I pacifici abitanti del Varesotto si stanno ribellando

Pier Fausto Vedani commenta la difficile situazione della sanità in provincia e richiama i politici a una maggiore attenzione alle istanze dei cittadini

presidio ospedale angera

La violenza, l’insicurezza che oggi angosciano la società sono storia dell’uomo, tanto che le richiama e le frequenta spesso anche attraverso canali culturali come la letteratura, il teatro, il cinema. Oggi tengono banco le sparatorie, ci impressionano le stragi negli Stati Uniti, ma le nostre generazioni sono tutte cresciute nel mito dei duelli, delle vicende spesso sanguinose del West, alle quali sono poi seguite quelle dei gangster e delle mafie importate dall’Europa, continente dove la violenza ha una storia plurisecolare ben più importante che dal 1900 in campo culturale a lungo ha vestito panni più raffinati con racconti e film polizieschi influenzati da stile e atmosfere di Agata Christie o di autori più popolari ma parimenti affascinanti, francesi in particolare.E oggi in Italia il commissario Montalbano fa ascolti record.

Dai lungometraggi nordamericani abbiamo prelevato e apprezzato anche altri modelli di avventura, con personaggi strepitosi, come Steve McQueen, attore scatenato e coraggioso, diventato famoso con il film “La Grande Fuga”,ovvero il progetto di una maxievasione da un lager di prigionieri di guerra. In Italia McQueen, lo ha richiamato e celebrato Vasco Rossi nella sua canzone-culto “Vita spericolata” appunto come modello di personaggio esagerato.

Un richiamo di grande attualità quello odierno della “Grande fuga” e del suo celebre protagonista se pensiamo al sistema sanitario varesino e ai politici che insistono a riformarlo nei peggiori modi possibili, ma che sono in fuga tutti a pochi giorni dalle elezioni per non riconoscere i loro macroscopici errori.

E’ accaduto infatti l’impensabile i pacifici abitanti del Varesotto dopo anni di paziente accettazione della noia gestionale del Centrodestra stanno ribellandosi . E inseguono i politici che scappano alla Steve McQueen, ma senza raccogliere simpatia e consensi come l’attore che gabbava i suoi carcerieri nazisti.

La protesta dei cittadini è vasta e coinvolge buona parte del territorio della provincia. E soprattutto è trasversale, non salva nessuna appartenenza politica.

Ricordiamo la sollevazione di Angera che non vuole perdere il punto nascite del suo ospedale e si oppone al depotenziamento in generale dell’assistenza pubblica; in queste scelte con gli angeresi ci sono anche sindaci della sponda piemontese del Verbano che, essendo Novara lontana, affidano i loro amministrati all’ospedale di Angera.

Si è registrata inoltre per la prima volta la nascita di comitati di cittadini a Busto e Gallarate dove ci sarà un unico nuovo ospedale che però mette paura a tutti visto che cosa capita a quello miniaturizzato di Varese, dove è nato un forte comitato per la tutela di ammalati bisognosi di cure particolari come quelle per i dializzati e i trapiantati di rene; dove medici e infermieri del Pronto Soccorso fanno vita grama e sono sul piede di guerra, quando poi non vengono aggrediti e picchiati da personaggi via di testa che hanno campo libero perché il posto di polizia è chiuso di sera.

E al Circolo naturalmente è sempre a portata di ammalati la barellaia quando non vengono addirittura bloccati i ricoveri per qualche ora o trasferiti in altri ospedali.
La lettera dell’architetto Paolo Ciotti, che seguì i lavori del monoblocco dalla progettazione alla realizzazione, mette nero su bianco l’impoverimento dell’ospedale varesino.

Accade pure che uno con il mal di pancia si ritrovi ricoverato nel reparto di otorinolaringoiatria. Al Circolo i cittadini devono poi accettare lunghe attese, anche mesi, per poter avere il responso di esami clinici. E’ di poche ore fa la testimonianza raccolta dalla nostra Alessandra Toni sulle gravi conseguenze dei ritardi degli esami clinici per i tumori al seno.

