Il fuoco si porta via due secoli di storia dell’industria del Varesotto
Il cotonificio fu inaugurato nel 1823 dalla famiglia Ponti che aveva rilevato un piccolo mulino. Diede lavoro a migliaia di operai per 150 anni e ora rischia di scomparire a causa dell'incendio
L’incendio che ha devastato quasi 4 mila metri quadri dell’ex-cotonificio di Solbiate Olona rischia di mettere a repantaglio qualcosa come 195 anni di storia dell’industria nel Varesotto. Dal balconcino della scalinata, la strada che migliaia e migliaia di solbiatesi percorrevano ogni giorno per andare a lavorare al cotonificio, è diventata stamattina il punto di osservazione di molti cittadini che guardano il loro cotonificio bruciare col cuore stretto da una morsa di dolore.
Il legame tra Solbiate e quella fabbrica è antico. Era il 1823 quando il primo opificio della Valle Olona aprì i battenti ai suoi 153 lavoratori dei quali 12 erano donne. Solo due anni prima la famiglia Ponti aveva acquisito un mulino chiedendo all’amministrazione del Fiume Olona di cambiare la produzione da farina a cotone.
La famiglia Ponti ha iniziato per prima a importare il cotone dagli Usa, grazie ad un fratello che si era stabilito a New Orleans. L’azienda partì nel 1823 con un capitale di 500 mila lire e nel 1854 aveva già accumulato 19 milioni, cifre da capogiro per l’epoca.
Grazie a quei capitali i Ponti hanno acquistato la villa napoleonica di Varese e hanno costruito il complesso delle Ville Ponti. Ad un certo punto divenero i proprietari del lago di Varese e contribuirono alla creazione dei cotonifici Cantoni e Krumm.
Ivan Vaghi e l’ex-sindaco di Solbiate Olona Antonello Colombo hanno scritto un libro su questo edificio dato alle stampe nel 2013 col titolo “La storia e le memorie del Cotonificio di Solbiate” e hanno scoperto che gli industriali gallaratesi facevano da finanziatori per le nuove attività industriali, fornivano loro la materia prima e facevano da agenti di commercio.
Tenevano bassi i salari ma davano le case, costruivano le scuole e i servizi riuscendo ad evitare lotte sindacali troppo dure. Furono loro a costruire uno dei primi asili in Italia. Nel 1923 si festeggió il centenario del cotonificio con l’allora ministro dell’economia del governo fascista, Orso Mario Corbino che premiò i dipendenti con 50 anni di lavoro baciando loro le mani.
190 anni dopo attorno ai capannoni del cotonificio si era riaccesa la fiammella del progresso con l’inaugurazione di un tetto fotovoltaico da 1 megawatt, uno degli impianti più grandi di produzione di energia solare in provincia, che è andato in parte distrutto dalle fiamme che lo hanno avvolto in un triste martedì di febbraio.
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