Vaccinazioni in gravidanza: il Del Ponte offre l’antipertosse

L'ospedale Del Ponte da aprile offrirà il servizio gratuitamente alle donne al settimo mese. Si tratta del primo ambulatorio in Lombardia

feto ecografia gravidanza

Vaccinarsi contro la pertosse. Primo caso in Lombardia, l’ospedale Del Ponte di Varese offre un’importante opportunità alle donne gravide.

«In un contesto in cui i vaccini sono un tema di scottante attualità, – spiega il Prof. Fabio Ghezzi, direttore della Rete Integrata Materno Infantile della ASSt dei Sette Laghi – l’introduzione della vaccinazione anti-pertosse alle donne in gravidanza, consigliata dal nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, rappresenta una sfida che ho accolto con entusiasmo affinché si giunga all’istituzione di un percorso dedicato alle vaccinazioni in gravidanza da effettuarsi anche al di fuori dei centri vaccinali, in ambito ospedaliero. L’obiettivo è quello di offrire alle future mamme una pratica molto preziosa che all’estero è già consolidata: l’immunizzazione delle donne al terzo trimestre di gravidanza per proteggere i loro neonati dal rischio di contrarre malattie gravi come la pertosse. Abbiamo pensato che la soluzione migliore per combattere diffidenza e disinformazione sia quella offrire la vaccinazione direttamente nei reparti di maternità, dove professionisti con specifica preparazione in ambito ostetrico e perinatale possono dare un’informazione e una comunicazione autorevoli e competenti».

Il servizio sarà attivo a partire dal prossimo mese di aprile e sarà rivolto alle donne residenti in Lombardia e che godono della copertura del SSN (per chi che non rientra in questa categoria, il riferimento rimane il centro vaccinale di residenza).

L’ASST Sette Laghi ha così creato un tavolo di lavoro per introdurre l’esecuzione del vaccino anti-pertosse anticipando i tempi di Regione Lombardia. Al tavolo sono seduti i rappresentanti delle strutture aziendali coinvolte nella definizione di questo servizio, compresi i rappresentanti di Area Territoriale, dando attuazione concreta alla filosofia della “rete integrata”. Oltre al prof.  Fabio Ghezzi, quindi, hanno collaborato le dott.sse Antonella Cromi, Debora Balestreri e Carlo Bulgheroni in rappresentanza dei tre punti nascita della ASST, la dott.ssa Anna Iadini, referente della Direzione Medica per l’Ospedale Del Ponte, il dott. Gianfranco Macchi e la dott.ssa Augusta Diani in rappresentanza delle aree territoriali, la dott.ssa Vania Ferrari, Direttore della Struttura Sistemi d’Accesso, i dottori Antonio Staffa e Nadia Ferrari per il DAPSS), la dott.ssa Anna Malesci, Direttore della Farmacia e Cristina Crosta in qualità di coordinatrice degli ambulatori del Padiglione Ottagono.

Nell’ultimo decennio, in molti paesi sviluppati si è assistito ad un preoccupante aumento dei casi di pertosseNegli ultimi 10 anni nella nostra regione si sono verificati mediamente 85 casi di pertosse (136 nel 2016), di cui il 35% nella fascia d’età 0-4 anni. Il vaccino ha una copertura di 7/8 anni e viene consigliato alla donne in gravidanza proprio per dare copertura al neonato nei primi mesi della sua esistenza. L’antipertosse fa parte delle vaccinazioni diventate obbligatorie con la Legge Lorenzin e la prima dose di vaccino è prevista a partire dal secondo mese di vita.

«La pertosse può essere grave per chiunque – spiega il professor Massimo Agosti , responsabile del Dipartimento Donna e Bambino – per il neonato può essere pericolosa per la vita, con un rischio di mortalità di circa 1 su 200. Circa la metà dei bambini di età inferiore a 1 anno che contraggono la pertosse viene ricoverata in ospedale. Più il bambino è piccolo, più è probabile che necessiti di cure ospedaliere a causa delle complicanze dell’infezione, quali crisi respiratorie gravi, polmonite, convulsioni».

Perché fare il vaccino in gravidanza? Lo spiega la prof.ssa Antonella Cromi, Responsabile S.S. Patologia della Gravidanza: «Quando la donna viene vaccinata per la pertosse durante la gravidanza, il suo organismo produce anticorpi protettivi che passano attraverso la placenta al bambino prima della nascita. Questi anticorpi forniscono al neonato una protezione passiva, a breve termine (gli anticorpi materni persistono nel sangue del neonato per un tempo limitato di tempo). Le linee guida internazionali suggeriscono come epoca gestazionale ideale per effettuare la vaccinazione il periodo tra la 27 e la 36 settimana di gestazione (il piano vaccinale regionale indica la 28° settimana come l’epoca ideale): sembra che questo sia il momento ottimale per garantire la migliore concentrazione di anticorpi nel neonato alla nascita e la loro persistenza nei primi mesi di vita, finché non potrà a sua volta essere vaccinato. Le donne non devono averi timori sulla sicurezza del vaccino anti pertosse-tetano-difterite in gravidanza, perché questa pratica è stata valutata in studi clinici che hanno coinvolto centinaia di migliaia di coppie mamma/neonato e non hanno dimostrato rischi aumentati di complicanze materno-fetali legate alla somministrazione del vaccino. In molti paesi, dall’Inghilterra agli Stati Uniti, all’Australia questa pratica è ormai routinaria da diversi anni. Proprio grazie all’esperienza pluriennale di queste nazioni, sappiamo che l’efficacia del vaccino eseguito in gravidanza nel prevenire l’infezione neonatale a 2 mesi di vita è superiore al 90%. Strategie preventive alternative come quella di vaccinare la madre e i familiari più stretti alla nascita del neonato non si sono dimostrate altrettanto efficaci, pertanto tutte le autorità sanitarie internazionali considerano la vaccinazione anti-pertosse in gravidanza come la strategia più efficace per prevenire l’infezione neonatale».

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Pubblicato il 13 Marzo 2018
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