Il Giornale di Brescia nuovo laboratorio di multimedialità

Lo storico quotidiano rilancia le diverse anime di cui si compine: carta, radio, tv e web. Un’avventura raccontata da chi tiene il timone, Nunzia Vallini

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«I giornalisti sono i papà e le mamme delle notizie. Perché le notizie sono come i cuccioli: vanno difese e bisogna in qualche modo lottare per loro».

Ha una sacrosanta, integralista, visione della notizia Nunzia Vallini, direttrice del Giornale di Brescia, 41 giornalisti, testata storica del territorio (famosa la prima pagina “Brescia è libera”: 27 aprile 1945) e che oggi può essere descritta come un laboratorio composto da tradizione e innovazione, da carta stampata, radio, web e tv.

L’esperimento è partito: integrazione delle diverse testate al lavoro in un open space dove la sfida vera si gioca sulla multimedialità, che da queste parti non sembra essere uno slogan.

«Il nostro gruppo editoriale ha fatto una scelta precisa unificando carta, tv, radio e web. Io provengo dal mondo della cronaca, ho fatto la gavetta in Valle Sabbia e sono poi approdata alla tv. Cinque anni fa diventai vice direttrice del giornale affiancando il lavoro del direttore di allora, Giacomo Scanzi. Al suo congedo la guida è passata a me».

Ma come funziona questo giornale? Raccontaci.
«La trasformazione che stiamo vivendo oggi consiste nella multimedialità dei giornalisti. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo varato proprio in questi mesi un modello organizzativo che non è più solo a “settori” ma punta sui “referenti di mezzo”: desk carta, web e tv. Il giornalista esce, segue l’evento, vedi un consiglio comunale, manda un lancio, la carta se il caso fa l’apertura, la tv lavora una clip e così via. È chiaro che sono poche le persone che hanno una mentalità multimediale, non è facile soprattutto coi “vecchi” del mestiere. Ma almeno lo sforzo per un salto culturale lo pretendo perché la strada verso la quale andiamo è questa».

Hai trovato resistenze a questo modello?
«Resistenze umane, certo, normale. Ma ho un comitato di redazione molto giovane che partecipa a questo progetto. Vado avanti piano piano. Voglio apertura mentale a provare. L’obiettivo poi è semplice: lavorare meglio e in gioia, perché questo è davvero il mestiere più bello del mondo, bisogna però ritrovare il tempo di fermarsi e pensare, altrimenti rischiamo di andare troppo veloci, di fare una catena di montaggio. E questo non va bene».

Chi è il vostro editore?
«È un editore laico ma di ispirazione cattolica: i nostri cugini sono di Bergamo (Sesaab). L’Editoriale Bresciana ha come azionista di maggioranza la fondazioni Tovini, il Cda è aperto a tutte le istituzioni della provincia, tanto che i consiglieri d’amministrazione sono scelti dagli azionisti».

Un modello che sembra riflettersi anche sull’approccio di questo giornale sul territorio.

Nunzia spiega di alcune iniziative molto singolari. Per esempio il Giornale di Brescia da anni realizza l’indagine sulla “qualità della vita: vengono scelti alcuni indicatori (economici, ambientali e sociali) inseriti in uno “speciale”, anche cartaceo, che riguarda i 38 comuni più grandi della provincia dove vengono passati al setaccio popolazione, ambiente, economia, tenore di vita, servizi, tempo libero e sicurezza. Un esempio di analisi territoriale che può fare scuola.

«Poi c’è “In piazza con noi”, un prodotto televisivo condotto da un collega della carta stampata e uno della tv dove un paese si racconta in 90 minuti. E il bello è che non siamo solo noi a raccontare, è il paese che si racconta agli altri. Le realtà ci chiamano per un approfondimento e si riscoprono comunità esse stesse, in una sorta di autoanalisi. Un risvolto che piace tantissimo».

Come vi rapportate coi social network? Facebook è un pericolo o un’opportunità?
«Abbiamo destinato risorse specifiche a questo argomento, in particolare abbiamo la figura del social media manager, e in sue assenza, la gestione di Facebook viene delegata al desk web.
Facebook è una realtà che va seguita e non temuta. A questo proposito mi fanno più paura gli uffici stampa, che al mattino selezionano le notizie e le distribuiscono: in questo modo, per una realtà come la nostra, si arriva ad un preoccupante calo delle copie vendute e degli abbonamenti».