Tutto questo disordine organizzativo è dovuto ai tagli delle spese di gestione, siamo cioè alla cassa integrazione dell’ospedale-azienda, nelle sue disavventure pure giustamente criticato con interviste al fulmicotone di illustri personaggi che hanno guidato alla grande Università e ospedale, due eccellenti istituzioni oggi non più adeguate come qualche anno fa al servizio culturale e sociale per il quale sono state realizzate.

Sempre nella sanità ci sono realtà con un futuro non roseo dovuto agli insuccessi programmatici : il miglior esempio è l’ospedale Del Ponte, che infatti non sarà più un centro di avanguardia neonatale, ma un reparto di ginecologia, alla faccia dei milioni donati dai varesini per l’assistenza migliore in assoluto ai baby bosini n arrivo.

Davanti a questo cedimento strutturale del sistema sanitario non c’è stato un candidato alle prossime elezioni che sia venuto allo scoperto, che abbia detto una parola: segno inequivocabile che si andrà avanti con la riforma folle che prevede ospedali piccoli e una assistenza diffusa sul territorio al quale però nulla viene dato in termini di strutture e dove si favorisce la mano privata perché quella pubblica di soldi non ne ha.

Attenzione, il problema non è solo del Centrodestra, anche l’area progressista sta comodamente al gioco perché sa che poco o nulla a sua volta farà per ridare a Varese e al suo territorio una sanità accettabile. E nulla farà per una Facoltà di medicina e chirurgia alla quale sono state tolte parecchie specialità dando più potere a piccoli clan sempre più in auge in Lombardia, abili trapezisti nel balzare da un ramo all’altro dell’albero del potere.

Ci sono alcune situazioni che offendono i cittadini: dal momento che la crisi assistenziale non è nata ieri è incredibile che nessun sindaco, nessun consiglio comunale del nostro territorio abbiano approfondito seriamente il problema.

Un asservimento al potere regionale il loro davvero inaccettabile se non vergognoso. E’ vero che la gestione della sanità tocca a Milano ma una classe politica matura, responsabile, ha il diritto di saperne di più, di discutere, di difendere gli interessi del suo territorio e dei suoi amministrati . Da anni Milano ci presenta progetti sanitari a scatola chiusa, come fossero intuizioni divine, quando invece lavorare assieme sarebbe più utile e democratico, se non addirittura vincente . Sino a oggi le decisioni calate dall’alto sono state palesemente insufficienti davanti alle realtà e alle necessità di un servizio basilare come quello per la nostra salute pubblica.

Decisioni dunque imposte: non si discute con il territorio che deve ubbidire, tacere e votare. Già, il 4 marzo si vota . E il voto è un premio, il riconoscimento di un buon governo. Destra e Sinistra della Regione ci parleranno dei tagli alla sanità da parte del governo progressista, ma la lotta per difendere la salute pubblica va in ogni modo fatta assieme ai lombardi non contro di loro.

Se poi la politica regionale vuole la vita spericolata, piena di guai, come quella di Vasco e di Steve MCQueen ,allora deve essere disposta a pagarne le conseguenze. Mancano pochi giorni, alle elezioni, ma sono sufficienti per un vero patto con gli elettori. C’è il tempo di una proposta politica per recuperare dignità e consenso presso una comunità incredibilmente snobbata. Ci sono stati personaggi come Maroni e Cattaneo che a volte sono intervenuti per raddrizzare autentiche storture, sono stati un buon esempio ma senza seguaci.

Anche per il sistema sanitario, fortemente collegato al nostro ateneo si tenga conto delle recentissime parole del ministro Calenda in visita a Varese: il presente e il futuro della nostra comunità sono innanzitutto una sfida culturale in rapporto alle realtà economiche emergenti. Noi varesini non andremo mai lontano se escluderemo da una cultura di frontiera istituzioni di immensa portata sociale e scientifica come la sanità ospedaliera e di vivace e potente traino come l’Università dell’Insubria. Sono due pilastri del nostro futuro che vanno rispettati e amati. Se la politica è tanto presuntuosa da non capirlo ne pagherà per prima le conseguenze.

di
Pubblicato il 23 Febbraio 2018
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.