Disoccupazione al 6,5%, mai così bassa dall’inizio della crisi

ll picco del 9% fu toccato nel 2015. Il mercato del lavoro in provincia di Varese nell’analisi dell’Ufficio studi e statistica della Camera di Commercio su base dati Istat  

operai prima

Sono lontani i tempi in cui il sindacato in provincia di Varese si preoccupava se la disoccupazione superava la soglia del 3%. E anche quando saliva oltre quel limite c’era sempre “l’ammortizzatore sociale” svizzero a correre in aiuto e ad assorbire i lavoratori espulsi dal mercato del lavoro italiano.

Tasso di disoccupazione

Con la crisi tutto è cambiato. Secondo i dati del portale Osserva della Camera di Commercio di Varese il tasso di disoccupazione dopo il 2008 è salito progressivamente dal 5,1% del 2010 al 9%  del 2015, oltre un punto percentuale rispetto a quello regionale (7,9%). Dal 2016 ha ripreso a scendere, passando dall‘8.2%  al 6,5% del 2017, il punto più basso dall’inizio della crisi, una diminuzione di ben due punti e mezzo percentuali rispetto al picco della crisi registrato nel 2015.  Questo significa che le persone disoccupate sono diminuite dalle 36mila dello stesso 2015 alle attuali 27mila. Resta, infine, la differenza di genere: la disoccupazione al femminile, pur scendendo dall’11% del 2016 al 7,8% dello scorso anno, rimane più alta di quella al maschile, ora al 5,4%. 

CRESCE L’OCCUPAZIONE
L’Ufficio studi dell’ente camerale, che ha elaborato i dati resi noti dall’Istat, sottolinea inoltre  il miglioramento del tasso di occupazione passato dal 63,7% del 2015 al 67,6%. In tale direzione va poi anche il dato delle assunzioni che nel 2017 hanno fatto segnare un confortante +17,2%, raggiungendo quota 121.320 contratti stipulati tra gennaio e dicembre. Tasso di occupazione

In particolare, nel 2017 si è osservato che gli avviamenti al lavoro sono sempre restati al di sopra del livello delle cessazioni. Questo a eccezione dell’ultimo trimestre, in cui è normale osservare un maggior numero di interruzioni dei rapporti di lavoro con l’approssimarsi della fine dell’anno e la “fisiologica” discontinuità dei contratti.

IN AUMENTO I CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO
La quota dei contratti a tempo determinato (70,5%) è in aumento in valore assoluto, rispetto allo scorso anno, quando erano 6mila in meno. I contratti a termine, quindi con una scadenza, raggiungono la quota dell’87,8%, relegando quelli a tempo indeterminato al 12,2%.

Tornando invece ai dati Istat sul tasso di disoccupazione, in miglioramento anche le cifre relative alle giovani generazioni. Qui l’indicatore scende dal 32,1% del 2015 al 29,3% dello scorso anno. Una diminuzione che, peraltro, non deve far abbassare l’attenzione rispetto alla situazione di questa fascia di popolazione, che comprende ragazze e i ragazzi tra i 15 e i 24 anni, escludendo quelli ancora inseriti nel percorso scolastico.

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Pubblicato il 19 Marzo 2018
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da cladico

    Vergogna !! più del 70% a tempo determinato!! e non si parla di retribuzioni, sono in diminuzione anche loro, le imprese approfittano dell’abbondanza di poveretti (specie giovani) disoccupati….

  2. Gianfredo Ruggiero
    Scritto da Gianfredo Ruggiero

    Per l’ISTAT è sufficiente lavorare un giorno alla settimana per essere considerati occupati.
    Queste statistiche, lontane dalla realtà, servono solo a fare inc…re i disoccupati e gli sfruttati e a far gongolare i nostri politici di governo.
    Saluti.
    Gianfredo Ruggiero

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