Brividi di gioia al PalaDozza, l’Openjobmetis festeggia anche a Bologna

Rimonta vincente nei biancorossi dopo l'intervallo: nel finale thriller Varese va a +7 e poi rischia tantissimo, ma Slaughter sbaglia l'ultimo appoggio. Ora è piena zona playoff per la squadra di Caja

basket Openjobmetis Varese - Fiat Torino 89-92

Dal nostro inviato – Brividi di timore prima, brividi di gioia poi. Brividi di paura a nove decimi dalla fine, brividi d’amore alla sirena. E poi quel coro antico, “Forza Varese”, ripetuto dieci volte, a sottolineare che anche Bologna è caduta, sul suo campo, sotto i colpi della miracolosa Openjobmetis di questi tempi. Decima vittoria in dodici gare – quanto ci piace ripetere il conteggio ogni domenica – posizione playoff confermata anche grazie alla caduta di Sassari, conferma di essere la mina vagante di un campionato in cui c’è posto eccome anche per la banda di Attilio Caja.

Al PalaDozza, che ribolle di caldo e di passione come sempre, Varese strappa due punti pesanti per la rincorsa-qualificazione: 69-71 il finale, con un rischio grande come una casa a 9 decimi dalla fine, quando una rimessa di Larson viene sbagliata e quando Bologna costruisce un lancio lungo che per poco Slaughter non tramuta in pareggio (dopo uno spintone a Cain). Ma per la Virtus, a quel punto, serviva un miracolissimo perché la Openjobmetis era stata brava a inventarsi, ancora una volta, uno sprint lungo e vincente nel periodo decisivo. Sotto di 5 alla terza sirena, Varese ha raddrizzato definitivamente la mira, trovato qualcosa da Okoye fino a lì impalpabile e consegnato ad Avramovic i palloni per chiudere i conti. Il serbo, colpito da un oggetto (palla di carta?) mentre era già in lunetta, dimostra una volta di più di avere gli attributi, segnando due liberi decisivi subito dopo. Ma, come dirà Ferrero nel dopo gara – vi rimandiamo alle interviste – anche stavolta la vittoria è stata costruita dalla squadra intera, e questa è sempre la notizia migliore per quei complessi privi di stelle designate.

Certo, applausi pesanti vanno sul conto di Larson: le tre triple nel terzo periodo hanno fatto crollare il vantaggio, anche in doppia cifra, della Virtus e con esso le certezze costruite dai bianconeri. A quel punto la Segafredo ha iniziato a subire una difesa ferrea degli uomini di Caja, che hanno fatto perdere sicurezza ai padroni di casa. E pazienza se poi lo stesso Larson nel finale – due palle perse, 0/2 ai liberi – abbia leggermente intaccato una partita comunque grande. Questa Varese ha risorse per superare anche le sbavature, e la gente vestita di biancorosso presente in piazza Azzarita ha spremuto tutto il suo amore per un gruppo che sta facendo un percorso davvero incredibile.

COLPO D’OCCHIO

Giornata quasi d’estate anche a Bologna e interno del PalaDozza, di conseguenza, bollente non solo per la passione delle tifoserie. Davvero tanti i tifosi arrivati da Varese che imbottiscono letteralmente il settore dedicato; oltre 100 quelli sui pullman del trust, altrettanti quelli che si sono mossi con mezzi propri. Muro bianconero dalla parte opposta e palazzo di piazza Azzarita non lontano dall’esaurito: roba davvero d’altri tempi. Purtroppo al di fuori della struttura ci sono stati alcuni scontri tra gli ultras delle due squadre: quelli biancorossi non sono poi entrati al palasport.

PALLA A DUE

Tutto come previsto al momento di scendere in campo: Caja ha tutti gli effettivi e propone il quintetto già visto dopo l’infortunio di Wells, quindi con Avramovic guardia titolare. Sul fronte opposto Ramagli dà spazio fin dall’inizio al giovane Pajola, prodotto dal vivaio Virtus, e sceglie la coppia Baldi Rossi-Slaughter sotto i tabelloni. Assenti sia Ale Gentile si Umeh, ma a Bologna attendono il sì di Jamil Wilson, già visto a Torino.

