Villette sulla collina di Crenna, Legambiente dice no

Si torna a parlare del progetto sull'area all'ultimo tornante della salita dal viale dei Tigli. "I cittadini non vogliono altro cemento"

cantiere gallarate via nascimbene

A distanza di tre anni, si torna a parlare delle villette previste in via Nascimbene, all’ultimo tornante della salita che dal viale dei Tigli arriva in piazza a Crenna.

Il progetto, in realtà, ha radici ancora più lontane, che riportano come minimo all’anno 2007. Ma ora a rilanciare la mobilitazione è Legambiente, che “su segnalazione dei cittadini gallaratesi residenti nel rione di Crenna”, si è fatta promotrice di “una petizione che, attraverso una raccolta firme, chiede l’annullamento definitivo del permesso di costruire in via Nascimbene sul limitare della collina di Crenna”.

Legambiente ritiene che “le costruzioni previste andranno a determinare uno scempio del paesaggio collinare della zona ed inoltre, potrebbero costituire un serio rischio ambientale e idrogeologico”.

“La questione ha origini remote” ricorda il Cigno Verde. “Fino agli anni Ottanta la fascia di terreno interessata non era edificabile. Una variante al PGT di quegli anni, invece, spostò il limite di edificabilità sul ciglio del pendio, in quella stretta fascia pianeggiante adibita in passato ad orti e a giardini. Da qui la richiesta di imprese private di poter edificare”.

Ora si parla di tre ville, per un totale di cinque nuclei abitativi. “Se davvero queste costruzioni saranno realizzate, dal Belvedere di Crenna, luogo da cui si vede la città e con cielo terso addirittura la Madonnina del Duomo, lo spettacolo sarà desolante e il paesaggio irrimediabilmente compromesso”.

«Anche se cento cittadini hanno già firmato la petizione “No cemento in via Nascimbene”, la raccolta firme continua – dicono gli attivisti del Circolo Legambiente E. Ferrario di Gallarate -. Abbiamo raccolto la preoccupazione dei cittadini: chi ha pensato, autorizzato e consentirà di deturpare il profilo naturale della collina evidentemente non ama Crenna e nemmeno la città di Gallarate. E’ interesse di tutti evitare un nuovo scempio del territorio gallaratese» concludono da Legambiente. Nel 2015 il piano era già tornato di attualità, la giunta Guenzani aveva cercato una «mediazione» con l’operatore ma escludeva la possibilità di bloccare l’intervento.

Dall’associazione fanno presente che «lo spazio per la nuova costruzione di fatto non c’è». «Proprio per ricrearlo artificialmente, un primo intervento dei costruttori ha modificato pesantemente il profilo collinare con colate di cemento, terrazzamenti fatto con materiale di riporto».

«Il profilo della collina è da sempre inalterato – osservano gli abitanti – Perché deturpare l’ambiente collinare in cui siamo nati, in cui viviamo e che amiamo?» dicono gli attivisti locali, che comunicano con la pagina Legambiente Gallarate Bene Comune e si trovano al primo mercoledì del mese alla Cuac di Arnate. «Quest’angolo di collina è patrimonio di tutti i cittadini di Gallarate, così ci è stato affidato da nostri avi e nostro compito è quello di trasmetterlo inalterato alle generazioni future».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Febbraio 2018
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