Per il 2018 Forex deludente per il dollaro, meglio per l’euro

Il 2018, secondo le previsioni degli analisti finanziari, vedrà un netto calo delle prestazioni del dollaro rispetto all'euro

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La caduta del dollaro nel Forex

Il 2018, secondo le previsioni degli analisti finanziari, vedrà un netto calo delle prestazioni del dollaro rispetto all’euro. La Federal Reserve sta continuando a rialzare i tassi e probabilmente proseguirà con il ciclo durante i prossimi 12 mesi, ma ciò sembra non essere sufficiente. La moneta unica europea sembra essere molto più affidabile, specialmente nel Forex.

Gli esperti dell’UBS hanno pubblicato i loro studi con alcune previsioni per il prossimo anno. Indicano che nel 2017 l’euro ha avuto aumenti di circa l’11,5% nel confronto con il dollaro e questo lascia presagire che nel 2018 la valuta europea supererà il biglietto verde.

Gli analisti dell’istituto di credito elvetico sono convinti che l’euro continui a risultare a buon mercato, ma la crescita favorirà sicuramente un incremento dei prezzi. Tutto, però, sembra essere nelle mani della Federal Reserve, al meno per quanto riguarda le performance della valuta statunitense.

Gli interventi della Federal Reserve

Il dollaro non è legato al tempismo della prossima stretta monetaria, affermano gli analisti svizzeri, ma a importare di più è la quantità di rialzi decisi dalla Federal Reserve. Le Fed dovrà affrontare le strette monetarie del prossimo anno tenendo conto che ci sono già stati molti rialzi del costo del denaro e l’eccesso potrebbe produrre effetti negativi.

In ogni modo l’euro ha ottenuto risultati decisamente migliori del dollaro nel 2017 all’interno del Forex e ciò è segno di un miglioramento dei dati economici e delle condizioni monetarie. La Banca Centrale Europeo ha limitato fortemente il pacchetto di acquisto mensile dei Bond, normalmente piuttosto ampio.

Il quantitative easing, così si chiama l’azione della BCE, influisce naturalmente sull’andamento dei mercati e la riduzione del dispendio di denaro pubblico europeo per sostenere i mercati significa che l’economia comincia a girare da sola. Sono le transazioni degli operatori privati a fornire un apporto al miglioramento della situazione.

Le valute in crescita

L’UBS, in particolare Yianos Kontopulos, il responsabile delle previsioni diffuse da UBS, ha affermato di aver identificato le valute che registrano una maggiore crescita con inflazione bassa ma in leggero aumento e di condizioni finanziarie semplici, tali da consentire ai decisori politici di evitare incidenti nel 2018. Potranno quindi aiutare i rispettivi Paesi a normalizzare la politica.

Il dollaro statunitense avrà comunque migliori prestazioni rispetto al dollaro canadese e allo yen giapponese. Infatti per l’anno prossimo si prevede un’inflazione morbida in Canada. In Giappone il ministro Shinzo Abe ha ottenuto dal Parlamento, grazie all’ampia maggioranza che lo sostiene, la possibilità di mantenere una posizione accomodante della Bank of Japan.

Gli investitori si trovano di fronte alla scelta tra le valute in crescita e quelle a rischio. Naturalmente l’opzione migliore resta quella di puntare sulle monete che costituiscono un rifugio sicuro ed inevitabilmente, come sottolinea l’Unione Banche Svizzere, alcune valute prospettano maggiori guadagni nel Forex.

Sempre con l’inflazione contenuta, seppure in crescita, all’interno del Forex si distinguono il dollaro australiano, la corona svedese e la corona norvegese per le performance elevate negli scambi. Si tratta di monete la cui posizione si è rafforzata nel 2017 e che per l’anno prossimo proseguiranno sulla buona strada.

La sterlina inglese

L’economia inglese costituisce senz’altro un capitolo a parte, perché la Brexit ha influito negativamente sulle contrattazioni. Le negoziazioni del Regno Unito per l’uscita dall’Unione Europea ha fatto rallentare l’economia, lasciano un alone di incertezza nel Forex, indebolendo la valuta britannica.

In realtà il valore della sterlina non è cambiato, ma a confermare i dubbi, secondo l’analisi di UBS, è proprio il fatto che la moneta sia rimasta intatta. Non ci sono quindi previsioni di crescita e di buone prestazioni della valuta inglese al cambio con le altre monete.

I trader preferiscono non rischiare, perché ci sono molti cambiamenti in atto e i risvolti negativi della decisione di abbandonare l’UE non aiutano certamente gli investitori ad affidarsi alla sterlina. Oltre ai rallentamenti del 2017, ci potrebbero essere, nel 2018, ulteriori brutte sorprese.

L’export italiano

I risultati negativi del dollaro e il maggiore apprezzamento dell’euro non rappresentano solamente una crescita positiva. Infatti il cambio tra euro e dollaro è andato in maniera inversamente proporzionale all’indice borsistico FTSE MIB, facendo salire i prezzi delle merci.

La salita dell’euro ha comportato un incremento dei prezzi tale da rendere i prodotti europei meno competitivi, fermando i compratori statunitensi. Considerando che non solo nel Forex il dollaro è la valuta più usata per gli scambi, il cambio negativo ha fatto calare l’export italiano.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Dicembre 2017
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