Addio Nino Vedani, uomo del dare

Artista e imprenditore, la sua vita si intrecciò più di una volta con la cronaca cittadina

Personaggi generiche

Nino Vedani ieri pomeriggio si è addormentato per sempre dopo avere ammesso che in effetti con i suoi 97 anni poteva accettare qualche aiuto in più, ma piccolo, per gestire il suo cammino nel tramonto della vita.

Nel quieto, sereno colloquio con Raffaele, uno dei suoi figli, queste sue ultime parole hanno confermato il Nino Vedani conosciuto da generazioni dei varesini, quelli dalla schiena dritta nel mondo del lavoro che hanno sempre creduto nel rispetto delle regole, nei valori della solidarietà e dell’amicizia, nella serenità e nella crescita personale che possono sbocciare dalle più diverse e anche semplici forme di cultura.

Nino un uomo che ha sempre coniugato il verbo dare e mai quello chiedere.

A intervalli di anni Nino Vedani riaffiorava nel mondo turbinoso delle cronache cittadine, alle quali però subito si sottraeva, ma sempre lasciando un segno, un ricordo della sua presenza. Aveva la sensibilità e lo spirito libero degli artisti, dei pittori, e per dare sostanza a questa sua passione per l’arte giovanissimo aveva frequentato l’accademia di Brera, alla quale lo avrebbero strappato gli eventi bellici.

Dopo avere scatenato, in piena guerra, una vera bufera politica spiegando pubblicamente come le cose non andassero per il meglio con il regime fascista, si dedicò al passaggio in Svizzera dei molti che volevano espatriare clandestinamente, poi una guardia svizzera scambiandolo per un profugo lo fece ..internare.

Dopo la guerra iniziò l’attività nel campo tessile: con la moglie Carla avrebbe creato il maglificio Vema che sarebbe diventato un’azienda di vertice, una bandiera dello specifico eccellente settore della produzione varesina.

Nino come artista fu stimato dal grande pittore Giuseppe Montanari: quando a conflitto terminato il mondo politico decise che gli affreschi della Camera di Commercio e della Questura dovevano essere cancellati perché erano un inno al fascismo, Nino Vedani venne indicato dall’autore delle grandi opere, appunto Montanari, come il più adatto al loro recupero.

angiolino nino vedani maglificio vema

Con alcune intelligenti modifiche e con una ottima copertura delle opere, Nino Vedani salvò alla città un inestimabile patrimonio artistico.
Il suo amore per Varese venne confermato quando decise di rendere definitivo il passaggio all’ospedale di Circolo di un vasto appezzamento che zii, nonni e genitori molto tempo prima avevano affidato in custodia al titolare della futura Fondazione Macchi per sottrarlo alle mire di uno spendaccione parente acquisito che aveva gabbato una giovane e dolce moglie Vedani.

Buon viaggio nel regno dei giusti. E anche grazie Nino di averci lasciato dei figli degni della tua storia.

I funerali si terranno domani mattina, 12 dicembre, alle ore 9.15 alla chiesa di Biumo Inferiore.

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Pubblicato il 11 Dicembre 2017
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