Il Governo riprende l’emendamento di Senaldi per la gestione delle scorie nucleari

La proposta del deputato PD si rifà agli accordi del 2009 tra Italia e Comunità europea dell’energia atomica. Il costo complessivo dello smantellamento è di circa 60 milioni e durerà 8-10 anni

Tra gli emendamenti alla legge di Bilancio approvati nella commissione competente, il Governo ha ripreso una proposta di emendamento del deputato PD Angelo Senaldi, portata avanti con il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, con l’approvazione del ministero dello Sviluppo Economico.

L’emendamento riguarda l’attuazione dell’accordo tra il Governo italiano e la Comunità europea dell’energia atomica sulla gestione dei rifiuti radioattivi nel sito del CCR di Ispra. Un tema che nei mesi scorsi, dopo la presentazione al pubblico del nuovo deposito per le scorie, aveva sollevato moltissime polemiche e soprattutto preoccupazioni da parte dei comuni vicini al centro di ricerca.

In base all’emendamento di Senaldi, che si rifà agli accordi del 2009 tra Italia e Comunità europea dell’energia atomica, la società Sogin assume la titolarità degli atti autorizzativi relativi al reattore Ispra 1 con l’approvazione della legge di Bilancio.

Gli spazi dell'arte

Entro un anno, il ministero dello Sviluppo economico provvede agli adempimenti amministrativi per autorizzazioni e licenze necessarie ai lavori di dismissione del reattore. Sogin ha, quindi, 12 mesi per effettuare gli approfondimenti propedeutici. L’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico stabilirà i rimborsi alla società per coprire i costi delle varie operazioni.

Il reattore nucleare di ricerca del sito Ccr di Ispra, denominato Ispra1, secondo l’accordo del 2009 noto come “Settlement agreement“, deve essere smantellato, con la sistemazione definitiva dei relativi rifiuti nucleari prodotte dalle attività, dall’Italia, non solo perché l’origine dell’infrastruttura è italiana ma anche perché l’impianto è servito a produrre ricerche nazionali operate sull’impianto. Il costo complessivo della operazione è valutato in circa 60 milioni, durerà presumibilmente 8-10 anni.

«In questo modo possibile dare corso al decommissioning del sito del CCR di Ispra – spiega Senaldi – che rientra nel programma, risalente al 1999, con il quale la Commissione europea, con il parere favorevole di Parlamento e Consiglio, ha iniziato lo smantellamento delle installazioni nucleari e per la gestione dei rifiuti radioattivi dei suoi centri di ricerca».

Un buon risultato, dal punto di vista dell’ambiente e dei rapporti con l’Europa: l’emendamento consente di evitare l’apertura di una costosa infrazione comunitaria e le sanzioni che questa potrebbe comportare per l’Italia.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Dicembre 2017
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