“Volevo l’Italia, Varese mi ha accontentato”

L'estone Siim-Sander Vene è il volto nuovo della Openjobmetis: «Consigli da Kangur e Talts, con il lavoro usciremo dalla crisi»

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Sette punti, quattro rimbalzi e un assist in 13′ di impiego. E soprattutto l’impressione positiva di un giocatore pronto fisicamente e capace di interpretare il gioco e i suoi risvolti. È questo il parziale ritratto che Siim-Sander Vene ha dato di sé sul parquet di Cremona, dove domenica ha fatto il proprio esordio in Serie A e con la maglia della Openjobmetis.

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Vene in azione – foto Pall. Varese

Due giorni dopo il il 27enne baltico si è ufficialmente presentato a stampa e tifosi nella sala “Gualco” del PalA2a, confermando sia l’indole taciturna degli estoni (per lo meno di quelli passati da Varese per giocare a basket) sia le caratteristiche tecniche intraviste al PalaRadi.

«Mi considero un giocatore calmo, razionale che può fare l’ala forte ma anche il “3” e che cerca di venire incontro alle richieste dell’allenatore. Penso anche di avere una buona conoscenza del basket e la capacità di adattarmi ai vari sistemi di gioco: in passato sono stato scelto per questa versatilità».

Vene è il terzo estone a vestire la maglia biancorossa e racconta di come i suoi rapporti con Kristjan Kangur e Janar Talts siano ottimi. «Conosco entrambi e ho giocato con loro in nazionale: in questo momento mio papà (Priit Vene ndr) è il coach di Janar al Tartu e io mi stavo allenando con loro prima di venire a Varese. Con Kangur invece ho parlato sia prima di firmare per la Openjobmetis, sia in questi giorni trascorsi qui e da Kristijan ho ricevuto consigli e suggerimenti utili».

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Non un caso che Vene sia in Italia: «Avevo già scelto il vostro Paese in estate, quando firmai per Reggio Emilia anche se poi non ho giocato neppure una partita per via dell’infortunio (al tallone ndr). Una volta guarito avevo una proposta di una squadra lituana ma ho già giocato in quel campionato: mi interessava conoscere da vicino la Serie A, e quindi la chiamata di Varese è stata perfetta. Nel frattempo sono tornato in buona forma fisica: mi sento bene anche se nove mesi senza gare ufficiali mi hanno tolto un po’ di ritmo-partita».

La Openjobmetis non versa in una buona situazione di classifica e la sconfitta di Cremona non ha certo aiutato la squadra. «Però la mia prima impressione è quella di un buon gruppo, formato da gente che non ha paura di lavorare, che si allena bene, con sforzo e non per apparenza. In partita ci è mancato qualcosa sia in attacco sia in difesa ma sono convinto che lavorando potremo presto migliorare». Vene tra l’altro è arrivato conoscendo la nomea di Caja, quella di un allenatore esigente e che richiede grande intensità nel corso delle sedute di lavoro. «Sì, conosco le caratteristiche del coach, so che lavora con intensità e come imposta il lavoro. Del resto giocando una volta alla settimana c’è tanto tempo per stare in palestra e quindi per curare i dettagli che poi, sul parquet, possono essere le cose che fanno la differenza».

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Gennaio 2018
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