Cellulari croce e delizia: la Gelosia 3.0 viaggia sullo smartphone
La tecnologia migliora la vita di tutti i giorni, rendendo alla portata di tutti operazioni che fino a pochi decenni fa erano inimmaginabili e consentendo comunicazioni di ogni genere in tempo reale
La tecnologia migliora la vita di tutti i giorni, rendendo alla portata di tutti operazioni che fino a pochi decenni fa erano inimmaginabili e consentendo comunicazioni di ogni genere in tempo reale. Ma può anche essere fonte di problemi, liti in famiglia e nuove forme di gelosia. A dirlo – numeri alla mano – è un’indagine realizzata da Recovery Data, azienda specializzata in recupero dati persi da smartphone e hard disk, che prende in esame lo strumento principe dell’abitudine tecnologica italiana: il cellulare.
I numeri del fenomeno
Nel Belpaese i possessori di telefoni di ultima generazione che li utilizzano almeno una volta al giorno sono ben 27 milioni: più di uno su due se si escludono giovanissimi in età “pre-telefonica” e gli anziani fermi a Meucci. In realtà il numero impressionante che emerge dall’indagine di Recovery Data è un altro. Utilizzare lo smartphone è un’abitudine tanto consolidata da non farci caso e la media delle volte in cui sfioriamo il monitor del nostro telefono supera le mille al giorno. Ovvero – se si escludono le ore notturne – una volta al minuto. Non solo.
Guardare il cellulare è la prima azione che compie ben il 57 per cento degli italiani al mattino: prima di lavarsi i denti, fare pipì o accendere la moka per il caffè. Anche la notte, poi, non c’è tregua per i possessori di un telefonino connesso a internet. Dalla ricerca, infatti, emerge che quasi un italiano su dieci guarda le mail di lavoro anche nelle ore notturne e non parliamo soltanto di ragazzini perché a controllare il telefono sono dopo la mezzanotte è anche un terzo dei 40-50enni e il 28 per cento di chi ha più di 65 anni, anche se ovviamente l’abitudine riguarda più i giovani e i giovanissimi. Il primo utilizzo dei telefonini moderni, comunque, non sono però le mail, bensì i social, seguiti da notizie, fotografie e video, la visione di filmati e ricerche sul web. Insomma: l’ultimo uso che gli italiani di oggi fanno del telefono è quello di… telefonare.
La gelosia 3.0
Il cellulare, e questi dati lo confermano, è diventato uno strumento tanto importante da essere diventato da mezzo (media) a protagonista delle nostre esistenze. Non è più soltanto un strumento per veicolare messaggi, ma una fonte diretta di emozioni positive e negative.
Ad esempio è diventato una delle prime ragioni di litigio nelle coppie e in famiglia. Secondo l’indagine, infatti, il 17 per cento dei cittadini italiani ed europei disccute almeno una volta al mese con il/la partner a causa del telefonino: tra messaggi di ex, “spunte” di Whatsapp non viste, Mi piace di Facebook e via dicendo. Una forma di gelosia 3.0, che fa il paio con i problemi con i figli (15 per cento), che non rispondono ai genitori oppure stanno troppo al telefono. Ma il cellulare è spesso causa di litigi anche con gli amici (15 per cento), con i genitori (11 per cento), sorelle e fratelli (7 per cento), zii e nipoti (7 per cento). I motivi delle liti sono essenzialmente cinque: troppo tempo al telefono, messaggi ricevuti di notte, sbirciare il profilo social dell’altro, ricevere o mandare troppe mail e le notifiche di Facebook.
Come rimediare? La soluzione più semplice sembrerebbe quella di liberarsi dello smartphone e tornare al caro vecchio telefono a 12 tasti con la batteria che durava una settimana. Ma non è così. Perché i tre quarti di coloro che hanno comprato un cellulare di ultima generazione nell’ultimo anno dichiarano che non tornerebbero mai indietro e lo stesso fa chi la metà di chi lo possiede da più di quattro anni. L’altra metà appartiene in gran parte alla categoria degli schiavi del telefono: se ne lamenta sempre, ma non farebbe nulla per liberarsene.
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