Casciago, si torna a parlare dei lavori di piazza Cavour
Polemica della minoranza con risposta del primo cittadino Andrea Zanotti. Il contenzioso va avanti, e la polemica non è sopita
«Mi stupisce che chi era in giunta con me dieci anni fa, oggi si ricordi di non essere stato d’accordo con quello che allora votò senza battere ciglio».
A Casciago si torna a parlare dell’appalto per la costruzione di piazza Cavour e del parcheggio/rotonda di via Tividino (stazione ferroviaria), un appalto problematico fin da subito, complesso e difficile per molti motivi.
Il contenzioso con la ditta che vinse l’appalto dei lavori, terminati nel 2010/2011, la Andreozzi Costruzioni di Salerno, va avanti: c’è stato un primo grado di giudizio che ha parzialmente dato ragione all’impresa campana, che però prosegue a propria tutela con azioni e attività nei confronti del Comune. Ultime di queste azioni la richiesta di pignoramento di alcuni beni di proprietà dell’amministrazione comunale, nella fattispecie le case popolari di via Santa Monica: per i residenti non ci dovrebbero essere problemi, come spiegato agli stessi dal sindaco di Casciago Andrea Zanotti e dai rappresentanti dell’Aler, ente che gestisce l’assegnazione degli alloggi.
A Zanotti non sono piaciute le uscite di alcuni esponenti della minoranza in consiglio comunale, in particolare quella di Stefano Chiesa, capogruppo di “Casciago Cambia”, che sul quotidiano La Prealpina ha “bacchettato” il sindaco, accusandolo di “minimizzare la situazione” e di aver “gestito male” la vicenda dell’appalto: «Ricordo a Chiesa che quando i lavori sono stati affidati alla ditta Andreozzi lui era in giunta e ha votato a favore – commenta il primo cittadino casciaghese -: che oggi si ricordi che dieci anni fa non era d’accordo, mi fa pensare…Non è colpa mia nè di qualcun altro se nessuna impresa locale partecipò all’appalto pubblico, che fu aggiudicato non al massimo ribasso, per l’affidamento dei lavori, procedura specchiata e curata da un esperta di queste pratiche come l’avvocato Maria Cristina Colombo, consulente tra le altre cose di Upel. Noi già allora ci siamo domandanti il perchè nessuno del territorio volesse partecipare ad una gara simile, con sul piatto un appalto sostanzioso. La ditta campana ha vinto, ne abbiamo preso atto, ma da subito sono cominciati i problemi: il costo richiesto per terminare i lavori è stato raddoppiato dall’impresa, soldi che il Comune non ha sborsato difendendosi in ogni sede dalle richieste giudicate inique o non dovute. Aspettiamo la sentenza definitiva e andiamo avanti a tutelarci. Ricordo a Chiesa, che forse se ne è dimenticato, che parte dei lavori di via Tividino sono stati pagati con l’onere di urbanizzazione dalla Paul&Shark e ricordo anche che il Comune ha accantonato le somme in via prudenziale in attesa della sentenza di cui sopra. Se si vuole attaccare il Comune a fini prettamente elettorali si faccia pure, ma mi fa riflettere il fatto che si attacchi l’amministrazione comunale quando la vera responsabilità è in capo all’impresa, che ha sfruttato in ogni modo i meccanismi dell’appalto pubblico per fare i propri interessi. Tra l’altro ricordo sempre ai distratti che i lavori sono stati seguiti da 2 direttori lavori, un responsabile del procedimento e un responsabile del servizio, tecnici questi ultimi dipendenti del Comune, oltre a un collaudatore. Figure tutte queste confermate anche dalla giunta venuta dopo la mia».
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