Apprendisti ciceroni, gli alunni vi portano alla scoperta dei beni Fai

Da lunedì 27 novembre a sabato 2 dicembre, la Fondazione invita gli studenti a conoscere il patrimonio storico e artistico del loro territorio, accompagnati da altri studenti, gli Apprendisti Ciceron

IL chiostro di voltorre

Giungono alla VI edizione le Mattinate FAI d’Inverno, il grande evento nazionale del FAI – Fondo Ambiente Italiano dedicato al mondo della scuola, dove gli studenti sono chiamati a mettersi in gioco in prima persona per scoprire le loro città da protagonisti.

Da lunedì 27 novembre a sabato 2 dicembre 2017, infatti, la Fondazione invita gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado a conoscere il patrimonio storico e artistico del loro territorio, accompagnati da altri studenti, gli Apprendisti Ciceroni, giovani appositamente preparati che, indossati i panni di narratori d’eccezione, racconteranno alle classi in visita il valore dei beni che verranno aperti in occasione delle Mattinate e le storie che custodiscono.

Grazie alle Delegazioni FAI attive su tutto il territorio nazionale saranno aperti, gratuitamente e in esclusiva, 200 meravigliosi tesori, poco conosciuti e spesso chiusi al pubblico, in 120 città d’Italia. Gli studenti avranno così l’occasione di partecipare a visite guidate condotte da loro coetanei e di vivere un’insolita esperienza di “educazione tra pari”.

L’edizione 2017 vedrà inoltre una più stretta collaborazione tra FAI e Gruppo Autogas, main sponsor del progetto, attraverso l’integrazione dei temi di sostenibilità ambientale. Gli studenti riceveranno un gadget con gli eco-consigli sul risparmio energetico e potranno partecipare dal 27 novembre al 10 dicembre al concorso a premi La tua idea green.

Il progetto Mattinate FAI d’Inverno è sostenuto da Gruppo Autogas, azienda già vicina al FAI in qualità di Corporate Golden Donor, e si avvale della collaborazione della Rappresentanza regionale a Milano della Commissione europea, del contributo di Regione Toscana, del Patrocinio del Consiglio Regionale della Lombardia e della partecipazione di ANP – Associazione Nazionale dei Dirigenti e delle Alte Professionalità della Scuola.

I BENI APERTI IN LOMBARDIA:

MILANO (MI)
Archivio storico dell’Ospedale Maggiore
Conserva la storia della città di Milano e della Lombardia: un tesoro, i cui primi documenti risalgono al 1067, fatto di mappe, testamenti, libri d’epoca per un totale di 3 km di scaffali, ma anche antichi strumenti medici e una straordinaria quadreria dei benefattori. Occupa due splendide sale della parte secentesca dell’antico Ospedale, oggi sede dell’Università Statale, il cui progetto originario è opera dell’architetto toscano Antonio Averlino, detto il Filarete, che introdusse in Lombardia il gusto rinascimentale. Nell’Archivio è conservato anche l’atto di fondazione dell’Ospedale voluto nel 1456 da Francesco Sforza, duca di Milano, e da sua moglie Bianca Maria Visconti, in segno di gratitudine per la conquista del Ducato. L’Ospedale nacque con l’intento di concentrare in un unico grande edificio, moderno e funzionale, i molti nosocomi che all’epoca erano disseminati nel territorio cittadino per il ricovero e la cura dei malati. La sua costruzione, protrattasi per quattro secoli, testimonia la storia della generosità milanese: l’edificio venne portato a termine grazie ai lasciti e alle donazioni dei cittadini e al contributo popolare in occasione della Festa del Perdono che prevedeva una dispensa di indulgenze.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Classico Beccaria
Il bene sarà aperto alle scuole il 28 novembre dalle ore 9 alle 14

