L’ennesima versione di Clericò: “Ho ucciso Marilena nel mio orto in preda alla furia”

L'assassino di Marilena Re è stato sentito dal sostituto procuratore Rosaria Stagnaro. Avrebbe raccontato di averla uccisa dopo una notte di incubi in cui lei lo minacciava e di averla decapitata per errore

vito clericò interrogatorio dicembre 2017

Avrebbe ucciso Marilena Re nel suo orto, in preda ad una sorta di raptus dopo che lei era inciampata e caduta a terra, usando un tubo di ferro che ha trovato sul posto. L’ennesima versione di Vito Clericò, assassino reo confesso della promoter di Castellanza, è ancora più incredibile delle precedenti.

Il 65enne di Garbagnate Milanese è stato sentito, su sua richiesta, per fornire una nuova versione dell’omicidio avvenuto il 30 luglio scorso, giorno della scomparsa della donna.

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Clericò, accompagnato dai legali Daniela D’Emilio e Franco Rovetto, ha parlato per circa tre ore. Avrebbe raccontato che quella mattina si era svegliato in affanno a causa di un incubo notturno in cui Marilena Re le sarebbe apparsa in sogno ripetendole di non raccontare nulla altrimenti l’avrebbe soffocato; poi si sarebbe recato a casa di Marilena a Castellanza dove avrebbe avuto un battibecco con la donna.

In seguito l’avrebbe convinta a salire in auto con lui e l’avrebbe portata a Garbagnate, nel suo orto nell’area del parco Serenella dove si sarebbe consumato l’omicidio. Clericò avrebbe raccontato che la promoter sarebbe inciampata e caduta a terra e che lui, preso da una furia inspiegabile, l’avrebbe colpita in testa con il tubo che ha trovato nell’orto. L’orrenda decapitazione sarebbe avvenuta per errore ma l’uomo non avrebbe saputo spiegare meglio questa fase.

Il sostituto procuratore Rosaria Stagnaro non crede alla storia raccontata da Clericò ed è convinta che l’omicidio sia avvenuto all’interno dell’abitazione della donna. Per gli inquirenti, infatti, l’uomo starebbe cercando di coprire la moglie Alba De Rosa che in quel momento si sarebbe trovata proprio a Castellanza. Clericò non avrebbe nemmeno spiegato dove siano finite le armi usate per commettere il delitto, il tubo di ferro e un falcetto. L’uomo avrebbe detto di  non ricordare nulla di quanto avvenuto dopo il brutale assassinio e di essere pentito per quello che ha fatto; avrebbe descritto Marilena come una persona buona e ribadito di non averlo fatto per soldi.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 19 Dicembre 2017
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