Il ricordo della guerra fa ricordare che è meglio non farla!

Il racconto della gita della scuola Primaria di Morazzone alla mostra organizzata presso la Sala Veratti

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Gli alunni delle classi quinte della scuola Primaria di Morazzone insieme alle loro insegnanti hanno vissuto una mattinata speciale, all’insegna del ricordo e dell’importanza del valore della memoria.

Grazie alla mostra organizzata presso la Sala Veratti della nostra città, affiancati dalla presenza del signor Faré, capo sezione di Varese, degli alpini di Morazzone e di un alpino volontario di Trento pronto ad ogni chiarimento e spiegazione, ciascun bambino ha potuto acquisire maggior consapevolezza di quanto una guerra sia nefasta per i soldati e per i civili.

Appena entrati sono rimasti colpiti sia dagli affreschi suggestivi che adornavano la sala, sia dalle teche ricche di reperti ritrovati per la maggior parte sull’Adamello.

Essi sono tutti provenienti dal “Museo Storico degli Alpini Dos di Trento” e, come hanno sottolineato i giovani alunni, non sono finti o fittizi, non sono quelli del video gioco, ma strumenti che facevano la differenza tra la vita e la morte. Interessante e precisa è stata la ricostruzione storica che l’alpino Ufficiale Luciano Rinaldi ha esposto. Le teche, però, sono state il fulcro della nostra visita. I bambini sono stati attratti dagli oggetti di guerra: un obice, una bussola, una radio, scatolette di latta per il cibo, corazze per la protezione del torace, mazze chiodate…. che li hanno avvicinati a questa cruda realtà.

Sembrano oggetti ormai lontani da noi, situazioni che ci auguriamo non tornino mai più, ma negli occhi degli alpini presenti si leggeva chiaramente la consapevolezza del doloroso periodo in cui ogni singolo elemento era stato usato. Episodi della vita di Cesare Battisti, presenti sui tabelloni laterali, hanno offerto ai ragazzi la possibilità di conoscere una persona di grande caratura storico-culturale, ma soprattutto umana. Non sono esperienze semplici di cui raccontare e la scelta delle parole con cui farlo è sempre ponderata all’età degli uditori. Le parole non possono che muovere ricordi e pensieri che ancora sono presenti nell’animo di questi soldati. I bambini hanno colto questa delicatezza e capito che il potere della memoria ci spinge sempre avanti, anche con fatica e rimpianto, ma sempre proiettati verso un futuro propositivo. Il tempo ha aiutato i reduci a cullare ogni singolo momento di quel periodo e ha dato loro la forza di riportarlo a noi oggi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Novembre 2017
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