Samarate “dimentica” il 4 novembre, l’ira di Portalupi

L'ex sindaco, con il gruppo degli Arancioni, lamenta la scarsa attenzione alla festa che celebra il completamento dell'Unità Nazionale

Samarate, i luoghi (inserita in galleria)

Il 4 novembre «dimenticato» a Samarate. Come già il 2 giugno e il 25 aprile. Un lento processo di oblio delle feste nazionale, denunciato dagli “Arancioni”, il gruppo che fa capo all’ex sindaco della città Luigino Portalupi, fortemente critico sull’amministrazione guidata da Leonardo Tarantino. E non solo: la critica in questo caso si allarga a ben più alti livelli: «Basta a politici locali (e nazionali ) che si vergognano di indossare la fascia tricolore e se lo fanno usano poi disprezzarla nelle parole e nei fatti». Gli arancioni criticano «il vuoto discorso dell’Assessore delegato a rappresentare questa “eccellenza di amministratori”» e  «il discorso in fretta e furia davanti all’entrata del glorioso circolo Agricolo di San Macario, sotto la grande egida del Club Juventus Malpensa».

«La sera del 4 novembre dopo la manifestazione che ricorda la Prima Guerra Mondiale, la Vittoria ma soprattutto la nascita della Nazione eravamo stupiti e basiti di come questo storico incontro della comunità Samaratese fosse stato abbandonato a se stesso da questa Giunta Comunale, da questa maggioranza di centro destra» dice Luigino Portalupi, ex sindaco samaratese. «Dopo aver assistito alla mortificazione di une delle tre più importanti manifestazioni che segnano la storia del nostro Paese , della nostra Repubblica e che danno il senso alla storia della nostra Nazione volevamo esprimere il nostro rammarico e il nostro dissenso per tale ignobile attività amministrativa». Una scelta delle parole forte, «per segnare l’incapacità di questa maggioranza , di questa Sindacatura , di questi Assessori».

Si può immaginare che non ci fosse «nessuna organizzazione della serata, nessuna attività di coinvolgimento delle scuole, delle altre associazioni, della vita civile locale, nessun tripudio di bandiere e di memoria, nessun tentativo di ricordare e far ricordare il dramma della guerra, gli errori militari e morali del Capo di Stato Maggiore (Cadorna) , le vergognose fucilazioni di centinaia di giovani di leva abbandonati a se stessi e arretrati dal fronte per l’assenza di una guida, nessun tentativo di ricordare” il riscatto del “Piave” , la morte di migliaia di Lucani, Campani, Napoletani, Genovesi e di tanti altri luoghi, nessun tentativo di dare memoria alla morte di miglia di Italiani che costituì la nascita della Nazione Italiana». «Ma saremmo arrivati a far stampare la partecipazione della Banda Cittadina per poi avere la presenza del solo trombettiere e del gonfalone della Banda. Assenza che si diceva quella sera (ma ci è stato purtroppo confermata) dovuta al mancato invito e accordo fatto per tempo».

«Abbiamo letto sul “Corriere della Sera” un magnifico articolo circa Caporetto e il Piave (ovvero il senso del 4 Novembre) di Aldo Cazzullo» dice ancora Portalupi. Che rilancia le parole dell’articolista del Corriere sulla Prima Guerra Mondiale come «vera nascita della Nazione», su cui a Samarate sembra caduto l’oblio. «Noi crediamo alla Nazione (con la N maiuscola) , noi crediamo alla Repubblica (con al R maiuscola), noi crediamo al Paese Unito (con la P maiuscola), noi crediamo all’Italia come grande Nazione che tanto ha dato e tanto può dare ai Suoi Cittadini , all’Europa e al mondo. Noi non crediamo nelle piccole e corrotte patrie che sono servite solo a duplicare costi, a aumentare la corruzione e a far crescere un individualismo accanito che avvantaggia solo i “furbi” e il “capitale finanziario”» .

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Pubblicato il 13 Novembre 2017
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