Archivum Fabricae: diario della città e dei milanesi
Racchiude la documentazione prodotta dalla Veneranda Fabbrica riguardo l’edificazione della Cattedrale dal 1387 a oggi: dai manoscritti, i disegni e le carte di progettisti, scultori, scalpellini e manovali ai documenti sull’estrazione del marmo e sulle forniture di materie prime, fino alla contabilità. La prima sistemazione di questo patrimonio risale alla metà del XVIII secolo, mentre agli inizi del Novecento Ettore Verga riuscì ad armonizzare l’ordinamento settecentesco con gli orientamenti più moderni dell’archivistica e questa catalogazione è valida ancora oggi. L’archivio è diviso in diverse sezioni e quella musicale, per esempio, raccoglie le partiture manoscritte e non, composte dai maestri di cappella del Duomo tra cui i famosi codici Gaffuriani
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Leopardi – Liceo Scientifico e Liceo Europeo
Il bene sarà aperto alle scuole l’1 dicembre dalle ore 9 alle 14

La casa della memoria
In un edificio di recente progettazione del quartiere Isola, dalla semplice forma geometrica rivestita di mattoni, sono custoditi preziosi archivi che conservano la testimonianza vissuta e sofferta di quanti hanno lottato per la conquista e la difesa dei valori di libertà e democrazia in momenti cruciali della storia del Novecento. Dal 2015 vi hanno trovato sede associazioni impegnate a mantenere viva la memoria del periodo della Resistenza, della Liberazione dal nazifascismo, della fondazione della Repubblica e degli anni della lotta al terrorismo.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo classico Parini
Il bene sarà aperto alle scuole il 30 novembre dalle ore 9 alle 14

La biblioteca del Museo di Storia Naturale
Dal 2015 ha incorporato il patrimonio della Biblioteca dell’Acquaro Civico che permette di ricostruire l’evoluzione tipografica del libro naturalistico, dai primi incunaboli quattrocenteschi alle edizioni di grande formato e riccamente illustrate del XIX secolo. Comprende 160.000 unità librarie, cartografie, stampe antiche, fotografie e carteggi.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Scientifico Statale Leonardo da Vinci
Il bene sarà aperto alle scuole il 29 novembre dalle ore 9 alle 14

LEGNANO (MI)
Palazzo Malinverni
Oggi sede del Municipio è una testimonianza dello stile eclettico declinato secondo il gusto neo-medievale che ebbe larga diffusione in buona parte del territorio lombardo. Fu realizzato tra il 1908 ed il 1909 dall’architetto Aristide Malinverni che ricercava nell’architettura medievale la possibilità di adattamento alle esigenze dell’architettura civile moderna. Molto interessante la sala consiliare con gli stemmi di cento città italiane, realizzati dai pittori Fratelli Ghiringhelli.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Dell’Acqua (3^B turistico)
Il bene sarà aperto alle scuole il 29 e 30 novembre dalle ore 10.30 alle 13.30

RHO (MI)
Piazza S. Vittore Martire
La Piazza San Vittore Martire di Rho consente di effettuare un incredibile viaggio nella storia: dalla fondazione del foro romano ai giorni nostri, passando per l’età del Cardinale Carlo Borromeo e la Prepositurale ottocentesca che conserva paramenti sacri di straordinario valore e splendide vetrate in puro stile Art Nouveau floreale, di squisita fattura.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Clemente Rebora di Rho
Il bene sarà aperto alle scuole l’1 e 2 dicembre dalle ore 9 alle 1

MAGNAGO (MI)
Chiesa di S. Maria della Misericordia
Una delle chiese più antiche del paese, come testimonia la citazione di Goffredo da Bussero alla fine del XIII secolo. Inglobata nel convento dei Servi di Maria fino al 1670, conobbe nel tempo vari rifacimenti. Interessanti sono gli affreschi risalenti al XVI secolo, quali l’Adorazione dei Magi e l’Assunzione della Vergine, la cui composizione ricorda le opere del Della Cerva presenti a Santa Maria di Busto Arsizio.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni della Scuola media Don Milani (classi 2^A, 2^B, 2^C)
Il bene sarà aperto alle scuole il 27, 28 e 29 novembre dalle ore 9 alle 13

