Piccolomo, ancora suspense per la morte della moglie

L'ergastolano potrebbe aver architettato tutto: in un incidente stradale nel 2003 morì tra le fiamme Marisa Maldera

Prove incendio auto moglie Piccolomo

Giuseppe Piccolomo in bilico: ancora non sappiamo se sarà processato una seconda volta per la morte della moglie, Marisa Maldera, deceduta in un incidente stradale nel febbraio del 2003 a Caravate. Il tribunale di Varese si è preso del tempo per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio dell’accusa e e quella di non luogo a procedere dell’avvocato difensore Stefano Bruno. Sembra che si debba approfondire ancora la dinamica dell’uscita di strada dell’autovettura, la notte in cui Marisa morì. L’uomo, già condannato una prima volta per omicidio colposo, sta scontando la condanna all’ergastolo per l’omicidio della pensionata Carla Molinari, avvenuto nel novembre del 2009 a Cocquio Trevisago.

La procura di Varese, e successivamente la procura generale di Milano hanno cercato di far riaprire anche il caso della morte della prima moglie e alla fine ci sono riusciti.

Oggi l’udienza preliminare davanti al gup Anna Giorgetti è terminata nel pomeriggio e non si è arrivati a una decisione sul rinvio a giudizio di Piccolomo.

Prove incendio auto moglie Piccolomo

(Tina Piccolomo)

Uno dei problemi giuridici della vicenda era la non processabilità di un imputato due volte per lo stesso reato ma nel frattempo sono intervenuti fatti nuovi che hanno dato una nuova lettura al caso.

Uno degli elementi decisivi, per la parte civile, è che la perizia sui resti della donna, riesumati di recente, ha stabilito che vi erano tracce di sedativo. Giuseppe Piccolomo, in aula, ha fatto una dichiarazione spontanea in cui si è dichiarato innocente e ha affermato che l’unica sua colpa è quella di essere stato troppo brusco, quella notte, nel togliere la sigaretta alla moglie, per paura che la stessa finisse nella tanica di benzina che i coniugi stavano trasportando.

Le indagini sono state condotte dalla procuratrice generale Carmen Manfredda che, lo scorso anno, fece ripetere in una simulazione l’incendo di un modello di Volvo identico a quello utilizzato quella notte. Ora sono affidate al pg Maria Grazia Omboni. In aula era presenta la figlia della Maldera, Tina Piccolomo. Difese dagli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza, le figlie di Piccolomo e della Maldera accusano il padre di omicidio.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 13 Novembre 2017
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