Lombardia regina del venture capital

Secondo il decimo rapporto dell'osservatorio attivo presso la Liuc Business School, il 2017 si è chiuso con 57 nuovi investimenti, erano 92 del 2016 (-38%)

finanziare l'impresa anna gervasoni

Presentato il X rapporto di ricerca Venture Capital MonitorVeMTM realizzato dall’Osservatorio attivo presso la Liuc business school insieme ad AIFI. Il 2017 si è chiuso con 57 nuovi investimenti, una decrescita rispetto ai 92 del 2016 (-38%). Il motivo di tale diminuzione è legato all’attività di alcuni operatori che si è concentrata nell’attività di fundraising al fine di porre le basi per nuovi investimenti che vedranno la luce nel corso dei prossimi anni. Inoltre, una parte degli operatori ha concentrato le proprie attività negli investimenti dedicati ai round successivi al primi; questo lo vediamo con la crescita dei follow on che sono passati dai 10 del 2016 ai 21 dello scorso anno.

«Tra le attività che daranno slancio al venture capital è fondamentale citare la piattaforma ITAtech, realizzata da Cassa Depositi e Prestiti e Fei per supportare i processi di trasferimento tecnologico» dice Innocenzo Cipolletta, presidente di AIFI. «Questa nuova iniziativa permetterà il moltiplicarsi di progetti che riceveranno fondi e potranno quindi affermarsi nel mercato dell’innovazione».

Il numero degli investitori attivi (coloro che hanno fatto almeno un’operazione durante l’anno) si attesta a 69 (a cui si aggiunge la categoria dei business angel), -16%, rispetto al 2016 dove erano 82; il numero degli investimenti è stato pari a 153 (erano 205 nel 2016); in merito alla provenienza degli investitori, il numero dei deal realizzato da operatori stranieri, 21%, è in linea con lo scorso anno. I business angel hanno partecipato a oltre 20 operazioni molto spesso in affiancamento a un operatore di venture capital; questo dimostra come ci sia sinergia e un buon livello di cooperazione tra le due categorie di operatori.

«Il 2017 vede una crescita dei follow on segno che l’attività del fondo di venture capital non si limita a un semplice investimento iniziale ma è l’avvio di un percorso che vede l’affiancamento dell’operatore al progetto» afferma Anna Gervasoni, che presiede il Comitato scientifico del Venture Capital Monitor – VEM «Tale attività serve per permettere alla società di fare il salto affermandosi nel proprio mercato di riferimento».

TIPOLOGIA, AMMONTARE E DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA
Per quanto riguarda le operazioni di seed capital, l’investimento medio è di 0,5 milioni di euro per l’acquisizione di quote del 23%. Nelle operazioni di startup, l’ammontare medio, per il 2017, è stato di 3,4 milioni di euro per rilevare una quota media di partecipazione pari al 33%. La Lombardia è la regione in cui si concentra il maggior numero di operazioni e che continua a crescere coprendo il 37% del mercato (era il 33% nel 2016). Seguono Lazio con il 23% ed Emilia Romagna con il 9% del totale delle operazioni realizzate in Italia.

Dal punto di vista settoriale, l’Ict monopolizza l’interesse degli investitori di venture capital che cresce negli investimenti raggiungendo una quota del 39% (era il 37% nel 2016); in questa categoria si segnala la diffusione di applicazioni web e mobile riconducibili ad app innovative. In aumento il terziario avanzato con il 16% e i servizi finanziari, 12% a seguito del sempre più crescente impatto delle attività fintech.

FOLLOW ON
Sono stati mappati 22 round di finanziamento successivi al primo rispetto ai 10 del 2016. L’ammontare è passato dai 30 milioni ai 43 milioni di euro. Complessivamente le operazioni (initial e follow on) sono state 78 per un ammontare totale di 208 milioni di euro (nel 2016 erano 102 per 220 milioni di euro).

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Marzo 2018
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