PARABIAGO (MI)
Chiesa di S. Ambrogio della Vittoria
Fa parte di un complesso monastico che venne edificato sui luoghi della battaglia di Parabiago, avvenuta il 21 febbraio 1339, terminata nel 1348 venne in origine retta da cappellani nominati dall’amministrazione di Milano. Nel 1481 fu affidata ai monaci di S. Ambrogio ad Nemus che vi restarono sino al 1647, quando subentrarono i Cistercensi. Ricostruita nel primo decennio del ‘700 nel XVIII secolo si arricchì di dipinti e di un organo. Del complesso primitivo rimane la chiave di volta dell’abside della chiesa trecentesca. Il nuovo complesso ancor oggi esistente risale al 1624, i lavori di costruzione della nuova chiesa si svolsero sotto la direzione dell’architetto Giovan Battista Quadrio. Si presenta come un grande edificio a navata unica, con transetto e coro semicircolare. L’intera zona presbiteriale è rialzata e separata dai fedeli tramite una balaustra. L’architetto Pietrasanta tra il 1723 e il 1725 costruì il campanile e l’intero complesso venne dichiarato Monumento Nazionale nel 1913.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’ITET Maggiolini di Parabiago
Il bene sarà aperto alle scuole il 30 novembre dalle ore 8.30 alle 13

BRESCIA (BS)
Chiesa di S. Afra
Di origini quattrocentesche, venne citata in occasione della visita pastorale di S. Carlo Borromeo e definita chiesa sotterranea in quanto molto più bassa del terreno circostante. Fu abbandonata nel ‘600 a causa del crollo del tetto ma nei primi anni del ‘700 un membro della famiglia Barboglio, allora proprietari della chiesa, la ristrutturò dandole l’aspetto attuale e situandola più in alto rispetto alla precedente. Rimase a lungo di proprietà della famiglia e, qualche anno fa, fu donata al Comune. All’esterno sono ancora visibili tracce dei muri antichi, sul lato orientale vi sono le impronte degli stipiti, dell’arco trionfale e dell’abside, probabilmente semicircolare. All’interno si nota l’andamento della falda del tetto originale, molto più bassa di quella attuale. In una stanzetta laterale si conserva un affresco datato 1448, che rappresenta la lapidazione di S. Stefano. Il recentissimo restauro di tipo conservativo ha consolidato murature e intonaci ed ha portato alla luce, sulle pareti laterali, alcuni affreschi che si trovavano al di sotto del livello attuale di calpestio.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’I.C. Don Milani
Il bene sarà aperto alle scuole il 28, 29, 30 novembre dalle ore 9 alle 12

Domus Romana
Fu costruita nella seconda metà del I secolo a. C. lungo un decumano a meridione della zona del Foro. A questo periodo risalgono i pavimenti in cocciopesto decorato con cornice a meandro e motivo centrale a rete e quelli in graniglia bianca del vano centrale e del peristilio. Nella prima metà del I secolo d. C. il grande ambiente centrale fu diviso e venne realizzato il pavimento musivo con treccia policroma. Di grande interesse sono gli affreschi, realizzati in diverse fasi fra il primo e secondo secolo d. C., in particolare quello del vano 5 che ha uno zoccolo rosso decorato da agavi. Probabilmente in età severiana la domus venne distrutta e sostituita con un grande edificio termale di cui restano muri con soglie e basi di pilastro di pietra di Botticino e un vano con parete decorata a bugnati di stucco, parte di un calidarium. Recentemente è stato portato alla luce un altro ambiente con pavimenti in lastre di marmo e pareti decorate probabilmente appartenente all’impianto termale.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo classico paritario Cesare Arici
Il bene sarà aperto alle scuole il 27, 28, 29 novembre dalle ore 9 alle 12

