Caja-Pallacanestro Varese, fatto il rinnovo fino al 2020
Il coach pavese e la società biancorossa prolungano l'accordo. Severo, preparato, lavoratore: i tifosi gli vogliono bene
Un flirt di qualche mese finito male, i rapporti riannodati, un’altra mezza stagione per riprendersi e volersi bene e un’annata difficile ma che ha iniziato a dare soddisfazioni vere. La storia d’amore tra la Pallacanestro Varese e coach Attilio Caja, un po’ complicata all’inizio, è diventata un idilio destinato a durare – almeno nelle intenzioni – per parecchio tempo.
Il coach di Pavia, prossimo ai 57 anni, ha prolungato il contratto che lo lega alla società di piazza Montegrappa e resterà in biancorosso fino al giugno 2020, quindi per altri due campionati oltre a quello in corso. Un torneo in cui la Openjobmetis affidata all’Artiglio – questo il suo soprannome – sta per centrare l’obiettivo che si era data in estate, quello della salvezza, per il quale servono ancora un paio di vittorie.
L’allungamento del contratto era nell’aria da tempo: nell’annata passata Caja aveva resuscitato una squadra ridotta in macerie dalla gestione Moretti, l’aveva presa all’ultimo posto in classifica (ricordate la minaccia di cacciare i giocatori in Cina?) ed era riuscito a inanellare una serie di vittorie – 9 di fila – con le quali la Openjobmetis era giunta fino alla soglia dei playoff (ah, se il cambio ci fosse stato prima…). Ora, con i quattro successi consecutivi a inizio girone di ritorno, tutti contro squadre sulla carta superiori (Venezia e Cantù in trasferta, Milano e Brescia in casa), il nuovo balzo in avanti nella considerazione di società e tifosi, con questi ultimi che hanno sempre dimostrato un grande affetto al tecnico pavese. Un allenatore che altrove non gode di questa considerazione ma che a Varese si è integrato molto bene.
Caja è tecnico che sa essere duro, che talvolta si irrigidisce (vedi il caso Hollis) ma che ha dimostrato di saper preparare le partite come pochi altri nell’attuale panorama della Serie A italiana. E grazie al lavoro settimanale in palestra (Attilio è molto esigente, in primis con se stesso) ha innalzato il valore dei singoli giocatori a disposizione. Basti pensare alla crescita di Okoye (che era già migliorato nei due anni di A2), alla conferma di Ferrero, allo sbocciare di Avramovic e via dicendo. Ora una nuova sfida lunga più di due anni, nella speranza che la società possa mettergli a disposizione risorse per provare ad alzare l’obiettivo.
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