Il baritono entra in classe e la scuola si trasforma in trampolino dei sogni

Un appuntamento casuale con la musica risveglia il grande interesse per la lirica in due classi delle medie. “Da grandi vogliamo lavorare alla Scala”

Gli alunni della Galilei alla Scala di Milano

Anna è seduta al suo posto e ascolta Leporello che canta: ad occhi aperti si immagina tra qualche anno sul palco della Scala. Marco sorride col compagno, ma poi, arrivato a casa, accende il computer e sulla tastiera digita “il Barbiere di Siviglia“: quello che trova su wikipedia gli servirà nella vita; e chissà, magari anche lui canterà come quel signore venuto a scuola a raccontare di quella musica che mai morirà.

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Una speciale lezione di musica 4 di 9

I ragazzi delle terze dell’istituto comprensivo Vittorio Sereni di Germignaga infatti lunedì scorso hanno assistito ad una lezione speciale: con loro c’era Giorgio Valerio, baritono del coro della Scala di Milano arrivato per parlare della macchina dello spettacolo, dell’opera, il palco, gli attori e i segreti di un mestiere capace di far sognare e vivere in una dimensione che solo la musica può creare.

E gli alunni sono stati letteralmente rapiti dalla sua voce.

«È cominciato tutto qualche tempo fa quando durante una lezione sul melodramma, un mio studente ci parlò di quel parente che cantava alla Scala: nel giro di due giorni avevamo il numero di telefono e la risposta: “Certo che vengo da i ragazzi” – spiega Simonetta Rondolini, insegnante di musica – E così è stato: lunedì scorso il signor Valerio è arrivato da noi e ha raccontato la sua esperienza».

Ma non è stata una lezione come tante, perché ad un certo punto l’aula si è riempita di vera e propria gioia quando Leporello, servitore di Don Giovanni elenca a Donna Elvira in “Madamina il catalogo è questo” il numero delle conquiste del suo padrone nei diversi Paesi europei:

“In Italia seicento e quaranta;
In Almagna duecento e trentuna;
Cento in Francia, in Turchia novantuna;
Ma in Ispagna son già mille e tre.”

Oppure, ancora, col Barbiere di Siviglia, nel celebre brano La Cavatina: “Largo al factotum della città”: chi non l’ha mai cantata?

Presto a bottega,
che l’alba è già.
La ran la lera
la ran la là.
A che bel vivere,
che bel piacere
per un barbiere
di qualità!

Insomma: i ragazzi sono andati in visibilio, ed ecco che l’opera diventa la novità da scoprire, approfondire e studiare con gioia, pensando alla forza che riesce a trasmettere la profondità della voce di un solo uomo.

«Alla fine della lezione molti dei miei studenti hanno chiesto informazioni. Una ragazza, che già va a lezione di danza classica, molto emozionata, mi ha detto di sognare, un giorno, di andare alla Scala ad esibirsi, e di voler entrare nel corpo di ballo del famosissimo tetro milanese. Altri hanno chiesto, interessati. Altri ancora hanno confessato di aver cercato in rete su wikipedia il libretto dell’opera».

Una lezione di grande successo, tanto che si sta pensando di invitare nuovamente il corista della Scala e ritagliare per l’anno prossimo un progetto, una sorta di “avvio all’opera”.

E, naturalmente, un’uscita a quella meraviglia del mondo che è il teatro della Scala di Milano.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 02 Marzo 2018
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