Il fotocinevideoclub Verbano ospita il reporter Gabriele Orlini

Nuovo appuntamento di qualità promosso dal sodalizio sestese

fotografia macchina fotografica generica

Il fotocinevideoclub Verbano promuove l’evento – patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Sesto Calende – che vedrà ospite il 24 novembre il fotografo Gabriele Orlini, che racconta la sua esperienza di fotoreporter.

Sarà un appuntamento dedicato alla fotografia “vera” nella quale il fotografo racconterà il suo lavoro di fotoreporter freelance, presentandoci una serie di immagini scattate nel corso dei suoi viaggi come inviato, per mostrare al mondo occidentale la cruda e difficile realtà dei popoli ripresi. Orlini parlerà anche di YoEva, un progetto umanitario a cui il fotografo tiene particolarmente.

È in programma il 24 novembre 2016, alle ore 21, nella Sala Elso Varalli del Palazzo Comunale, Piazza Mazzini 16, Sesto Calende.

Gabriele Orlini
Fotogiornalista, viaggiatore per professione, scrittore, fotografo documentarista per una necessità incurabile dell’anima. Fermo sostenitore del viaggio come mezzo insostituibile di conoscenza, usa l’arte del racconto visuale per descrivere le lotte e le contraddizioni del mondo. Con la precisione metodologica del fotoreporter e la visione del narratore si dedica a quelle storie che sembrano voler rimanere nascoste. Nato a Trieste ha per molto tempo vissuto a Milano e in molte altre città in tutto il mondo. Come fotoreporter freelance, ha lavorato con NGO, Fondazioni, in assignment a diverse testate e redazioni in molti paese tra i quali: Camerun, RD Congo, Tanzania, Mozambico, Angola, Zambia, India, Bangladesh, Mindanao, Filippine, Indonesia, Malaysia, Argentina, Venezuela, Territori Palestinesi Occupati, Iraq, Kurdistan, Siria ecc.

I suoi lavori parlano di rifugiati e delle loro speranze, di abusi sessuali e violenze sulle donne dall’Africa al Sud America, di bordelli e di soldati bambino, di emarginati, di lotte religiose, ma anche di semplici storie di uomini e donne e di sorrisi. Quando possibile, preferisce immergersi in storie con progetti a medio e lungo termine. Insegnante per vocazione, ama fare seminari per aiutare le persone a riconoscere e sviluppare la propria capacità narrativa.

Vincitore di numerosi premi internazionali, sostiene che la fotografia debba arrivare prima del nome del suo autore, per rispetto delle storie che porta con sé.
Insegnante per vocazione, organizza alcuniworkshop dedicati alla scoperta e allo sviluppo di una propria narrativa fotografica, per aprire gli scrigni delle memorie e scardinare gli orizzonti che racchiudono i ricordi.

Il fotografo dichiara: “Chi mi conosce sa che mi piace attraversare la vita senza girarci attorno e, prendendo in prestito le parole di Robert Frost posso dire di “…AVER SEMPRE AVUTO UNA LITE D’AMORE CON IL MONDO”

Yo Eva, un progetto indipendente

yoEva è un progetto, iniziato nel 2015, in maniera indipendente e senza alcun finanziamento o supporto di una committente. E’ stato pensato per essere sviluppato nell’arco di alcuni anni anche per verificare l’evoluzione del fenomeno del femminicidio in LatinoAmerica, gli sviluppi della società, l’eventuale crescita di coscienza, delle politiche di sviluppo e/o giuridiche specifiche.

yoEva,nella sua visione iniziale nel raccogliere e documentare le testimonianze di donne coinvolte in atti di femminicidio, si pone l’obiettivo nella sensibilizzazione al tema, alla comprensione del contesto socio-culturale, alla creazione di uno strumento di divulgazione atto alla coscienza di una evoluzione e cambiamento anche delle politiche sociali e giuridiche in merito agli atti di violenza nei confronti delle donne.

Nel 2017, dopo 2 anni impiegati nella raccolta e nella ricerca delle testimonianze nella città di Buenos Aires, al fine di rendere quanto più completo il progetto, “yoEva” si vuole spostare nel nord dell’Argentina, dalla Provincia di Misiones – al confine con il Brasile e Paraguay – a Salta, Tucumàn e Catamarca – tra la Bolivia e il Cile, e dalla Provincia di Santa Fe a Cordoba., in quanto il fenomeno del femminicidio, anche per un retaggio di cultura, è molto esteso nelle aree prevalentemente rurali. Una volta completato, yoEva, diverrà un libro di storie, testimonianze, fotografie, contenuti multimediali (audio/video), con una esposizione itinerante e narrante, coadiuvata da conferenze con esperti d’argomento, da pubblicazioni, e altro.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Novembre 2017
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