Un avvocato andrà a caccia della fidejussione bulgara

È la garanzia sui soldi che la città doveva prendere dall'evento Summer Festival, ma l'assicurazione risulta sospesa dalle autorità bulgare e italiane e non ha mai pagato

gallarate generico

Il Comune di Gallarate va “a caccia” della fideiussione bulgara, quella che in linea teorica dovrebbe garantire il versamento delle somme dovute dal Summer Festival, iniziativa naufragata l’estate scorsa.

A settembre la scoperta della garanzia fideiussoria da parte della Nadeida Group con base a Sofia aveva destato perplessità, suscitato ironia, fatto divampare subito la polemica politica. «Intanto andremo all’incasso, poi vedremo» si diceva in municipio. Poco fiduciosi sulla società bulgara (non in quanto bulgara, ma perché già sospesa dalle autorità di vigilanza), ma ancora possibilisti.

In realtà le cose non sono andate bene. La MEC srls, la società organizzatrice del Summer Festival (una fragile impresa con capitale sociale molto basso, costituita per l’occasione) non ha provveduto a versare l’intera somma pattuita a maggio 2017, come era stato previsto in effetti anche dalla stessa giunta Cassani, una volta vista la ritirata strategica a luglio, che aveva lasciato vuoti stand e parcheggi che a Sciarè avrebbero dovuto ospitare serate di musica e divertimento. A inizio novembre, però, il Comune ha dovuto prendere atto che l’assicurazione Nadejda Insurance Company “non ha provveduto ad alcun versamento a favore del Comune di Gallarate”. Del resto, fin dal 2016 le autorità di vigilanza bulgare avevano segnalato le difficoltà di Nadeida e poi ne avevano sospeso l’autorizzazione nel corso dell’estate (con provvedimento che non fu valutato vincolante, in Comune).

E a questo punto? Bisogna muoversi per vie legali, come si fa in questi casi. Il 15 di novembre la giunta guidata da Andrea Cassani ha infatti affidato l’incarico all’avvocato gallaratese Luca Sorrentino, perché faccia valere i diritti “laddove necessario anche a livello internazionale”. Il costo della ricerca tra Gallarate e Sofia non è stato ancora quantificato, le necessarie spese “saranno formalizzate con l’approvazione del conseguente disciplinare”, cioè in una seconda fase.

Il caso politico rimane aperto. Il consigliere del Pd Giovanni Pignataro conferma «la grande preoccupazione per come è stata gestita la vicenda e sulla possibilità di ottenere quanto spetta al Comune». L’importo fissato dall’amministrazione non era esiguo: 115mila euro, per servizi e generiche misure di mitigazione. «Ne abbiamo comunque incassati 27.500, meno di quanto abbiamo speso. Il Comune ci ha guadagnato» è la linea ribadita dal sindaco Cassani, che ha ridimensionato il mancato introito. Le opposizioni hanno fatto le pulci alle effettive spese, adombrando – sostanzialmente  – che l’amministrazione le abbia valutate al ribasso, rispetto a quanto previsto inizialmente. La giunta ha puntualizzato vari aspetti, ha riconosciuto alcuni errori iniziali di calcolo (come il costo del personale della Polizia Locale: «5222 euro, leggermente superiori ai 4928 comunicati in una prima fase»), per dire che comunque alla fine c’è stato un utile. Resta a questo punto da capire cosa ne sarà degli 87mila ancora da incassare, cifra teorica sulla base dell’accordo di maggio. Al conto finale andrà poi tolto anche il costo della “caccia” bulgara.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 23 Novembre 2017
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