Gli Amici del Bosco di Origgio bocciano il Piano urbano del traffico

“Finalmente l’amministrazione di Origgio pare sia pronta a partorire il nuovo Piano Urbano del traffico (Put). E sfortunatamente non ci vediamo niente di buono”

Bosco a Origgio

«Finalmente l’amministrazione di Origgio pare sia pronta a partorire il nuovo Piano Urbano del traffico (Put). E sfortunatamente non ci vediamo niente di buono».

Non usano mezze parole gli Amici del Bosco di Origgio Onlus nel bocciare il nuovo Piano urbano del traffico ad essere criticato è proprio il punto di partenza: «La proposta dell’amministrazione continua a essere basata sull’idea che il traffico vada fluidificato. Ignorando bellamente il fatto che questa medicina, propinataci per decenni, sta causando danni economici, alla nostra salute, ed ecologici su tutta la pianura padana».

Gli attivisti entrano poi nello specifico: «Congestione delle vie urbane ed inquinamento sono all’ordine del giorno per chiunque abiti ad Origgio. Eppure non possiamo che constatare come nessuno dei progetti presentati dall’amministrazione va nella direzione di ridurre l’uso dell’automobile. Anzi, il piano proposto, oltre che ad incrementare il traffico di attraversamento è decisamente penalizzante per gli utenti più deboli: ciclisti e pedoni».

Ad essere criticata soprattutto la scelta del Comune di non prendere in considerazione la proposta degli ambientalisti: «Ci pare decisamente controcorrente. La regione Lombardia, l’Europa, lo stato Italiano e la provincia di Varese stanno varando leggi, regolamenti e facendo accordi per ridurre l’uso dell’auto privata a favore di una mobilità più sostenibile».

Pubblicato il 03 Novembre 2017
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    Scritto da Felice

    Ai tempi degli studi intrapresi una ricerca su di una tematica purtroppo in Italia sempre attuale: la costruzione di più strade favorirebbe la diminuzione del traffico.

    Prendendo come esempi alcuni dati statistici di altre città mondiali arrivai ad una conclusione: più strade portano più traffico. Ovverosia il fenomeno del traffico indotto.
    J.J. Leeming (ingegnere del traffico) descrisse tale fenomeno già nel 1969:
    Nuove strade a scorrimento veloce, circonvallazioni e tangenzialine anziché diminuire il traffico lo aumentano nei seguenti modi:
    – inducendo persone ad effettuare nuovi spostamenti che altrimenti non avrebbero intrapreso
    – facendo deviare le persone dal loro percorso abituale facendoli deviare verso la nuova strada che inizialmente risulterebbe più pratica e diretta
    – l’effetto che si ottiene sulle cittadine limitrofe è il seguente:
    * paesi che si trovano a gestire una moltiplicazione delle auto in circolazione in quanto tali paesi si trovano a margine delle nuove strade e quindi improvvisamente diventano snodi di diramazione del traffico.
    * tali paesi prima si trovavano a margine delle rotte di spostamento e quindi l’effetto che si ottiene costruendo nuove strade si riduce in un semplice spostamento geografico del traffico.
    * l’effetto zonizzazione: la costruzione di una nuova strada innesca sempre un processo di urbanizzazione lungo il suo percorso in quanto la realtà prima agricola/boschiva diventa accessibile in modo facile e veloce.
    Solitamente questa urbanizzazione è selvaggia (siamo in Italia) e tale azione comporterà un aumento del traffico anche in una zona in cui prima non ne presentava affatto. L’aumento del traffico per una semplice logica consumistica richiederà la costruzione di nuove strade….a questo punto il loop suicida si è innescato.

    A questo punto si sfocia nel paradosso matematico di Braess che si basa sulla teoria dei giochi non cooperativi di Nash: meno strade = meno traffico.
    Il paradosso dice:
    “Per ogni punto di una rete stradale, siano dati il numero di auto che la percorrono e la loro destinazione. Note queste condizioni, calcolare la distribuzione del flusso automobilistico. La convenienza di una strada non dipende semplicemente dalle sue caratteristiche ma anche dalla densità del traffico. Se ogni singolo guidatore opta per il tragitto che giudica più conveniente per lui, il tempo di percorrenza che ne risulta non è conseguentemente inferiore. L’esempio illustra come un ampliamento della rete stradale possa causare una redistribuzione del traffico che implichi singoli tempi di percorrenza più lunghi.”

    Se vi volete divertire in una lettura vi consiglio questo link:
    https://motherboard.vice.com/it/article/kb39ba/la-matematica-dimostra-meno-strade-corrispondono-a-meno-traffico

    E’ ora di cambiare la testa se vogliamo liberarci dalla morsa mortale del traffico in pianura padana. La soluzione non è fare più strade la soluzione è obbligare a non dover utilizzare l’auto altrimenti anche la pioggia (sempre più rara) non basterà più per lavare via un’aria ormai tossica e malsana.

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