Palazzo Rossa
È considerato una delle migliori realizzazioni dell’architetto bresciano neoclassico Rodolfo Vantini. Il nucleo centrale del palazzo ebbe una prima progettazione in epoca tardo barocca, come si evince dalla data posta sotto il balcone centrale: 1769, dal grande scalone d’accesso che conduce al salone a doppia altezza e da alcuni soffitti affrescati secondo il gusto dell’epoca. Fu la dimora signorile della famiglia Rossa che nel 1832 incaricò il Vantini di un ammodernamento sia interno che esterno, che si concluse nel 1841 e che gli conferì l’assetto attuale. La facciata della parte centrale e delle due laterali, a bugnato liscio nel registro inferiore, nel superiore è ritmata da tre balconi e da eleganti finestre sormontate da riquadri scolpiti con motivi musicali e con girali e da medaglioni che rappresentano importanti personaggi bresciani. L’apertura del balcone centrale è timpanata e inquadrata da semicolonne. Oltre il portone d’accesso, ornato da una testa di Atena sulla chiave dell’arco, l’imponente androne con soffitto affrescato termina verso il cortile con un porticato, ornato da una fontana vantiniana. All’ interno si conservano alcuni apparati decorativi neoclassici.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Tecnico per il Turismo Euroscuola
Il bene sarà aperto alle scuole dal 29 novembre all’1 dicembre dalle ore 8.30 alle 12.30

COMO (CO)
Villa Saporiti
Costruita tra il 1790 ed il 1793 per la marchesa Eleonora Villani fu proprietà della nobile famiglia sino al 1858, quando gli eredi della donna la vendettero al marchese Saporiti che le assegnò il nome. Nonostante alcune aggiunte posteriori, la costruzione conserva sia nella struttura che nella maggior parte degli ambienti l’aspetto originario. La villa, su due piani, è meglio conosciuta come La Rotonda perché, nella facciata a lago, presenta un imponente corpo centrale tondeggiante scandito da semicolonne intervallate a finestre sormontate da medaglioni con divinità pagane legate all’acqua. All’interno, oltre all’ampio salone centrale, ellittico, con soffitto a volta, troviamo uno scalone a forbice di Luigi Cagnola che conduce al primo piano, un salottino dal pavimento in mosaico ispirato alla Roma classica, la biblioteca, colonne corinzie e statue del primo ottocento. Molti personaggi celebri soggiornarono nella villa tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo tra cui Napoleone, nel 1797, in visita sul lago di Como. Nel 1950 la villa fu acquistata dall’Amministrazione Provinciale di Como che, dopo i necessari restauri, vi ha localizzato la propria sede.
Visite guidate a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Caio Plinio II di Como
Il bene sarà aperto alle scuole il 27 e 28 novembre dalle ore 9 alle 14

CREMONA (CR)
Chiesa S. Ilario e chiostro
È una delle poche chiese cremonesi costruite nel Settecento, edificata nelle forme del barocchetto lombardo nel luogo dove ne sorgeva una più antica. A lungo chiesa conventuale, prima dei Gesuati e poi dei Carmelitani Scalzi, presenta sul fianco destro il chiostro rinascimentale con colonnato in cotto. Al suo interno conserva dipinti di notevole interesse, dalla Sacra Famiglia con San Gerolamo di Antonio Campi, all’Immacolata Concezione di Angelo Massarotti, dal Battesimo di Sant’Agostino del milanese Giulio Cesare Procaccini, all’ovale settecentesco di Francesco Boccaccino con la Sacra famiglia con Anna e Gioacchino.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Scientifico ASELLI di Cremona
Il bene sarà aperto alle scuole dal 27 novembre al 2 dicembre dalle ore 9 alle 12

