Con il salario minimo niente più dumping salariale in Ticino
Il salario minimo è già in vigore nel Giura ed a Neuchâtel: salari minimi per i diversi settori economici, nel Giura, un salario minimo unico a Neuchâtel
Il 29 settembre del 2016, Varesenews pubblicava un mio ampio commento alla votazione referendaria anti frontalieri, denominata “Prima i nostri”, avvenuta in Ticino la domenica precedente. Questa aveva come oggetto delle modificazioni da apportare alla costituzione cantonale, al fine di tutelare i lavoratori locali, rispetto a quelli provenienti dall’Italia (Lombardia e Piemonte), i c.d. “frontalieri”. Nell’articolo rilevavo come tali modificazioni non potevano entrare in vigore fintanto che il parlamento federale non avesse concesso la c.d. “garanzia federale”, in base all’art.51, c.2 della costituzione svizzera, secondo cui le costituzioni cantonali debbono essere sottoposte alla verifica dell’assemblea federale, per accertare che non contraddicano il diritto federale.
Orbene, tra la fine di novembre ed i primi di dicembre del 2017, la “garanzia” è stata concessa, sia dal consiglio degli stati (senato), che dal consiglio nazionale (camera), con l’avvertenza, però, che l’attuazione della “preferenza alla manodopera indigena” non può violare il diritto federale in materia di mercato del lavoro e di migrazione e, quindi, i trattati sottoscritti dalla Svizzera con l’Unione Europea.
Giustamente è stato affermato che è stata “una vittoria di Pirro”. In effetti, anche Attilio Bignasca, fratello di Giuliano – fondatore della Lega dei Ticinesi – ed attuale coordinatore di quel partito, che, con l’UDC (un partito di estrema destra, a dispetto del nome: Unione democratica di centro), aveva promosso l’iniziativa, in un’intervista al “Corriere del Ticino” del primo settembre 2017, si mostra molto prudente. D’altra parte, è anche un imprenditore edile, che ha alle sue dipendenze parecchi frontalieri. La sua preferenza è per una legge sul “salario minimo”, cui non si potrà derogare.
Una volta approvata, gli imprenditori più disinvolti non potranno più ricorrere al “dumping salariale”, che favorisce i frontalieri, a causa del minor costo della vita in Lombardia e Piemonte. Il “salario minimo” è già in vigore nel Giura ed a Neuchâtel: salari minimi per i diversi settori economici, nel Giura, un salario minimo unico a Neuchâtel. Sul punto si è pronunciato favorevolmente anche il tribunale federale. Questa potrebbe essere la giusta soluzione ad un problema che si presenta anche in Italia.
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