Cellulari e minori: amici inseparabili
Da un'indagine compiuta da ATS Insubria nel 2011, risulta che il telefonino sia molto diffuso. Praticamente inseparabili anche di notte, i giovani lo usano moltissimo ma non per telefonare
Tecnologici, connessi, poco inclini a chiacchierare. Questa è la fotografia uscita da un’indagine realizzata dalla dottoressa Nadia Bianchi – Responsabile Radioprotezione ATS Insubria attraverso alcuni questionari somministrati a 227 alunni di una scuola media di Varese a titolo di esperimento pilota nel 2011.
L’indagine verteva proprio sulla diffusione dei cellulari.
Il rapporto cellulari attivi/componenti della famiglia è risultato pari a 0.93 nelle classi prime per assetarsi allo 0,97 nelle classi seconde e terze. Il rapporto cellulare personale/alunno è pari a 0,7 a 1 nelle prime, per giungere ad un rapporto 0,91 a 1 nelle seconde e terze.
Le funzioni espletate mediante il cellulare che è ritenuto, prevalentemente, uno strumento duttile, da oltre il 70 % degli alunni di tutte le classi, sono:
Comunicazione verbale: 20-26% (almeno 5 e più telefonate/die),
Invio sms/mms: 32 % classi prime, 68-70% classi seconde e terze (almeno 5 sms e mms/die).
Connessione a internet: 23% prime, 45 % seconde e 53% terze, con un trend in crescita che giustifica l’ampliamento in progetto da parte dei Gestori di telefonia mobile, in un prossimo futuro, degli impianti stazioni radio base per supportare maggiormente anche questa funzione wap.
Tra gli aspetti, considerati negativi dal punto di vista sanitario, in merito alla modalità di impiego del cellulare, vanno sottolineati :
ü il non impiego dell’auricolare 63%, 57% e 68% (dalle prime alle terze);
ü l’accensione del cellulare anche di notte: 37%, 59%, 70 %, con un trend in crescita tra le prime e le terze classi.
Inoltre, le antenne delle stazioni radio base non sono particolarmente vicine alle abitazioni degli alunni <36% e quindi l’esposizione maggiore è relativa al terminale mobile.
Nell’indagine si è anche fatta chiarezza sui sistemi infrastrutturali: quale fosse il ruolo delle stazioni radio base è noto ad oltre il 93% degli alunni anche se, una percentuale variabile tra il 19 % in prima e del 16 e 12 %, rispettivamente in seconda ed in terza, non ha ben focalizzato l’importanza. La conoscenza reale di cosa siano i campi elettromagnetici, quali gli effetti è limitato al 50%.
Che le stazioni radio base siano sorgenti di campi elettromagnetici è noto ad oltre il 77% degli alunni, mentre, che il telefono cellulare sia fonte di campi elettromagnetici è noto solo ad una percentuale di alunni compresa tra il 57 al 69% .
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