Rsa Aperta, La Provvidenza: “Serve qualche correzione alla delibera 7769”

Secondo il direttore Trama circa un terzo degli utenti ha registrato discontinuità nell'erogazione dei servizi: "Sono ragionevolmente certo che verranno rivisti i criteri"

istituto la provvidenza

L’entrata in vigore della delibera di Giunta Regionale 7769/2018, che ridisegna i servizi offerti dalla Regione nelle Rsa aperte, sta sollevando numeose polemiche tra le famiglie degli utenti che, in alcuni casi, si sono visti tagliare di netto un servizio molto utile come quello dell’igiene personale o quello del centro diurno.

Sono già 4 gli utenti che hanno contattato Varesenews per segnalare le difficoltà incontrate, due di questi sono de La Provvidenza. Abbiamo chiesto all’istituto La Provvidenza, la casa di riposo più importante di Busto Arsizio, quali sono state le difficoltà incontrate e come sono state affrontate, a fronte di questo cambio.

Alla luce delle valutazioni fatte a domicilio con le nuove indicazioni previste dalla DGR 7769/2018 e la successiva circolare anche a La Provvidenza sono emerse delle criticità in termini di servizi da erogare e di numero di interventi ma riferite solo ad alcuni utenti. Due dei casi che vi abbiamo fin qui raccontato (quello di Emanuele Fiore e quello di Nicola Fabbri), riguardano proprio la Provvidenza che ne è a conoscenza e sta cercando di proporre soluzioni.

L’Istituto si è limitato ad applicare le nuove regole previste e a comunicare agli utenti i risultati delle proprie visite che hanno determinato la modifica, la prosecuzione o la limitazione dei progetti relativi del servizio di Rsa Aperta.

La Provvidenza ha avuto circa il 33% di casi di discontinuità nell’erogazione dei servizi. Dopo un confronto con altre strutture affermano di essere in linea con le altre RSA e che la discontinuità è legata alla pura applicazione dei criteri previsti dalla DGR.

Il direttore Luca Trama è convinto che Regione Lombardia terrà presenti i risultati di queste valutazioni esi definisce «ragionevolmente certo che verranno rivisti i criteri di inclusione o erogazione. Come sempre L’Istituto La Provvidenza si pone in un’ottica di condivisione e collaborazione nei percorsi assistenziali e territoriali».

L’Ente, infatti, ritiene che solo attraverso un tavolo regionale possano essere discusse ed eventualmente modificate le misure oggi previste, «nella fattispecie attraverso un Ente che ci rappresenta che è Uneba, come sempre avvenuto. Teniamo a sottolineare che Ats Insubria e Regione Lombardia hanno sempre dato ad Uneba, la nostra associazione di categoria che ci rappresenta, occasione di confrontarci su tavoli di lavoro regionali appositamente dedicati».

La stessa DGR dà indicazioni di collaborare per fornire alle persone già in carico da tempo informazioni in caso di interruzione del servizio o di cambiamento del profilo di servizi erogati, di accompagnare verso nuove soluzioni gli utenti che non potranno più usufruire del servizio Rsa Aperta con particolare attenzione alle persone che hanno fino ad oggi beneficiato del servizio nella transizione dal vecchio al nuovo sistema di erogazione dell’Rsa Aperta domiciliare.

Nel caso di problematicità su casi specifici, infine, la Rsa deve collaborare con le ATS/ASST per trovare soluzioni ad hoc: «Provvidenza in questo caso ha già prontamente comunicato e documentato alla ATS tali casi specifici e siamo in attesa di riscontro da comunicare agli utenti».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 28 Marzo 2018
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