Fa per tre, ma non da sé

La nuova ferrovia verso la Svizzera fa di Varese una città centrale per raggiungere tre laghi in meno di un'ora. Le mete di Laveno Mombello, Como, Porto Ceresio e Lugano possono cambiare faccia al turismo del territorio

Laveno Mombello by Night

Un mese è ancora poco per poter fare bilanci, ma intanto possiamo dire con certezza che con la nuova linea ferroviaria verso la Svizzera si apre una stagione completamente nuova per Varese e provincia.

Non esiste altra città in Europa che permetta di raggiungere in treno in meno di un’ora tre diversi laghi di grande importanza turistica.

La città giardino esce così da quella condizione di parziale isolamento e, grazie a tre diverse linee, può raggiungere, ed esser raggiunta, in venti minuti il lago Ceresio, in quaranta quello di Como e in cinquanta il Maggiore.

Le stazioni di Varese diventano così un hub di terra e d’acqua. Porto Ceresio, Como, Lugano, Laveno Mombello sono infatti altrettanti punti di approdo di un sistema di navigazione. La città e il territorio intorno potranno beneficiare in modo importante di questa nuova condizione.

Gli effetti positivi riguardano tanti cittadini che oggi possono raggiungere i propri posti di lavoro senza utilizzare l’auto. Questo è un aspetto importante, ma c’è molto di più perché Varese potrà diventare il punto di partenza per una rete di destinazioni di primo livello. Teniamo conto che tra cinque mesi diventerà operativo anche il collegamento diretto con Malpensa.

È un po’ gnucco lo slogan, ma con #doyoulake la Camera di commercio aveva visto giusto. L’idea era quella di valorizzare la grande risorsa del Lago Maggiore, ma oggi quella visione può esser allargata a tutto il bacino. Se ne devono esser già accorti i tanti turisti stranieri che pian piano stanno destagionalizzando mete come Luino e non solo.

Ci sono diversi fattori di cambiamento. Il primo riguarda la globalizzazione e i numeri che esprime oggi il turismo. In tutto il mondo, nel 2017, si sono mossi per viaggiare oltre un miliardo e trecento milioni di persone. Il secondo è rappresentato da una offerta di servizi molto cambiata. Basterebbe pensare agli Airbnb, la piattaforma mondiale con le case che mettono a disposizione stanze per ospiti a pagamento. Un sistema che, malgrado le diverse critiche che si attira, ha permesso a zone e città di sviluppare il turismo senza dover intervenire con grandi infrastrutture. Un esempio su tutti è Matera, ma anche tanti centri storici di città d’arte come ad esempio Firenze.

L’Italia grazie a diversi fattori negli ultimi cinque anni ha avuto una crescita robusta e ci sono città e zone che iniziano addirittura a soffrire per il troppo flusso di ingressi. Venezia, Firenze, San Gimignano, Cinque terre, Roma, riflettono seriamente su come riqualificare le presenze. Milano è esplosa, città come Mantova sono cresciute tanto e la Lombardia potrebbe meravigliare anche in questo settore.

Varese ha tutte le caratteristiche per diventare un luogo di eccellenza anche in questo ambito. È evidente che non ha un elemento di forte attrattivi simbolica. Non ha il mare e nemmeno un monumento unico, ma fa parte di diversi sistemi, come ad esempio i beni dell’Unesco. E qui sta la sua forza e debolezza al tempo stesso. Varese non ha la cultura emiliana o quella toscana. Non è abituata per nulla a sfruttare sinergie. Ne parla tanto, ma nei convegni o nelle stanze di chi fa analisi. Poi però parte dell’identità di questo territorio è legata alla “sindrome del pasticcino” in cui tutti ci si sente grandi artisti in cucina, ma senza la volontà di cooperare per realizzare una vera torta. Per carità, è una abitudine che nel tempo ha dato grandi soddisfazioni, ma che in un settore come il turismo, in una zona come il Varesotto, rischia di perdere occasioni.

La città si colloca in una posizione ormai quasi strategica per gli amanti di diverse attività, ma occorre costruire reti, così come le piattaforme sono state capaci di fare portando valore ai singoli. Reti e semplificazioni. Varese ha tre eccellenze autentiche: i Giardini Estensi, Sacro Monte e Villa Panza. Provate a uscire da una stazione e andare a Biumo Superiore dove si trova la splendida villa del Fai. Al di là del rischio per la propria incolumità fisica dovuto a strade pericolose, non troverete nessuna indicazione. Questo è solo un esempio banale, ma non possono risolverlo solo i privati, serve un lavoro di regia, ma anche una strategia che valorizzi le singole opportunità dentro un vero sistema di rete.

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Febbraio 2018
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