PAVIA (PV)
CAR College
L’edificio attuale sorge sull’area di una precedente costruzione probabilmente tardo-romanica, attestata già dal 1232. La chiesa fu ricostruita in forma seicentesca, dalla Congregazione dei Chierici regolari di santa Maria Assunta e San Siro, insediatasi dal 1619, all’insegna dei valori della controriforma. Alla comunità dei Chierici fu imposto di ricostruire chiese in forme nuove, rispondenti al rigore post tridentino. L’edificio precedente fu quindi demolito dalle fondamenta e ricostruito, a partire dal 1626, su progetto inizialmente attribuito al pittore architetto Giovanni Battista Tassinari. Più recentemente, documenti di archivio fanno invece propendere per l’attribuzione del progetto della chiesa a Francesco Maria Ricchino – maestro dell’architettura lombarda del seicento. La facciata presenta un gioco cromatico tra il giallo dell’intonaco e il rosso delle cornici e delle profilature. Divisa orizzontalmente da due fasce marcapiano, la fronte è conclusa da un fastigio, percorso da una cornice rossa aggettante che inquadra un cartiglio. Il campanile è addossato sul lato sinistro. L’interno della Chiesa, ad aula unica, è riccamente decorato con stucchi e marmi, presenta altari con colonne tortili e timpani spezzati, sormontati da statue, fasce a stucco con pendoni di fiori e frutti ben rilevati, capitelli compositi con teste di cherubini. L’interno contiene inoltre opere di rilevanti artisti del seicento e settecento: la Pala d’altare del Montalto con Assunzione della Vergine; i laterali con l’Annunciazione e l’Adorazione dei Magi, rispettivamente opera del Montalto e di Pietro Micheli; dello stesso autore è la Predica di S. Vincenzo di Paoli.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto d’Istruzione Superiore Volta
Il bene sarà aperto alle scuole il 30 novembre e l’1 dicembre dalle ore 9 alle 12

Collegio Borromeo
L’idea del Collegio nacque dopo l’esperienza disagiata di Carlo, a Pavia, durante gli anni universitari. Appoggiato dallo zio, Pio IV Medici, Carlo fondò l’istituzione a sostegno dei giovani studenti disagiati, ma nobili di ingegno. L’edificio venne progettato da Pellegrino Tibaldi, dal 1564 al 1586. Di mole inusitata per l’edilizia pavese, il palazzo impone un nuovo modello di edificio manierista in un contesto urbano decisamente connotato ancora in termini medievali. Oltre alla meravigliosa facciata sagomata secondo memorie romane michelangiolesche, il palazzo offre ambienti affrescati che rappresentano alcuni dei più importanti esempi di pittura lombarda di primo Seicento. Il giardino fu completato da Francesco Maria Ricchino nel 1618.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Adelaide Cairoli
Il bene sarà aperto alle scuole il 28 e 29 novembre dalle ore 9 alle 12

Collegio Cairoli
Inaugurato nel 1948, occupa l’antica sede conventuale di San Francesco Grande, adattata nel 1782 per il Collegio Germanico Ungarico da Giuseppe II. Confluivano qui alunni da tutto l’impero, destinati allo stato ecclesiastico e impegnati nello studio presso la facoltà teologica dell’Università di Pavia, parimenti voluta dall’imperatore. La facciata riflette la riforma condotta da Giovanni Ruggeri, architetto romano al servizio dei francescani: molti sono i segni e i riferimenti berniniani e romani in generale, nel dinamismo delle forme e nella elaborazione di cornici e oculi. L’atrio monumentale si deve a Leopoldo Pollack, architetto attivo a Pavia nell’ultima parte del Settecento, al servizio della corte imperiale.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Tecnico Commerciale Turistico Bordoni di Pavia
Il bene sarà aperto alle scuole il 30 novembre e l’1 dicembre dalle ore 9 alle 12

Collegio Ghislieri
Voluto da Pio V Ghislieri per gli studenti pavesi nativi di Bosco Marengo, il complesso, opera di Tibaldi, esprime una monumentalità più contenuta dai rigori della controriforma. La facciata austera e priva di decorazioni nasconde una corte più riccamente decorata e priva di loggiato sui quattro lati. La Cappella conserva una pala del Moncalvo e altri dipinti che raffigurano i miracoli di San Pio V.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Scientifico Copernico
Il bene sarà aperto alle scuole il 30 novembre e l’1 dicembre dalle ore 9 alle 12

