Sessant’anni di attività per l’Enoteca Bottazzi

Un bel traguardo per l'attività che ha aperto i battenti grazie a nonno Nello e oggi è un punto di riferimento per gli amanti del buon vino dalla provincia e non solo

Casciago: i luoghi

Sessant’anni di attività. Un bel traguardo per l’enoteca Bottazzi che ha aperto i battenti grazie a nonno Nello nel 1957 e oggi è un punto di riferimento per gli amanti del buon vino dalla provincia e non solo.

Nel grande negozio di via Roncari 30, a raccontare la lunga storia di questa enoteca sono Paolo, Bruno e Laura, terza generazione dell’impresa di famiglia: «Tutto è iniziato quando mio nonno si è trasferito dall’Emilia. Scelse il varesotto perchè era un amante della bicicletta e quando lo vide se ne innamorò. Iniziò a vendere vino sfuso e quintali uva, insegnando anche alle persone a vinificare».

Da lì è nata l’enoteca che negli anni si è ingrandita diventando quello che è oggi; un grande negozio per la vendita diretta ai clienti, con vini provenienti da tutta Italia e dalla Francia e vendita all’ingrosso per ristoranti o attività. «I vini che vendiamo vengono tutti assaggiati e scelti di persona. Siamo noi a testare la qualità di ciò che poi vendiamo e visitiamo personalmente le aziende che lo producono». Paolo spiega infatti che, «rispetto al passato il mercato è cambiato. Prima c’era una vendita di quantitativi importanti, vino sfuso sopratutto. Oggi la scelta maggiore ricade per lo più sulle bottiglie».

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Bruno infatti, spiega che nonostante il vino sia sempre rimasto un prodotto d’eccellenza ha dovuto adattarsi ai cambiamenti del mercato e delle abitudini della società: «Negli anni c’è stato un crollo del consumo pro capite, circa un quarto rispetto agli anni ’70, e gli italiani hanno una possibilità di spesa minore. Non è un caso che i nostri fornitori oggi guardino anche al mercato estero, come Centro America, Stati Uniti, Germania o Giappone».

Quando si parla di vino comunque è la qualità quella che conta, oltre al saper restare al passo con i tempi: «i vini più richiesti oggi sono il Prosecco, il Traminer o i vini corposi delle Langhe. Lo champagne è intramontabile». Il segreto di questi sessant’anni di attività? «La passione. Questo è il nostro mondo, lo conosciamo da sempre e per fare questo lavoro ci vuole amore e attenzione per i dettagli». Prima di andare via, gli chiediamo cosa pensano invece dell’ultima moda sul mercato, il vino blu: «Siamo tradizionalisti, l’uva non ha quel colore e non lo prendiamo. Rispettiamo chi lo produce ma non fa per noi».

Adelia Brigo
adelia.brigo@varesenews.it

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Pubblicato il 17 Ottobre 2017
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