LA PARTITA

La Segafredo mette fin da subito tanta energia sul parquet, una mossa che pare disorientare un po’ la Openjobmetis, abituata a partire forte. Varese ha come al solito il merito di non farsi scappare Aradori e compagni: un paio di triple al momento giusto tengono a breve distanza una Virtus avanti 22-18 al 10′.
Il problema di Caja è che Stan Okoye fatica a ingranare. Anzi, è più dannoso che inutile per il bilancio biancorosso: la voglia del nigeriano di trovare i primi punti lo porta a strafare e rompere i giochi. La Virtus ne approfitta, avanza con Aradori e Baldi Rossi e tiene gli ospiti a soli 10 punti nel secondo periodo (dopo quasi 5′ a secco). L’intervallo arriva sul 36-28 e tutto sommato a Varese va bene così.
Poi però la Segafredo prova a dare la spallata decisiva e a un certo punto sembra riuscire nel suo piano con il +11 al minuto 22. Poi lì la partita inizia a girare: antisportivo ad Aradori, tripla di Avramovic e quindi lo show – breve ma intenso – di Tyler Larson. Il play pescato in Belgio si scalda con un canestro in entrata e soprattutto piazza ben tre triple nell’arco di pochi minuti, cesti che riaprono del tutto la partita e mettono parecchi dubbi alle Vu Nere, pur capaci di riprendere un minimo di margine (52-47) alla mezz’ora.

IL FINALE

Varese però, anche stavolta, è in missione: il lampo di Tambone (5 punti) spiana la strada a una rara ma pesante bomba di Okoye, a questo punto ormai iscritto alla partita. Stan aggiunge due stoppate ma anche i punti del +5 nel cuore del quarto periodo, poi però Varese non riesce a chiudere i conti. La Virtus risale e rosicchia, con un Lafayette imperfetto ma volenteroso e con uno Stefano Gentile freddo in più occasioni. Non abbastanza però, perchè i biancorossi costruiscono ancora giocate e punti, segnando con Cain un preziosissimo +7 a 1’35” dalla fine. Il momento, maledetto, del “braccino”. Una palla persa, qualche tremore ai liberi (1-4 tra Avramovic e Larson) mentre dall’altra parte la Virtus ritrova speranza. Poi il delirio: Aleksa sfugge alla difesa, i tifosi vogliono un’infrazione di passi e quando il serbo va in lunetta piove di tutto in campo. Anche qualcosa che colpisce il numero 4 biancorosso che però, glaciale, mette i personali a 5” dalla fine. Basta? No: Bologna segna subito, Caja chiama timeout a 9 decimi dalla fine ma Larson sbaglia la rimessa, solo toccata da Vene. Ci sono quattro decimi per un lancio lungo della Segafredo, per una spinta di Slaughter a Cain e per un tiro carpiato del pivot di casa, beffato però dal ferro del canestro. La festa biancorossa non è intaccata, Varese passa anche qui.

SEGAFREDO BOLOGNA – OPENJOBMETIS VARESE 69-71
(22-18, 36-28; 52-47)

V. BOLOGNA: Lafayette 19 (2-6, 1-6), Pajola 3 (1-5 da 3), Aradori 20 (4-6, 3-10), Baldi Rossi 12 (3-8, 2-5), Slaughter 9 (4-8); Ndoja 2 (0-1 da 3), S. Gentile 12 (2-5, 2-3), Lawson 2 (1-1, 0-). Ne: Chessari, Jurkatamm. All. Ramagli.
VARESE: Larson 14 (1-3, 4-6), Avramovic 17 (2-3, 3-6), Okoye 9 (0-3, 3-9), Vene 10 (0-1, 3-5), Cain 10 (3-5); Natali 2 (1-1), Tambone 5 (1-1, 1-3), Ferrero 2 (1-1, 0-1), Delas (0-1), Dimsa 2 (1-1). Ne: Bergamaschi, Ivanaj. All. Caja.
ARBITRI: Mazzoni, Sardella, Galasso.
NOTE. Da 2: B 16-34, V 10-20. Da 3: B 9-31, V 14-30. Tl: B 10-13, V 9-13. Rimbalzi: B 34 (14 off., Baldi Rossi, Slaughter 9); V 30 (7 off., Avramovic, Okoye, Cain 6). Assist: B 10 (Aradori 3); V 16 (Tambone, Larson 5). Perse: B 11 (Aradori 3); V 18 (Larson 4). Recuperate: B 10 (Lafayette 3); V 7 (Vene, Cain 2). Usc. 5 falli: Baldi Rossi. F. antisportivo: Aradori (23.40). Spettatori: 5.000 circa.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Aprile 2018
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