BUSTO ARSIZIO (VA)
Chiesa della Madonna in Prato
Sorta nel XVI secolo ai confini dell’antico abitato con la campagna, la cappella dell’Immacolata Concezione conobbe ristrutturazioni e ampliamenti nei secoli successivi; il pittore Biagio Bellotti si occupò degli affreschi, tra i quali si distinguono la raffigurazione della Vergine che sconfigge il serpente e le storie di figure femminili vittoriose dell’Antico Testamento; sull’altare si trova l’affresco cinquecentesco della cappella originaria.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Classico D. Crespi (classe IV A) di Busto Arsizio
Il bene sarà aperto alle scuole il 28, 29, 30 novembre dalle ore 9 alle 13

Chiesa di San Rocco
Il piccolo edificio religioso fu eretto dopo la peste del 1485 e dedicato a San Rocco, protettore degli appestati; le forme attuali risalgono al XVIII secolo quando vennero realizzati da Francesco Maria Bianchi significativi affreschi sia nella cappella dell’Angelo Custode che nella cappella della Madonna del Carmelo.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Artistico Coreutico P. Candiani (classi IV) di Busto Arsizio
Il bene sarà aperto alle scuole il 28, 29 e 30 novembre dalle ore 9 alle 13
Mortorio della Chiesa di S. Michele
Adiacente al campanile della Chiesa di San Michele, il Mortorio è una testimonianza tipica della religiosità del XVIII secolo; il piccolo edificio religioso fu realizzato dall’artista bustese Biagio Bellotti, sia nelle forme architettoniche che nella decorazione pittorica, purtroppo in parte rovinata dalle intemperie e dall’incuria; sono ancora leggibili dei riquadri monocromi che raffigurano allegorie dei vizi e delle virtù.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Classico D. Crespi (classe IV A) e Liceo Artistico Coreutico P. Candiani (classi IV) di Busto Arsizio
Il bene sarà aperto alle scuole il 28, 29 e 30 novembre dalle ore 9 alle 13

FERNO (VA)
Chiesa di S. Maria Assunta
Il piccolo edificio sacro, costruito in parte in ciottoli, in parte in mattoni, si trova collocato sul ciglio del pianalto soprastante le piste dell’Aeroporto di Malpensa, a poca distanza dal centro di Ferno. Menzionata per la prima volta intorno al 1300 da Goffredo da Bussero, la chiesa campestre si ritiene sia di origine tardo longobarda e comunque già presente intorno all’anno Mille. Rinnovata nel corso del secolo XIV, conserva al suo interno pregevoli affreschi tardogotici e rinascimentali.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Classico Scientifico Scienze Umane di Gallarate (classi 3^-4^5^)
Il bene sarà aperto alle scuole il 29, 30 novembre e 1 dicembre dalle ore 8.30 alle 12.30

GAVIRATE (VA)
Chiesa di S. Maria Assunta
Sin dai secoli passati, ha costituito per il territorio un punto di riferimento significativo sia come cappella di ristoro per i viandanti, sia come luogo di cura per malati di colera e, durante la Prima Guerra Mondiale, come base per i militari che stavano costruendo le strade verso Forte di Orino. Eretto sul luogo di una preesistente cappella dedicata alla Trinità e di una necropoli romana, l’edificio conserva ancora al suo interno opere che si prestano a un viaggio didattico nella storia e nell’arte locale. Oltre al frammento di affresco seicentesco con raffigurato il Cristo crocifisso e la Trinità, è possibile ammirare un paliotto settecentesco e diversi dipinti tra cui una Madonna con Bambino del Mascioni. Suggestive decorazioni in stucco che ornano le cornici dei dipinti e l’architettura. La piccola chiesa, inoltre, è stata fonte di ispirazione per lo scrittore Gianni Rodari che, vissuto per diversi anni a Gavirate, non mancò di raccontare una leggenda legata a questo edificio.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’ISIS E. Stein di Gavirate (4B turismo)
Il bene sarà aperto alle scuole il 30 novembre e 1, 2 dicembre dalle ore 9 alle 12

