Truffa dei vestiti usati, a Cassano ci avevano visto lungo

Angelo Palumbo, presidente del Consiglio comunale della cittadina, aveva segnalato l'anomalia dietro la società di raccolta. Forte anche di un precedente "famoso"

Turate generiche

I vestiti venivano raccolti per i poveri, ma poi venivano rivenduti ai mercati, senza alcun introito a favore dei bisognosi.

È la truffa scoperchiata dai carabinieri del Nucleo Operativo di Milano e per cui sono scattati gli arresti martedì: due responsabili dell’associazione fittizia sono finiti in manette su ordine della Dda di Milano, mentre altre tre sono finite ai domiciliari e sei con obbligo di dimora.

Sul caso c’era chi, già un anno e mezzo fa, aveva sentito puzza di bruciato: a marzo del 2016 il presidente del Consiglio Comunale di Cassano Angelo Palumbo aveva espresso – con post Facebook condiviso poi dal sindaco Nicola Poliseno – le perplessità sulla raccolta “porta a porta” effettuata in diversi centri del Basso Varesotto:

E Palumbo ci aveva visto giusto. I militari hanno infatti appurato che i sacchi di indumenti venivano raccolti a Solaro, in provincia di Milano (vicino a Saronno), per poi essere spediti direttamente o in Tunisia o nelle province di Napoli e Caserta. Qui venivano rivenduti nelle bancarelle, senza alcun trattamento, dunque anche con conseguenti gravi problemi sanitari.

A Cassano si dimostrano dunque ben attenti. Ed era già successo: nel 2013 una prima segnalazione dell’amministrazione comunale aveva acceso i riflettori sull’operato della Croce Italia, una società di base in Puglia che dichiarava di raccogliere indumenti usati, per poi finanziare attività sanitarie (trasporto malati). Una successiva inchiesta di VareseNews aveva scoperto diversi elementi anomali, precedenti indagini sui responsabili della società, l’uso truffaldino di immagini sul sito. I responsabili dissero che avrebbero chiarito, ma non c’è mai stata trasparenza. I sacchi della Croce Italia, però, ricompaiono ancora ciclicamente nel Basso e nell’Alto Varesotto.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 30 Novembre 2017
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