Referendum sullo stipendio, il sindaco fa melina

Era una proposta choc della campagna elettorale, ma oggi Galimberti rimanda a un regolamento che valuti anche i consiglieri. Il consiglio approva la censura per la mancata risposta

consiglio comunale varese

Storia di una promessa elettorale, tra le tante fatte da destra e da sinistra.

“Sono 151 giorni che sono scaduti i termini di una mia interrogazione – osserva Pinti della Lega –  in cui chiedevo come si intenda fare per organizzare il referendum sullo stipendio del sindaco, che egli stesso ha promesso. Il sindaco Galimberti ci ha richiamato spesso al rispetto delle regole, ma adesso è lui stesso che non le rispetta”.

La mozione di Pinti chiedeva che il sindaco giustificasse il perchè del suo mancato rispetto del regolamento, che prescrive una risposta scritta entro 30 giorni a una interrogazione consiliare. E il consiglio comunale, alla fine, gli ha dato ragione, votando a favore della mozione consiliare che richiama il primo cittadino al rispetto del regolamento.

La mozione era delicata perchè di fondo richiamava il sindaco al rispetto di una delle più clamorose proposte del suo programma elettorale che lo portò a vincere le elezioni nel 2016, ovvero la promessa che avrebbe fatto decidere al popolo se il sindaco, ogni anno, meriti o meno lo stipendio pieno. 

Ma va chiarito che il consiglio ha censurato, diciamo così, la mancata risposta, ma non il mancato referendum, che probabilmente, a quanto si è capito, non si farà mai.

Il sindaco Galimberti ha risposto e si è scusato, ma a modo suo: “Mi devo scusare con il consigliere Pinti per non aver risposto. Una risposta formale è stata predisposta dagli uffici il giorno dopo la sua interrogazione, ma siccome lo spirito del meccanismo di valutazione, che c’è in tutti gli organismi pubblici, è un meccanismo complesso, occorre un tavolo di valutazione che stili un regolamento per valutare tutti, anche gli assessori e i consiglieri comunali. E quindi è un percorso da fare insieme”, ha concluso.

Il discorso ha poi preso una piega polemica, il sindaco ha detto che ha avuto altre priorità, elencando una quindicina di decisioni prese in questi due anni dalla giunta. Il clima si è un po’ scaldato con vari botta e risposta tra il presidente Malerba e Pinti, che ha un po’ travalicato il tempo a sua disposizione.

Il referendum è dunque rimandato a una commissione che annacqua defintivamente la proposta choc che all’epoca fece Galimberti. La maggioranza ha difeso il sindaco, ma con qualche puntualizzazione, anche creativa. Il consigliere Laforgia ad esempio ha detto che Galimberti quando propose questa riforma era ancora un privato cittadino. Rinaldo Ballerio della lista Orrigoni è stato tranchant con tutti: “Pinti hai dato al sindaco l’occasione di fare una supercazzola elettorale – ha sbottato -,  anche se gli hai rivangato le incaute promesse elettorali. Io credo, signor sindaco, che lei debba esser giudicato per quello che farà. Si porti a casa il suo stipendio, lavori e si faccia giudicare dagli elettori”.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 28 Febbraio 2018
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.