Problemi in pronto soccorso: intervenga la magistratura

Organico ridotto, concorsi che vanno deserti, nessuna trattativa. La Cgil ha deciso di rivolgersi alla magistratura e all'Ispettorato del lavoro per denunciare la situazione del pronto soccorso di Gallarate

Denuncia situazione PS della Cgil

Scelte strategiche sbagliate. Sono quelle che oggi contesta la Funzione Pubblica della Cgil attraverso un esposto alla Procura della Repubblica e una segnalazione all’Ispettorato del Lavoro per le condizioni estreme in cui è costretto il personale medico del pronto soccorso di Gallarate: « Abbiamo atteso un anno che la situazione migliorasse – spiegano Giancarlo Ardizzoia segretario della FP Cgil e Alberto Grasso della categoria “Medici” del sindacato – L’Asst Valle Olona ha bandito dei concorsi. Ma tutti sono andati deserti. Il PS non è stato certo, in questi anni, uno dei reparti su cui si è investito e oggi assistiamo all’impoverimento gravissimo del servizio  fondamentale per la salute dei cittadini».

Il sindacato contesta la violazione reiterata dell’Art 32 della Costituzione : « L’esposto alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio vuole porre l’attenzione sulla costante criticità della carenza di personale medico nel pronto soccorso del presidio Ospedaliero di Gallarate, affinché gli organi competenti possano eseguire gli opportuni accertamenti e valutare la sussistenza di eventuali profili di illegittimità e di mancato rispetto dell’art. 32 della Costituzione (tutela della salute)» si legge nel comunicato della FP Cgil.

«La segnalazione all’Ispettorato invece – si legge ancora – è finalizzata a verificare se vi siano o vi siano state violazioni sulla disciplina legislativa dell’orario di lavoro negli anni 2016 e 2017 sino ad oggi. Le presunte violazioni riguardano la durata massima dell’orario di lavoro, il riposo giornaliero che deve essere di 11 ore tra un turno e l’altro, le pause. E le ferie: il personale medico spesso accumula ore e ore di servizio in più che deve poi recuperare entro l’anno, pena la perdita delle ore. Così si arriva anche ad accumulare 80-90 giorni di ferie non godute».

Il caso dell’ospedale di Gallarate non è però, isolato. Tutti i PS dell’Asst Valle Olona operano in condizioni critiche. Il pronto soccorso di Varese è finito più volte sotto i riflettori per denunce del personale infermieristico ma anche per stessa ammissione dell’allora assessore alla Sanità Mantovani che lo definì “ Non degno della Lombardia”. Da allora, nonostante molte “ricette”, la situazione non è cambiata fino all’ennesima richiesta urgente di intervento questa volta mossa da tutte le sigle sindacali dei medici, con ANAAO in testa: « La nostra lettera di incontro urgente non ha ancora ricevuto risposta – fa sapere il rappresentante Ottavio Amatruda – Solleciteremo di nuovo».

Non hanno più concesso tempo, invece, i delegati della Cgil : « Il  carico è spaventoso – spiega Alberto Grasso – Secondo le linee guida della FIMEUC (Società Scientifica dei Medici di Medicina d’Urgenza) e dall’Istituto Superiore per la Prevenzione a la Sicurezza del Lavoro occorrerebbero almeno 14 medici per il carico del PS di Gallarate che, lo scorso anno, ha ricevuto oltre 52.800 utenti. Invece sono 8 e non riescono a trovare altro personale. Alcuni dipendenti hanno accumulato, tra ferie e riposi non goduti, oltre 90 giorni. Si lavora saltando i riposi e senza il rispetto delle 11 ore di riposo».

La preoccupazione è che in futuro la situazione possa solo peggiorare: nel decennio 2017-2026 si stima che circa 50.000 medici dipendenti ospedalieri e dei servizi territoriali avranno i requisiti per andare in pensione (quasi il 50% dell’attuale dotazione). Ad uscire dal sistema saranno in particolare i nati tra il 1951 e il 1960 (di media circa 6000 medici per anno). Di media solo il 70% dei medici specialisti sceglie di lavorare alle dipendenze del SSN. Nel prossimo decennio anche le uscite relative al personale medico universitario e agli specialisti ambulatoriali convenzionati sono attese in netto incremento. Le previsioni entro il 2023: pediatri 5189 in uscita e 2900 in entrata (-2289 medici); medicina interna 2804 in uscita e 2280 in entrata (-524 medici); chirurgia Generale 4054 in uscita e 2710 in entrata (-1334 medici); cardiologia 3615 in uscita e 2480 in entrata (-1135 medici); ginecologia 3674 in uscita e 2160 in entrata (-1514 medici).

Si fa pressante, dunque, una politica sanitaria che destini le risorse a ciò che veramente occorre, puntando su quello che più serve. Dopo la Legge 31 che ha ospedalizzato la sanità impoverendo il territorio è entrata in vigore la Legge 23 che cerca di invertire la rotta. In attesa di ricostruire una rete territoriale, vanno sostenuti i servizi esistenti, come il pronto soccorso, spesso l’unica risposta del territorio, che avrebbe bisogno di politiche economiche incentivanti, fanno notare i due sindacalisti parlando in termini generali.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 28 Febbraio 2018
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