Teresio Colombo a Villa Bozzolo

Il consueto reportage naturalistico del martedì

Teresio Colombo villa Bozzolo

È martedì e come ogni martedì pubblichiamo il reportage naturalistico del nostro lettore Teresio Colombo, ormai appuntamento fisso. Dopo tante escursioni al Campo dei Fiori, la nuova serie propone escursioni nei parchi dlele ville storiche della provincia.

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Villa Bozzolo vista da Teresio Colombo 4 di 18

Villa Bozzolo a Casalzuigno

Domenica 3/12 la figlia Eliana ci ha accompagnati a Casalzuigno in Valcuvia, appena entrati ci separiamo: moglie e figlia fanno un giro nel mercatino organizzato per il Natale mentre io vado a visitare il giardino; superato l’ingresso vedo un vaso contenente una pianta con agrumi in maturazione dovrebbe trattarsi di un ibrido dal quale ottenere piccoli frutti presumibilmente le Clementine (Citrus cinensis) (01.02) gli agrumi sono dalla apertura al pubblico una delle attrazioni di esemplari fra le più ricche che si trovino nella provincia che comunque costituiscono una bellissima innovazione introdotta dal F.A.I; anche una Rosa rampicante molto bella nella sua semplicità, si tratta comunque di un ibrido con un giro semplice di petali bianchi nella parte centrale e con un ampio bordo di un rosso molto vivace (03) le rose con numerosi ibridi sono state patrimonio originario della villa; vedo anche una bella Camelia (Camelia japonica) (04) bianca anche questa un ibrido di cui possiamo godercene in una stagione assolutamente inadatta alle fioriture mi accorgo solo dopo aver fatta la foto che si tratta di un esemplare messo in vendita da un espositore del mercato natalizio. Forse avrei dovuta chiarire che più che una villa di campagna la cosa che si può vedere a Casalzuigno è la struttura di un casale settecentesco dove i prodotti della terra venivano trasformati e conservati in attesa dell’utilizzo. Il primo che fece costruire la struttura del casale fu tale Giroldino da Porto Valtravaglia notaio e proprietario di terre in Zuigno e paesi vicini che nel XV° secolo diede inizio alla costruzione delle attrezzature del casale e una casa da nobili che fu la sua dimora primaria. Gli eredi continueranno nel lavoro notarile e della terra quando nel XVIII° secolo il patrimonio accumulato passò a Gianangelo III, sposato con Isabella figlia del milanese conte Giulini, diede l’incarico all’architetto Antonio Maria Porrani di ampliare la villa e realizzare il parco grandioso. Avendo scelto di dedicare questa mia visita essenzialmente al parco accedo superando il dislivello fra queste costruzioni e la strada d’accesso alla villa salendo i pochi gradini, arrivato sul grande viale d’accesso in breve ma ripida salita le cui balaustre sono infiorata con vasi con numerose Viole speronata (Viola calcarata) (05) questo tipo di viole, comuni come ornamento sia in vaso che in terra, sono derivate da una viola, comune ad altezze attorno ai 1500 m, i cui semi hanno subito modifiche che hanno reso possibile la coltivazione anche nei territori ad altezze diverse. Al termine della breve salita si ritrova in un bellissimo giardino in cui compaiono in grandi vasi di Camelie invernali (Camelia japonica) (06) residue di una mostra realizzata nella precedente settimana sul fondo di questo giardino (07) una seria di piccoli giardini disposti a gradoni paralleli con balaustre e statue perpendicolarmente ad una scalinata centrale fino ad arrivare al grande giardino a forma pressoché circolare che termina in alto con un belvedere dal quale si domina gran parte della Valcuvia, da questo belvedere sgorga l’acqua risorgiva per tutta la struttura dei giardini e per i bisogni degli abitanti della villa, la salita continua oltre il primo belvedere con una gradinata fra 2 filari ci cipressi fino ad un secondo belvedere dal quale si piò accedere all’oratorio di S. Bernardino da qui si può proseguire fine al terzo ed ultimo belvedere sempre seguendo la scalinata fra i due filari di cipressi. Devo confessare di non aver mai raggiunto il terzo belvedere senza dubbio ci ritornerò a vedere la grande fioritura del croco piantato qualche anno fa con oltre 50.000 bulbi in parte congelatisi negli anni successivi ma che mi auguro siano stati ripristinati. Ritorniamo al giardino antistante un ramo della U della villa l’unico albero che si vede da questo giardino oltre alle camelie e alle aiuole è un vecchio albero di Olea fragrans (Osmanthus fragrans) (08) l’oleacea che aveva la funzione di riparare gli ospiti della villa dagli odori provenienti dalla sottostante filanda, da qui si raggiunge l’antica pescheria oggi trasformata in un luogo di esposizione con un tetto che ripara dalle intemperie per accedere a questa parte di giardino è previsto di passare dal giardino antistante le villa il passaggio ufficiale è costituito da una cancellata in ferro battuto dalla quale si accede ad un viale (09) con doppio filare di tigli piantati dal F.A.I. in quello che viene indicato come il giardino segreto che almeno per oltre 200 anni è stato utilizzato quale orto per gli abitanti la villa in fondo al viale una edicola di costruzione coeva alla villa una edicola con affreschi della scuola del pittore P. Magatti e del suo discepolo più noto il G.B. Ronchelli di cui ci sono affreschi anche nella villa. Lasciamo questa parte di giardino e iniziamo a salire dalla parte con balconate godendoci i giardini con pochi fiori le aiuole ben curate (10) i giochi d’acqua (11) , le statue e i Cipressi (Cupressus sempervirens) (12,13) è a questo punto che mi accorgo di un ennesimo giardino fra la villa e la chiesa parrocchiale con possibile accesso dalla parte vecchia della villa ma anche dal giardino all’italiana attraverso una ripida scalinata, qualche dubbio sulle mie capacità di risalita comincio a pensare che questo sia il giardino segreto perché pur avendo girato villa Bozzolo per qualche decina di volte è la prima volta che me ne accorgo della sua esistenza. Essendo ormai quasi mezzogiorno penso sia l’ora di raggiungere i miei familiari, certamente questa è stata una visita parziale dei soli giardini. Scendendo mi fermo a fotografare l’albero di Bosso comune (Buxus sempervirens) (14) che se si pensa alla lentezza nella crescita di questo arbusto si deve parlare di pianta monumentale; ancora una fotografia della parte di giardino all’italiana(15) scendendo la scalinata incontro la figlia Eliana che mi avverte che la mamma è nella vecchia filanda dove insieme, dopo aver fotografato la facciata della villa che immette sul giardino (16) andiamo a cercarla, non rinunciando a fotografare un vecchio Gelso comune (Morus alba) (15,18). Termino queste brevi note sulla villa che gli eredi della famiglia Bozzolo hanno donato al F.A.I. e da quest’ultimo con le donazioni essenzialmente elargite dalla Cariplo (attuale Banca Intesa) hanno consentito di mantenere questo gioiello che ci consente di rivivere le situazioni di vita dei ceti agiati e dei lavoratori alle loro dipendenze, un villa bellissima realizzata da tecnici ed artisti nativi della realtà varesina ma affermatisi internazionalmente ed anche la proprietà Bozzolo per aver contribuito a mantenere questo gioiello per numerosi anni anche quando gli interessi del proprietario erano ben lontani dalla economia agricola del casale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Dicembre 2017
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