“I tempi d’attesa biblici sono un ‘cancro’ della nostra sanità”

Cure eccellenti, ricerca avanzata, tecnologia all'avanguardia. Spesso, però, per arrivare alla diagnosi e cura del cancro si aspetta per giorni e mesi. L'appello di Adele Patrini, presidente di Caos

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La battaglia dei malati oncologici è spesso troppo lunga.
La medicina e la tecnologia hanno fatto passi da gigante. I professionisti sono davvero capaci di sconfiggere il cancro. Certo, non sempre si vince la battaglia, ci sono casi e casi, molto dipende dall’organo colpito dal tumore. Ma i progressi fatti negli ultimi 40 anni sono evidenti e tangibili.

Le recenti testimonianze di donne del mondo della spettacolo e della loro battaglia contro questo male condotta in periodi brevissimi hanno fatto emergere un problema: quello della lentezza del percorso diagnostico e terapeutico per la maggior parte dei pazienti.

La necessità che i tempi d’attesa vengano ridotti al minimo perché quel tempo trascorso aspettando una diagnosi crea danni alla psiche della persona malata, è stata ribadita con forza dalla Presidente di Caos Adele Patrini che in un lungo postato sul suo profilo social: « Nella profonda consapevolezza che ogni paziente abbia il diritto di sentirsi come vuole ( guarita, sopravvissuta, guerriera, fortunata, sfortunata, delusa, arrabbiata, partecipe, silenziosa, angosciata, serena, empatica, chiusa, aperta, etc..etc..) e di dirlo a chi vuole e nei modi a lei più graditi, una cosa mi ha molto colpito all’interno di queste testimonianze: I TEMPI! Da paziente che segue altre pazienti negli ospedali mi domando come sia possibile risolvere tutto un percorso diagnostico terapeutico oncologico in due mesi, come sia possibile essere operate dopo 4 giorni dalla diagnosi, fare un secondo livello il giorno dopo, andare da un medico che diagnostica un neo neoplastico ed il giorno dopo la paziente è già in sala operatoria! La questione TEMPO ( liste d’attesa per la prevenzione e la cura ) in ambito oncologico è di fondamentale importanza clinica e psicologica ed è alla base della qualità del servizio offerto. Le scelte di politica sanitaria devono partire da una particolare attenzione ai TEMPI! E’ angosciante attendere il verdetto che decreta se una cellula del tuo corpo è impazzita! Tremendo è dover riempire mentalmente gli spazi vuoti lasciati dalle attese..tenere la testa ferma mentre vaga nei meandri più oscuri della paura!  Lancio una sfida mediatica: che intervistino la Signora Maria che sta aspettando da due mesi una microbiopsia , la Signora Giovanna a cui hanno dato appuntamento per una mammografia alla fine del 2019 , la Signora Caterina che passa le giornate appiccicata al telefono in attesa che la chiamino per l’intervento chirurgico…queste sono le donne che vogliamo sentire, meravigliose e ferite da un cancro sociale per il quale non c’è GUERRIERA che tenga». 

Un’esternazione che ha subito raccolto il plauso di molte donne ( ma anche uomini) che dell’angoscia dei “tempi d’attesa” ha ricordo vivo o esperienza quotidiana: « Soprattutto spero che la nostra pur sempre ottima sanità superi queste lentezze spesso fatali – fa sapere una donna – Per me i tempi sono stati abbastanza veloci, ma neanche tempi biblici come purtroppo molti devono attendere con terribile angoscia per loro e i loro cari. I tempi biblici sono un “cancro” della nostra sanità (per altri versi ottima)» « La malata di cancro al 4 stadio che aspetta una settimana per l’esito della tac o dei marker tumorali… Hai presente che angoscia… La malattia è regredita o è avanzata?» commenta un’altra amica di Adele.

Messaggi lanciati in trasmissioni televisive colpiscono quanti devono invece confrontarsi con realtà completamente diverse, fatte di attese estenuanti e debilitanti: « Una riflessione approfondita va fatta con urgenza – commenta la presidente di Caos – perché i tempi di attesa vanno a inficiare un sistema d’eccellenza che vede finalmente cure integrate, risultati da scienza e ricerca, capacità e tecnologie all’altezza: siamo orgogliosi in ambito senologico in Lombardia, ma manca un ultimo passaggio. È come avere una bellissima casa che ha il sistema fognario intasato. Sulla base di queste testimonianze molto forti a livello mediatico si vince, ma per fare bingo basta l’ultimo piccolissimo passo che sono le liste d’attesa. Noi volontari ci mettiamo a disposizione per migliorare il sistema»

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Pubblicato il 22 Febbraio 2018
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