Aime sceglie di mettere radici in periferia
Inaugurata la nuova sede al civico 190 di viale Valganna. Ai tanti ospiti è stata regalata una pianta di rosmarino e salvia simboli del legame con la terra e del radicamento sul territorio
Nuova sede, nuovo sito, nuova brochure. Aime (Associazione imprenditori europei) a pochi anni dalla nascita cala già il tris del cambiamento. Nel giorno dell’inaugurazione, la nuova sede, oltre 200 metri quadri al civico 190 di viale Valganna, ha accolto moltissime autorità e politici in piena campagna elettorale: dal presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo al sindaco di Varese Davide Galimberti, dal presidente della provincia Gunnar Vincenzi al neopresidente della Camera di Commercio Fabio Lunghi. (foto, da sinistra: Armando De Falco e Gianni Lucchina)
Aime ha scelto volutamente la periferia, alle porte della Valganna, per facilitare l’accesso ai soci imprenditori. «Chi arriva da nord non deve passare dal centro città – ha spiegato Gianni Lucchina, segretario generale di Aime – e lo stesso per chi viene da sud, attraverso la tangenziale, può arrivare direttamente qui. Forse non occorre più ragionare in termini di centro o periferia, ma di flussi».
A tutti i presenti è stata regalata una pianta di rosmarino o salvia a seconda delle preferenze. Un’idea che ha una ragione precisa, come spiegano Marco Colombo, imprenditore e presidente del gruppo Agroalimentare di Aime, e Maria Vittoria Ferreani Valbuzzi. «Rappresentano il legame con la terra e il radicamento sul territorio. Il rosmarino in particolare è una pianta benefica e resistente, antisettica e curativa. Ha solo pregi e nessun difetto, tanto che Carlo Magno obbligava tutti ad averla in giardino».
L’associazione ha una precisa ambizione che Colombo sintetizza così: «Vogliamo diventare un think tank in grado di generare valore sul territorio. Un contenitore di pensiero capace di assecondare la rivoluzione digitale, senza sradicare uomini e imprese dal loro contesto che va reinterpretato».
Anche per Graziella Roncati Pomi e Armando De Falco, rispettivamente vicepresidente e presidente di Aime, si respira un’aria nuova perché è ritornata la fiducia e con essa un principio di ripresa. «Noi siamo convinti che una visione sul futuro – spiega De Falco – nasca da una riconsiderazione del nostro passato. E a questo proposito non posso non citare Adriano Olivetti che tra le forze creatrici elencava bellezza, amore, verità e giustizia, forze che hanno alla base un grande senso di condivisione. Da soli non si va da nessuna parte ecco perché il nuovo tempo richiede la costituzione di una rete vera tra associazioni, un gruppo di lavoro sul cambiamento tecnologico, in grado di generare nuove opportunità».
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