione che abbiamo avuto questo sentimento negativo è emerso in tutta la sua forza e io non riesco nemmeno più a coprire il ruolo del motivatore che ogni anno dice: “ragazzi ce la faremo e la prossima sarà l’edizione più bella di sempre”».

Munari e  suoi vogliono sapere se questa amministrazione considera il Baff un asset culturale importante per la città, sul quale investire «e invece leggiamo che l’intenzione è quella di tagliare i contributi alle associazioni». Senza questa chiarezza, che dalle parti di Villa Calcaterra si aspettano dalle parole del sindaco, «non si può pretendere che si lavori tutto l’anno pancia a terra per organizzare la nuova edizione. Non ho intenzione di prendere impegni economici che non so come onorare e sono io che rispondo in prima persona se qualcosa va storto».

Munari sottolinea che «sarebbe un peccato perdere un festival considerato serio e importante in tutto l’ambiente cinematografico che vive con un cinquantesimo di quello che viene stanziato in media per un festival del cinema di un certo livello». Il contributo annuale dell’amministrazione si aggira attorno ai 100 mila euro mentre gli sponsor riescono a coprire una parte molto piccola del costo complessivo:«L’amministrazione non ci aiuta neanche da questo punto di vista» – aggiunge il presidente.

Per il sistema cinema bustocco «Roma è punto d’arrivo e non di partenza. Siamo arrivati lì e adesso dobbiamo scendere dal treno. L’annullamento del viaggio non è un buon segno per il festival dell’anno prossimo» – conclude con amarezza Munari che, però, tiene la porta aperta, «aspettando che il sindaco ci dica cosa vuole fare; chiediamo, da parte sua, un po’ di umiltà perchè non siamo gli organizzatori di un cineforum».

Il sistema costruito negli anni rischia di implodere. Le sale d’essai (Busto ne ha ancora 4), l’istituto Antonioni che conta 80 studenti provenienti da tutta Italia, la Film Commission e lo stesso festival sono parte di un unico grande disegno che ha portato Busto Arsizio tra le città del cinema italiano: «Che fine facciamo fare a questo patrimonio?»

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 31 Ottobre 2017
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  1. Avatar
    Scritto da mark65

    Bene adesso avete la conferma siete un peso, siete costati qualcosa come un milione e mezzo di euro sino ad ora, portato zero indotto e nessun attore e regista in una qualsiasi trasmissione o intervista ha mai accennato al baff, legge di mercato signori; o camminate con le vostre gambine, sponsor incassi o altro oppure si chiude con buona pace di tutti eccezion fatta per Farioli che va al cinema a ufo. IO ho l’aumento delle tasse per queste scemenze adesso basta….

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