Portalupi torna alla carica: “Il sindaco chieda chiarimenti sul piano edilizio di via Ferrario”
L'ex sindaco, con gli "Arancioni", mette nel mirino la firma dell'assessore Macchi sul progetto per l'area tra Verghera e Samarate. "Tarantino allontani le ombre"
Sul tema della trasparenza gli “Arancioni” di Luigino Portalupi non mollano la presa. Questa volta sotto la lente d’ingrandimento c’è il tema dell’edilizia. Con un ragionamento ampio sulla politica urbanistica (che chiama in causa il sindaco Tarantino, che ha tenuto per sé la delega) e una serie di quesiti che invece riguardano la posizione di Luca Macchi, professionista e assessore allo sport e ambiente, già tirato in ballo più volte dall’ex sindaco.
Partiamo da questo: l’oggetto del contendere è il Piano Esecutivo di via Ferrario, area residenziale tra la zona di villa Montevecchio e via Borsi. «In quell’area comparve un cartello con progetto dell’architetto Macchi (a dire il vero non è scomparso, c’è ancora, ndr). Ora nei documenti c’è un progetto in cui scompare firma di Macchi e compare firma di un architetto di Milano». Il riferimento è implicito: Macchi è un professionista, è un amministratore e non dovrebbe operare sul territorio. Ma se oggi le firme sono diverse, dove sta il problema? «Il progetto a noi pare molto simile e ci riserviamo di chiederne in futuro copia dal Comune». Nel dubbio, intanto si chiede conto a Tarantino: «Il sindaco deve chiarire con architetto Macchi se esiste o meno un conflitto d’interesse» ribadisce Portalupi. Che chiede al primo cittadino la conferma che non ci siano rapporti tra i due professionisti firmatari, per «smentire qualunque “cattiva illazione” di tipo andreottiano» che metterebbe in cattiva luce la giunta Tarantino.
Gli arancioni hanno anche presentato una serie di osservazioni formali, prima che il Piano venga approvato in giunta. Riguardano vari aspetti, tra cui – sottolinea Portalupi – anche le modifiche previste nel Piano ai parcheggi della zona (con un nuovo tratto stradale che eliminerebbe alcuni posti) e l’effettiva dotazione di posti auto (che il costruttore deve garantire ai nuovi edifici). Altro aspetto, la realizzazione di alcune opere andrebbe “a scomputo degli oneri di urbanizzazione”, detraendo i costi dalla cifra che il costruttore deve pagare al Comune.
«Il Piano non è stato neppure portato in Commissione, togliendo così la possibilità di un confronto ai consiglieri. E non solo: obbligando anche a fare osservazioni formali, che richiedono poi un iter formale successivo».
Al di là del caso del progetto di via Ferrario, Portalupi pone l’accento anche sulle dinamiche generali dell’edilizia. Parla di «assenza di ogni politica urbanistica e di promozione edilizia» che nasce dalla «sovrapposizione tra la carica di sindaco e la delega all’urbanistica» in Tarantino. «Il nostro Pgt data ormai di due anni e mezzo: si poteva operare per spiegare i vantaggi sulle ristrutturazioni di case datate. Cose in grado di mobilitare proprietà individuali e piccole imprese locali». È mancato il coinvolgimento dei diversi attori e – aggiunge Portalupi – anche un pensiero sul recupero dei centri storici, a rischio di divenire ghetti etnici, «quando avrebbero potuto essere un esperimento tra la nostra cultura edilizia e l’integrazione dei nuovi abitanti». E ancora il problema delle aree dismesse «su cui non c’è ragionamento, se non attendere passivamente l’iniziativa privata». Risultato deludente della metà del secondo mandato Tarantino, secondo l’ex sindaco: «In 30 mesi sono stati fatti solo due piani esecutivi, via Acquedotto e via Ferrario». E su questo poi ci sono le altre critiche.
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