Viabilità e parcheggi, si va avanti a tentativi e senza un piano

Mentre infuria la polemica tra pendolari e assessore Rogora sulla decisione di trasformare a disco orario i parcheggi bianchi nelle zone delle stazioni, emerge che la sesta città della Lombardia ha un put che risale al 2009

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Mentre impazza la polemica tra l’assessore alla Sicurezza e Viabilità Massimo Rogora e i pendolari bustocchi sul poco felice paragone coi piccioni, utilizzato per giustificare la scelta di imporre il disco orario nei parcheggi attorno alle stazioni, manca un piano complessivo e coordinato della viabilità cittadina, degli interventi viabilistici e un piano parcheggi. Quello che c’è risale al 2009 con un aggiornamento del 2016, in attesa della nuova amministrazione.

Il Piano urbano del traffico, dunque, è sostanzialmente quello del 2009 e gli interventi annunciati sulle aree delle stazioni sembrano essere slegati dagli intendimenti di quel documento che non dedica spazio al piano della sosta. Il capitolo dedicato al tema è racchiuso in queste poche righe:

 Il tema della sosta non è stato ritenuto di particolare rilievo nella predisposizione del Piano, se non per la eventuale interferenza degli spazi di sosta rispetto alle ipotesi di adeguamento dell’organizzazione del sistema della circolazione.
Sostanzialmente, in base alle verifiche effettuate, non si ritengono necessari particolari interventi di riorganizzazione della sosta a bordo strada.
Contestualmente all’attivazione dello schema di circolazione è inoltre possibile avere un recupero di spazi di sosta lungo le carreggiate, dove si è proposto il senso unico. E’ il caso del centro abitato di Sacconago, dove con l’istituzione del nuovo schema di circolazione si possono ricavare spazi per la regolarizzazione della sosta in fila attualmente presente.

Ecco cosa rispondeva il sindaco Antonelli ad una precisa domanda sul piano urbano del traffico, durante la campagna elettorale.

Qual è il suo giudizio complessivo sul piano urbano del traffico?
Il PUT attualmente in fase di lavoro non è un nuovo piano ma per esplicita volontà dell’amministrazione uscente un mero aggiornamento che si limita a prendere atto degli interventi già realizzati e di quelli sollecitati dai consiglieri comunali di ogni parte politica negli ultimi mesi. Come tale è destinato ad essere lasciato in eredità alla prossima amministrazione che liberamente deciderà quali decisioni assumere caso per caso. Allo stato, prima di un esame puntuale di tutte le osservazioni che perverranno dai cittadini singoli ed organizzati, è impossibile esprimere una valutazione seria. Una cosa è certa, i cittadini interessati saranno ascoltati.

Da questi due stralci emerge che gli interventi annunciati sulle aree delle stazioni non fanno parte del piano urbano del traffico perchè chi ha redatto quel piano non ha ritenuto necessario cambiare l’attuale situazione. Il sindaco Antonelli, invece, aveva promesso di ascoltare i cittadini prima di mettere in atto qualsiasi cambiamento riguardo alla riorganizzazione dei flussi di traffico cittadini ma ad oggi lo ha fatto solo per gli interventi in via per Lonate. Se da un lato si fanno passi avanti nella realizzazione di nuovi parcheggi (vedi San Michele, Ite Tosi e area ex-Hupac) dall’altro si prendono decisioni improvvise come quella di trasformare centinaia di parcheggi bianchi in zone a disco.

L’argomento emergerà con prepotenza anche nei prossimi giorni, in seguito all’entrata in vigore dell’ordinanza che istituisce la sosta regolamentata a tempo con disco orario nelle vie adiacenti alla stazione delle Ferrovie Nord, già oggetto di interrogazione del Pd che ha chiesto di convocare urgentemente una Commissione in cui venga illustrato il piano sosta messo in atto intorno alle stazioni di Busto.

Il problema che i democratici sollevano è la mancanza di dati sui quali viene predisposta questa decisione: quanti pendolari hanno bisogno di un parcheggio, quanti posti sono disponibili, quali mezzi alternativi possono essere utilizzati. La mancanza di un piano della sosta (tema che a Varese, ad esempio, è stato affrontato nonostante le critiche da parte di molti cittadini, ndr) e di un piano urbano del traffico adatto alle esigenze attuali, la mancanza di un confronto con i cittadini (come invece aveva promesso il sindaco, ndr) sono problemi che l’assessore Rogora e il sindaco dovranno affrontare. Il rischio è quello di spostare un problema da una parte all’altra senza venire a capo di nulla. 

Ad esempio Rogora invita i pendolari ad utilizzare mezzi alternativi come il bike sharing o il car sharing, due servizi che a Busto Arsizio non hanno mai funzionato per evidenti limiti dei sistemi proposti e non di certo per colpa dei cittadini. A Varese, invece, non passa inosservato il successo del sistema di bike sharing a flusso libero di Ofo e a Legnano e nell’Altomilanese si sono già portati avanti per adottarlo a breve. A Busto, invece, si è deciso di sospendere il servizio nei mesi invernali con la promessa di una revisione del sistema ma di novità per la primavera prossima non si parla ancora.

Una città di 83 mila abitanti, la sesta città della Lombardia (come spesso viene ricordato dagli amministratori cittadini, ndr), forse merita una visione d’insieme che vada al di là del naso di un assessore.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Dicembre 2017
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