Il diplomato tecnico trova più facilmente lavoro

Il rapporto della Fondazione Agnelli rivela che la metà dei diplomati che lavorano ha già raggiunto entro i primi due anni dal termine degli studi una posizione stabile

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La scelta di un istituto tecnico è un buon antidoto alla disoccupazione. Le conclusioni del Rapporto della Fondazione Agnelli (clicca qui per leggerlo) confermano infatti che l’indice di occupazione di chi ha scelto di entrare subito nel mercato del lavoro al conseguimento del diploma si attesta al  40%. Performance più che buona se si considera la congiuntura economica non proprio brillante degli ultimi anni.

NON TUTTI PROSEGUONO GLI STUDI
Il report rivela che, fatti 100 i diplomati tecnici e professionali dei tre anni scolastici considerati (2011/12, 2012/13, 2013/14), solo il 30% di loro ha proseguito gli studi a livello universitario (studenti e studenti lavoratori). Gli altri hanno optato per un ingresso immediato nel mercato del lavoro dove però in questi anni non hanno trovato un contesto particolarmente favorevole: non più del 28% ha lavorato per più di sei mesi nei primi due anni post-diploma (occupati); nello stesso periodo, il 14,7% ha svolto lavori saltuari e frammentari cumulando meno di sei mesi di lavoro (sottoccupati). Nel 27,4% dei casi, i diplomati non sono risultati iscritti a corsi universitari né hanno avuto esperienze lavorative di alcun tipo: si tratta di una popolazione che per caratteristiche anagrafiche e esiti scolastici è in larghissima parte assimilabile alla categoria dei NEET.

NOVE MESI PER AVERE UN RAPPORTO DI LAVORO SIGNIFICATIVO
Per avere un contratto con una durata di almeno trenta giorni continuativi, i diplomati hanno atteso in media 263 giorni, quasi nove mesi. La mobilità è stata relativamente contenuta con la maggioranza dei diplomati che non si è spostata oltre il comune di residenza o la provincia per trovare un’occupazione (distanza media da casa del lavoro: 40 km).

NON SEMPRE IL LAVORO È COERENTE
A due anni di distanza dal diploma, solo un diplomato su tre (34,3%) degli occupati svolge un lavoro coerente col titolo di studi conseguito. La metà di dei diplomati (51,3%) deve accontentarsi di un lavoro qualsiasi, mentre il 14,4% svolge professioni trasversali e accessibili, oltre che con la propria, anche con maturità di diverso tipo. Per quanto riguarda invece il tipo di contratto, la metà dei diplomati che lavorano ha già raggiunto entro i primi due anni dal termine degli studi una posizione stabile. In particolare, il 22,2% ha un contratto a tempo indeterminato e circa il 27,6% è inserita in un percorso di apprendistato che per i più giovani rappresenta il primo passo nell’ambito di un rapporto di lavoro di tipo permanente.  (Fonte Fondazione Agnelli)

 

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Febbraio 2018
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