Openjobmetis con le mani ghiacciate, Reggio Emilia ringrazia e vince

Quinta sconfitta esterna su cinque partite per la Openjobmetis affossata dalla pessima percentuale nel tiro da tre punti. Finisce 76-66

openjobmetis Reggio emilia

Dal nostro inviato – La trasferta resta un grande tabù per la Openjobmetis di Attilio Caja, battuta anche a Reggio Emilia contro un’avversaria in risalita ma non certo trascendentale ma capace di… fare canestro, un’arte che Varese pare avere dimenticato. Quasi impossibile vincere in trasferta con 66 punti segnati, impossibilissimo – passateci il termine – quando si tira con 2/15 dall’arco dei 3 punti, da dove cioè la Grissin Bon costruisce buona parte delle sue fortune, guidata da un cecchino come Markoishvili.

Peccato, perché – e Caja lo ha sottolineato nel dopo gara – Ferrero e compagni hanno interpretato bene la gara sul piano tattico: difesa molto spesso a zona, ritmi controllati, tentativo di sfondare laddove (in play e in guardia) Reggo non ha stopper di grande valore. Insomma, il cosiddetto “piano partita” è stato affrontato nel modo giusto e il parziale della prima metà di gara (35-34) rende bene la situazione che si è creata sul parquet emiliano.

Poi però i biancorossi hanno mostrato tutti i loro limiti al tiro – anche in uomini come Waller o Okoye, generalmente in grado di riempire il tabellino dall’arco – e nel contempo hanno iniziato a perdere fiducia anche in difesa. La raffica reggiana nel tiro pesante nel terzo periodo ha segnato un match mai veramente finito (Varese ha avuto anche la palla del -6 a 70” dalla fine) ma neppure mai veramente riaperto.

E al di là degli zero punti guadagnati in classifica e delle mani ghiacciate della squadra, diventa ancora più evidente un altro problema in seno alla squadra. La gestione di Damian Hollis. L’ala ha giocato i primi 3′ di partita e poi è restato a guardare – sconsolato e in tuta – per tutto il resto della serata a causa di una scelta tecnica di Caja. I due, è chiaro, non possono convivere, e allora ripetiamo la domanda già fatta settimana scorsa: Varese può permettersi di tenere Hollis, tanto dal punto di vista tecnico quanto da quello monetario? La risposta – di Caja – a questo punto è “no”. Quindi è necessario agire.

COLPO D’OCCHIO

Si riempie tardi ma si riempie il vecchio PalaBigi, riaperto con qualche miglioria effettuata pochi mesi fa. Nell’aria risuonano le note di Ligabue all’ingresso in campo della Grissin Bon, ma pure il sostegno di un buon gruppo di tifosi ospiti nel settore a loro riservato. Il trust e gli ultras in prima fila insieme ad altri supporters arrivati in proprio.

PALLA A DUE

Grande sorpresa alla lettura delle formazioni. Menetti manda a referto l’ex Chris Wright che doveva essere infortunato e tiene fuori il coriaceo spagnolo Llompart. Il play americano va anche in quintetto per fronteggiare Wells, con Reggio che mette Reynolds sotto canestro. Caja concede di nuovo lo starting five a Hollis e sceglie Cain nel ruolo di pivot.

LA PARTITA

Varese sceglie subito la difesa a zona e la mossa pare funzionare, anche sfidando al tiro i reggiani (2 su 11 dall’arco) al di fuori di Della Valle e Markoishvili. Ai biancorossi resta fin da subito qualche rimpianto per gli errori in attacco: Varese mette la testa avanti e mostra subito un Wells migliore rispetto al passato recente, però con qualche canestro in più il divario sarebbe superiore al 14-15 della prima sirena.
La squadra di Caja procede piuttosto bene anche nella prima metà del secondo quarto, almeno fino (19-21) a un fischio osceno a favore di Reggio, un antisportivo fischiato a Ferrero che frutta cinque punti e il sorpasso per la Grissin Bon. Non sarà l’unico svarione dei grigi, ma è il più evidente. Detto questo però la Openjobmetis è brava a risalire da un momento difficile e nel finale del periodo riesce anche a tornare in testa per un attimo con Okoye prima del 35-34 firmato da Wright.

La partita però gira in via definitiva dopo l’intervallo, quando Reggio inizia ad attaccare con profitto la zona ospite soprattutto dall’arco dei 3 punti. Le tre bombe consecutive della Grissin Bon (e una quasi-tripla di White) spingono i padroni di casa al massimo vantaggio e tolgono sicurezza a una Openjobmetis che in attacco, da lontano, sbaglia sempre. Lampi di Wells e Avramovic non bastano e la sirena suona sul +9 casalingo.

IL FINALE

Il tempo per provare la rimonta ci sarebbe, però nell’ultimo quarto la Openjobmetis non riesce a rimediare ai propri errori di impostazione. Dall’altra parte Markoishvili e White restano implacabili (per il georgiano ci sarà la standing ovation a 18” dalla fine) e così Reggio mantiene un vantaggio tranquillo, intorno alla doppia cifra, anche in quei momenti in cui Varese ritrova solidità dietro. E soprattutto Ferrero e compagni riescono nell’impresa di fallire ogni volta che si apre uno spiraglio, Emblematico il rientro da un timeout chiamato da Caja con rimessa sbagliata. A poco più di 1′ dalla fine c’è pure un pallone che può valere il -6 e il tentativo di rimonta in extremis, ma Waller (1/6 dall’arco) sbaglia un’altra volta. Sul ribaltamento, chi se no?, Markoishvili la chiude con una prodezza.

GRISSIN BON REGGIO E. – OPENJOBMETIS VARESE 76-66 (14-15, 35-34; 60-51)

REGGIO E.: C. Wright 3 (0-2, 1-3), Della Valle 14 (2-6, 1-5), Markoishvili 20 (1-2, 6-10), J. Wright 4 (2-8), Reynolds 2 (0-3); Mussini 5 (1-1, 1-3), Candi 8 (1-1, 2-6), White 17 (4-8, 1-1), De Vico 3 (1-3 da 3). Ne: Bonacini. All. Menetti.
VARESE: Wells 14 (5-10, 0-1), Waller 11 (4-7, 1-6), Okoye 8 (2-9, 0-3), Hollis (0-1), Cain 6 (1-1); Avramovic 10 (3-4, 0-1), Pelle 4 (2-4), Natali (0-1), Tambone 4 (2-2, 0-1), Ferrero 9 (3-3, 1-3). Ne: Bergamaschi, Seck. All. Caja.
ARBITRI: Lanzarini, Attard, Belfiore.
NOTE. Da 2: R 11-31, V 22-42. Da 3: R 13-31, V 2-15. Tl: R 15-18, V 16-18. Rimbalzi: R 35 (10 off., J. Wright 7), V 35 (6 off., Cain 6). Assist: R 19 (4 con 3), V 12 (Wells 7). Perse: R 10 (Della Valle 6), V 14 (Wells 3). Recuperate: R 7 (J. White 3), V 4 (Waller 2). Usc. 5 falli: nessuno. F. antisportivo: Ferrero. F. tecnico: Menetti. Spettatori: 3.994. Incasso: 66.473 euro.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 16 Dicembre 2017
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