Per avere le notizie quanto conta il desk, e quanto la strada?
«Sono entrambi importanti, ma credo che la cosa fondamentale è che siano sincronizzati. Io ho cominciato facendo la corrispondente e consumando diverse paia di scarpe. La strada è fondamentale per non perdere il contatto con la realtà. Poi il desk ha la grande responsabilità di leggerla, la notizia, e valorizzarla. Parimenti chi è in strada deve essere responsabilizzato e deve lottare. Deve convincere che la notizia sia buona».

A questo proposito Nunzia Vallini fa un inciso sul tema delle fake news: «Attenzione, perché se le redazioni non sopravvivono, sono convinta che avremo una comunicazione squalificata».

Nunzia, classe 1962, è di quelle giornaliste che non fatica a trovare aneddoti singolari, divertenti della professione. Si parla da anni di quote rosa, parità di genere e dal cilindro tira fuori questa storia che arriva da quella generazione dove ancora una donna che si voleva mettere in testa di fare la giornalista, per giunta in provincia, veniva guardata in modo strano. «Una volta un caporedattore del Corriere della Sera mi disse: “Vallini devo proprio dirtelo: sei proprio brava, scrivi come un uomo”. Era convinto di farmi il massimo dei complimenti. Altri tempi».

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IL GIORNALE DI BRESCIA
Il primo numero del Giornale di Brescia esce il 27 aprile 1945 come organo del Comitato di liberazione nazionale. Conta due sole pagine, costa due lire e viene distribuito mentre ancora nelle strade si spara.
La testata era già apparsa nell’estate del ’43, in periodo badogliano, subito ribattezzata Brescia Repubblicana. Proprietaria del Giornale di Brescia è l’Editoriale Bresciana S.p.A., costituitasi il 15 gennaio 1947 dopo due anni di gestione commissariale.
La quota di controllo del capitale sociale appartiene alla Fondazione Tovini e alla Fondazione Folonari; altre quote sono distribuite fra famiglie imprenditoriali e case editrici bresciane.
I primi consiglieri, in un momento di grandi incertezze politiche, sottoscrissero un patto nel quale si impegnavano a difendere i valori di libertà e democrazia, a favorire il progresso civile, culturale ed economico, ispirandosi ai valori cristiani della comunità bresciana. I consiglieri, a garanzia del loro impegno, firmarono anche delle lettere di dimissioni in bianco, consegnate nelle mani dell’allora vescovo di Brescia, Giacinto Tredici, e bruciate alla sua morte.
Il giornale si è sempre mosso in un’area di liberalismo cattolico, in sintonia con la tradizione più radicata nel Bresciano, con un orientamento politico moderato. Negli anni il giornale ha confermato il suo radicamento nella realtà bresciana lasciando poco spazio ai concorrenti.
Dal 20 aprile 2000 il giornale, con nuovo formato, viene stampato dal Centro Stampa Quotidiani di Erbusco (Bs); il centro stampa è nato dalla collaborazione tra il Giornale di Brescia e l’Eco di Bergamo ed è una delle più moderne ed avanzate realtà per la stampa, il confezionamento e la spedizione di quotidiani e periodici, presenti sul territorio nazionale.

IL GRUPPO EDITORIALE BRESCIANA
Editoriale Bresciana S.p.A. è l’editore del Giornale di Brescia dal 1947.

Nel tempo il Giornale di Brescia si è affermato come punto di riferimento nella vita di una provincia fra le più sviluppate e produttive d’Italia fino a diventare, con una media di 388.000 lettori (Audipress 2014/III) e una tiratura di 47.795 copie (ADS 2013), uno dei più importanti quotidiani locali italiani.

Accanto alla tradizionale attività su carta stampata il Gruppo Editoriale Bresciana ha sviluppato una serie di iniziative – nel mondo della radio, della televisione, della pubblicità e di Internet – tese a fornire risposte adeguate ai sempre più rapidi cambiamenti del mondo dell’informazione.

Risale agli anni ’70, con la nascita di Radio Classica Bresciana, il primo impegno radiofonico. Seguiranno, negli anni ’90, Radiobresciasette, Teletutto e Telenord, Numerica, concessionaria di pubblicità di tutti i mezzi del gruppo, e BresciaOnLine, portale web di riferimento per l’utenza internet bresciana. Del 2000 l’avvio di un nuovo centro stampa realizzato ad Erbusco (Bs) tramite la società collegata CSQ Spa.

Grazie a queste iniziative il gruppo Editoriale Bresciana è oggi leader in Brescia e provincia ponendosi come una fra le maggiori realtà nazionali nel settore dell’informazione locale.
(fonte: giornaledibrescia.it)

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 19 Gennaio 2018
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