“L’Inps chiede a mio marito come sta, ma lui è morto un anno e mezzo fa”

Adriano Orlando è scomparso a settembre 2016. Ma la burocrazia implacabile è tornata a bussare alla porta della famiglia e al suo dolore

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«A un anno e mezzo dalla morte di mio marito Adriano, l’Inps gli ha mandato una lettera chiedendogli notizie sul suo stato di salute». È una storia di ordinaria, implacabile burocrazia, quella con cui si è dovuta confrontare Susanna Muraca, vedova di Adriano Orlando.
Di Orlando VareseNews ha parlato in due occasioni, per raccontare la malattia e le difficoltà con cui la famiglia aveva a che fare.

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Purtroppo il trapianto, fatto a maggio 2016, non ha avuto l’esito sperato e Adriano Orlando è morto il 3 settembre del 2016. E a distanza di quasi un anno e mezzo dalla scomparsa, la famiglia ora si è trovata alle prese con una richiesta assurda: «Ieri ho ricevuto una raccomandata, era intestata a mio marito e conteneva la richiesta di dimostrare lo stato di salute» spiega Susanna Muraca.

Il decesso – specifica Muraca – era ben noto all’INPS: «Dal giorno stesso in cui è morto hanno sospeso la pensione d’invalidità che prendeva». La pratica richiesta per raccomandata si è (per ora) conclusa con l’invio di un fax con il certificato di morte di Adriano Orlando. Ma resta il dolore riacceso dalla gelida richiesta burocratica: «Addirittura ci è stata chiesta la cartella clinica, ma alla fine è bastata il certificato. Al call center ci hanno detto che non sapevano e che comunque avevano ancora bisogno dei documenti. Ci siamo sentiti presi in giro, io e mio figlio: la malattia di mio marito è stata dura e lunga, ha riaperto una ferita che stavamo ancora affrontando».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 23 Gennaio 2018
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