La denuncia e il processo non fermano la persecuzione: lo stalker finisce in carcere

L'ex compagno era già finito in tribunale dopo che nel 2017 la donna aveva denunciato. Ma da allora la situazione è peggiorata ancora

commissariato busto arsizio polizia

Un uomo di 45 anni è stato arrestato dalla Polizia di Busto sulla base di una ordinanza di custodia cautelare in carcere: è accusato di stalking verso la ex, durato anni e aggravatosi persino nei mesi in cui l’uomo era sotto processo per precedenti episodi.

Un anno fa circa il Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio aveva notificato all’uomo, cittadino tunisino, l’ordinanza del GIP che gli vietava di avvicinarsi alla donna con la quale aveva avuto una relazione e che perseguitava da anni. La vicenda era venuta allora alla luce quando la vittima, non sopportando più la pressione alla quale era sottoposta, si era presentata negli uffici di via Ugo Foscolo per sporgere denuncia.

Dal suo racconto era emerso che, dopo che lei aveva posto fine alla relazione con il tunisino già incline all’abuso di alcool, questi, non rassegnandosi alla separazione, non le aveva concesso tregua rivolgendole pesanti minacce di morte (“ti brucio con la benzina”), appostandosi fuori di casa sua o dal luogo di lavoro, pedinandola durante gli spostamenti, aggredendola fisicamente o insultandola ogni volta che riusciva ad avvicinarla.

Gli agenti nel 2017 avevano trovato riscontro alla denuncia della donna: non solo avevano verificato la presenza dei messaggi minatori sul cellulare della vittima e ricevuto conferme dai testimoni, ma avevano anche direttamente constatato, grazie alle telecamere installate lungo il perimetro del Commissariato, che l’indagato era arrivato al punto di seguire la donna persino quando era entrata nei locali del Commissariato di via Foscolo per sporgere denuncia.

Da qui la denuncia per stalking e l’emissione della misura cautelare, richiesta al GIP dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio che aveva coordinato le indagini della Polizia di Stato.

Il divieto di avvicinamento tuttavia non è stato sufficiente a far desistere l’uomo dalle sue azioni persecutorie. La ex, chiamata a deporre in Tribunale dove si sta svolgendo il processo, ha spiegato che l’ex negli ultimi mesi aveva ricominciato a seguirla, ad appostarsi quasi quotidianamente fuori dai luoghi da lei frequentati e a rivolgerle minacce e offese.

Queste rivelazioni hanno spinto la Procura della Repubblica a richiedere l’aggravamento della misura cautelare e il Tribunale a sostituire il divieto di avvicinamento con la custodia cautelare in carcere. L’uomo, privo di stabile dimora, è stato rintracciato ieri pomeriggio dagli uomini del Commissariato nei dintorni della stazione ferroviaria e portato in carcere.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Marzo 2018
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