Tassa di soggiorno? Le associazioni di categoria dicono no

Un incontro tra l'amministrazione comunale e le associazioni di categoria per discutere la possibilità di introdurre la tassa di soggiorno per turisti in città

turismo

Si è tenuto questa mattina, lunedì 23 ottobre, il secondo incontro a cui hanno partecipato il sindaco Galimberti, l’assessore alle Attività produttive Ivana Perusin e Cristina Buzzetti, assessore al Bilancio. L’appuntamento che ha visto sedute al tavolo le associazioni di categoria Confesercenti, Ascom, Aime, Federalberghi e B&BVarese ha avuto come argomento principale la possibilità di reperire maggiori risorse da investire per sviluppare il turismo nella nostra città. Si è trattato dunque di importante un momento di confronto e partecipazione.

In particolare, in seguito alla richiesta avanzata da un’associazione di categoria nelle settimane scorse, si è discusso della possibilità di introdurre la tassa di soggiorno anche nella nostra città, a fronte della temporanea possibilità stabilita dal legislatore per il 2017 (nel 2018 non ci sarà molto probabilmente la facoltà di introdurla).

L’introduzione dell’imposta di soggiorno non inciderebbe sulle tasche dei varesini e delle aziende varesine ma sarebbe rivolta a coloro che dormono in albergo, come ad esempio i tanti turisti stranieri che in questi ultimi mesi sono venuti in Città. Un primo incontro si era già svolto qualche settimana fa e oggi l’amministrazione comunale ha esposto i possibili benefici che si potrebbero trarre da questa manovra. In particolare il Comune ha spiegato che l’introduzione di questo provvedimento potrebbe portare ad un introito di risorse tra le 500mila e il milione di euro, risorse che verrebbero interamente utilizzate per mettere in pratica interventi concreti di sviluppo del settore turistico varesino quali ad esempio la promozione territoriale, eventi sportivi e culturali, mostre e molto altro, consolidando un trend positivo che i dati degli ultimi giorni indicano essersi avviato.

L’amministrazione comunale ha anche proposto che le scelte su come impiegare i proventi dell’imposta fossero decise dalle stesse associazioni di categoria e dagli albergatori in una sorta di anticipazione del bilancio partecipato. E viste le difficoltà sollevate dagli albergatori per la gestione della tassa di soggiorno l’amministrazione si è resa disponibile ad una riduzione della Tari e alla firma di un protocollo per una gestione congiunta della gestione delle risorse derivanti dalla tassa di soggiorno e ad un supporto per la gestione. Una proposta che durante la riunione di questa mattina è stata molto apprezzata da tutte le associazioni che hanno sottolineato la massima democraticità dell’iniziativa e del percorso condiviso che l’amministrazione ha costruito sull’argomento.

Dalla riunione è però emersa un’indisponibilità da parte delle stesse associazioni, a parte da chi l’aveva proposta, all’introduzione dell’imposta.

Il Comune si è impegnato a sottoporre nei prossimi giorni alla competente Commissione consiliare gli esiti degli incontri con le associazioni di categoria e fa sapere che, vista l’indisponibilità riscontrata a costruire insieme il passaggio e la condivisione dell’iniziativa, non essendo nel programma elettorale, non sarà portata avanti questa iniziativa. “Questi incontri erano il frutto di una richiesta che ci era pervenuta da alcune associazioni di categoria – spiega l’amministrazione – Prendiamo atto della decisione delle associazioni emersa dai momenti di confronto e dialogo che servivano proprio a condividere con tutti i possibili benefici e le opportunità per consolidare l’attrattività della nostra città. Ovviamente dispiace che l’esito degli incontri abbia portato a un nulla di fatto perché questa iniziativa avrebbe contribuito a reperire maggiori risorse da investire sulla ricettività turistica e la promozione della città. Molte città, infatti, organizzano eventi di carattere nazionale ed internazionale grazie a i proventi della tassa di soggiorno, sarebbe stato bello utilizzarli anche a Varese nell’interesse anche della crescita economica del territorio”.

Federalberghi Varese, nel ringraziare il Sindaco di Varese e i suoi assessori per il confronto avviato, puntualizza la sua contrarietà alla introduzione della tourist tax attraverso le parole del suo presidente, Frederick Venturi: “La nostra contrarietà è legata a specifici motivi. La natura stessa di questa imposta, contrariamente a quanto si pensa, non è neutra per due ragioni precise. La tassa infatti, modificando il costo delle camere, creerebbe una distorsione sul mercato, rendendo il soggiorno negli hotel di Varese città più costoso rispetto a quello nei Comuni limitrofi in un contesto ove la redditività è già molto contenuta. Il cliente guarda il prezzo finale del soggiorno senza distinguere tra corrispettivo destinato all’hotel e imposta di soggiorno. Inoltre – continua Venturi – c’è da considerare che per gli albergatori, come per l’amministrazione, la applicazione di questa tassa implicherebbe ulteriori costi di gestione”. Da tutto ciò discende una successiva considerazione: “Un simile provvedimento ricadrebbe sulle spalle dei soli albergatori a fronte di interventi a favore di una ben più ampia categoria di operatori economici che operano nel comparto turistico. In generale -conclude Venturi – la tassa di soggiorno non rappresenterebbe un bel biglietto da visita per la città. A nostro parere un’efficace lotta all’abusivismo consentirebbe al Comune di incamerare delle risorse da destinare ad azioni di promozione”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Ottobre 2017
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