Chiostro di Voltorre
Nel Medioevo il Chiostro era cuore di un complesso monastico fiorente, avamposto nelle Prealpi della riforma benedettina promossa da Guglielmo da Volpiano, fondatore della potente Abbazia di Fruttuaria, da cui Voltorre dipendeva nel XII secolo. Le prime notizie sull’esistenza dell’ecclesia Vulturni risalgono, infatti, a un privilegio pontificio rilasciato nel 1154 all’Abbazia di San Benigno di Fruttuaria, nonostante la chiesa, dedicata a San Michele – il cui culto era largamente diffuso nel Medioevo, grazie all’impulso impresso dalla devozione longobarda – fosse stata sicuramente edificata in epoca precedente. Una recente campagna archeologica ha infatti individuato quanto resta delle fondamenta di due absidi, databili rispettivamente al V e VI secolo, sulle cui rovine fu edificata la chiesa romanica, risalente alla fine dell’XI secolo. Di dimensioni ridotte, è composta di una sola navata, con abside semicircolare, ornata da una cornice di archetti pensili, caratteristici del linguaggio romanico; la facciata, invece, risistemata in epoca successiva, non porta memoria del passato medievale.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’ISIS E. Stein di Gavirate (4A turismo)
Il bene sarà aperto alle scuole il 30 novembre e 1, 2 dicembre dalle ore 9 alle 12

CASAZZA (BG)
Cavellas – area archeologica
L’area archeologica fu scoperta tra il 1987 e il 1992 in occasione dei lavori per il Supermercato Migross, sotto il quale è oggi visitabile. Il villaggio di epoca romana sorto nel I secolo d.C. si estende per oltre 1000 mq e fu abbandonato nel VI secolo d.C., in seguito ad incendi ed alluvioni che hanno sigillato e conservato l’abitato sotto 4 m di detriti. Il vicus è formato da diversi ambienti, parzialmente scavati, nei quali sono stati portati alla luce piani pavimentali, focolari e soglie. Sono stati recuperati numerosi manufatti che attestano le attività artigianali che si svolgevano nel villaggio come l’agricoltura, l’allevamento, la pesca e la tessitura.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Comprensivo Salvo D’Acquisto
Il bene sarà aperto alle scuole il 29 e 30 novembre con i seguenti orari 9.05/9.50;10.05/10.50; 11.05/11.50

BRIGNANO GERA D’ADDA (BG)
Castello Visconteo
Palazzo Vecchio, che ospita al pianterreno il municipio, è stato edificato tra la seconda metà del Cinquecento e gli inizi del Seicento. Il corpo di fabbrica è impostato su due lati a due piani che conferiscono alla struttura uno schema ad L, mentre la corte interna quadrata è delimitata oltre che dai due lati fabbricati, da un’ala sormontata da un terrazzo e da un muro ad archi ciechi.
Lo scalone, completamente affrescato nei primi decenni del Settecento, offre scene allegoriche e sfondati prospettici sulle pareti, mentre il soffitto è interamente occupato dall’apoteosi della stirpe viscontea che riceve l’immortalità da Giove, attorniato dalle divinità dell’Olimpo. Al piano nobile si può ammirare l’ambiente più suggestivo dell’intero palazzo, cui si accede direttamente dallo scalone. L’imponenza e la centralità di questa stanza, l’unica con incisa una data, 1675, fanno pensare che fosse destinata ai ricevimenti e agli eventi ufficiali, e la complessa decorazione che la caratterizza incarna la teatralità barocca. La scenografica decorazione ad affresco occupa tutta la superficie disponibile: dai muri emergono impetuosi i personaggi, sotto forma di poderose sculture monocrome. Dal 2015 è possibile visitare anche l’esposizione permanente dei mascheroni lignei seicenteschi.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni della Scuola Secondaria di I grado Leonardo da Vinci – Brignano Gera d’Adda, Liceo Statale Simone Weil – Treviglio
Il bene sarà aperto alle scuole il 28, 29 e 30 novembre dalle ore 9 alle 13

