Prendi la bici in strada, poi la lasci dove vuoi: il bike sharing “libero”
Il successo del "free floating" a Milano si può applicare anche a Gallarate? Pignataro lo propone come "completamento" del piano per la mobilità dolce
Bici a noleggio, ma sempre a disposizione tramite app, senza postazioni fisse: la prendi sul marciapiede, la lasci dove vuoi. Si chiama “free floating” ed è arrivato da poche settimane a Milano: si sblocca la bici con un codice (via app), si usa, poi la si può “abbandonare” dove si vuole. Una proposta adatta anche a Gallarate? Sì, secondo Giovanni Pignataro, consigliere comunale Pd e grande pedalatore urbano, convinto delle potenzialità (ancora inespresse) della bici come mezzo di trasporto in città, anche in quelle medie-piccole come Gallarate.
Il consigliere del Pd ha avanzato la proposta da discutere in una commissione lavori-pubblici. Che propone, tra l’altro, «l’immediata adesione della città di Gallarate ad un progetto di “bike sharing free floating”». Pignataro è convinto infatti che l’esperienza milanese «al di là dei casi di bici lanciate nel naviglio e che hanno fatto notizia, ha dimostrato di saper attrarre le persone e incentivare l’uso della bici in città». Milano ha 8mila bici “free floating” in due lotti, un terzo lotto da 4mila in arrivo (qui è spiegato bene): le bici usa-e-lascia sono diventate molto di moda in particolare tra i giovanissimi, consolidando un ruolo della due ruote a pedali che è sempre in crescita nella metropoli, grazie a bike sharing, nuove ciclabili, nuove zone pedonali, strade del centro meno trafficate dopo l’introduzione di Area C.
Sia chiaro: le politiche per incentivare la mobilità “dolce” (e spesso più veloce dell’auto) non si basano certo solo sul bike sharing usa-e-lascia. Pignataro, con il Pd, aveva redatto una bozza di piano integrato per la mobilità ciclabile, che teneva insieme promozione della cultura della bici, educazione stradale, interventi infrastrutturali su strade e ciclabili. Anche su questo Pignataro chiede che si (ri)apra una discussione aperta e approfondita. La speranza è di arrivare a «un progetto condiviso sulla mobilità ciclabile», partendo dalla bozza che era stata presentata a luglio 2017, su cui la maggioranza si era dimostrata tiepida (ma non ostile, non in tutte le componente) e che poi nell’arco di mesi è rimasta in attesa.
È arrivato in momento di discuterne? Una maggiore attenzione c’è, l’amministrazione ha portato a casa anche il successo del Bici Day ideato con Ivan Basso come seconda tappa (insieme al “decalogo”, su cui si è discusso) del percorso per la sicurezza e l’incentivo dell’uso della bici. La grande partecipazione «dimostra l’attenzione della cittadinanza gallaratese al tema della mobilità dolce» ragiona Pignataro. Una mobilitazione che «impegna l’amministrazione a porre in essere effettivamente azioni concrete per la progettazione e la realizzazione di una città a misura delle biciclette che ne incentivi largamente l’utilizzo in sicurezza». Si riuscirà ad arrivare a un piano complessivo, tra bike sharing, interventi su strade e ciclabili e promozione “culturale” della bici?
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