TARONA (SO)
Chiesa di S. Alessandro
La chiesa primitiva, di proporzioni modeste era un gioiello d’arte romanica, con un elegante porticato sorretto da snelle colonnine e un massiccio campanile. Più in basso sorgeva la chiesa della santissima Trinità e più monte la chiesa di S. Maria. Entrambe scomparvero nel corso dei secoli, mentre quella di S. Alessandro, opportunamente ingrandita e abbellita, crebbe di importanza e dignità fino a divenire parrocchia arcipretale. Della prima chiesa rimangono poche ma interessanti testimonianze. All’esterno sono visibili: il campanile e l’abside, con un tondo dell’Agnus Dei. All’interno l’antico presbiterio, gli affreschi cinquecenteschi raffiguranti Gesù, S. Pietro, S. Paolo caduto da cavallo e altri affreschi secenteschi con i confratelli del S. Sacramento. Nel 1604 si procedette all’ampliamento dell’antica chiesa che fu consacrata nel 1690. Un ampio sagrato, un tempo cimitero, circonda la chiesa. Sul lato ovest, attorno alla metà del Settecento, fu eretto un ossario chiuso da una cancellata in ferro battuto considerata fra le più pregevoli opere in ferro battuto della valle. L’interno del tempio è ampio e maestoso con la volta a botte del soffitto divisa in tre campate e le quattro cappelle laterali. L’aula è ricca di pitture e ornamenti in massima parte settecenteschi. Notevoli esempi di intarsio del Settecento sono i confessionali, il pulpito, la tribuna dell’organo, la cantoria, gli stalli del coro e la copertura della vasca battesimale. Nell’annesso Oratorio dei confratelli del SS. Sacramento sono conservate varie tele a soggetto eucaristico, altre raffiguranti S. Chiara sulle mura di Assisi e la Lavanda dei piedi. Gli affreschi della morte di Abele e del Sacrificio di Isacco sono di Giacomo Pedrazzi.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Comprensivo di Traona
Il bene sarà aperto alle scuole dal 27 novembre al 2 dicembre dalle ore 9 alle 12

Palazzo Parravicini Vertemate, ora Dell’Oro
Nel 1632 in questo palazzo risiedeva la famiglia di Francesco Vertemate, sopravvissuto alla distruzione di Piuro, il borgo della Valbregaglia italiana che nel 1618 scomparve, sepolto dal franamento del monte Conto. Dal portone principale si accede a un cortile selciato e subito si ha la sensazione si trovarsi di fronte a una dimora importante, per l’ampiezza degli spazi e l’eleganza delle strutture. Una scala dal cortile dà accesso alle stanze fra le quali primeggia un salone con affreschi settecenteschi con scene di caccia e la raffigurazione delle quattro stagioni. Nell’edificio, nel 1958, rimuovendo le pareti di legno di una stüa (denominazione delle tipiche stanze foderate di legno delle antiche case alpine), sono tornate alla luce le pitture murali di una camera picta, datata 1534 raffiguranti un ciclo di raffinati monocromie di argomento prevalentemente filosofico religioso, che, riportati su pannelli a cura del Ministero per i beni culturali, sono ora esposti nel museo statale di Palazzo Besta di Teglio.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Comprensivo di Traona
Il bene sarà aperto alle scuole dal 27 novembre al 2 dicembre dalle ore 9 alle 12

Per informazioni sui beni aperti e per le prenotazioni delle visite consultare il sito internet www.mattinatefai.it

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 17 Novembre 2017
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