Gli ambientalisti contro il motocross nel Parco del Rugareto

L'associazione Cipta definisce l'attività sportiva incompatibile con l'area verde e critica anche chi vede nel motocross un deterrente per gli spacciatori

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Il Cipta, l’associazione che tutela l’ambiente del Medio Olona, si scaglia contro il Motocross nel parco del Rugareto. Sabato 7 aprile, infatti, è iniziata la stagione del motocross a Gorla Minore, nei boschi del Parco.

«Difficile non accorgersene per chi abita nelle vicinanze della circonvallazione – fanno sapere dall’associazione -: come ormai avviene da anni si avverte, fin dal mattino, l’assordante rumore dei tubi di scappamento delle moto che si prolunga fino al tramonto».

L’associazione non gradisce questa attività, seppur legittima, in quanto arreca comunque danno all’ambiente. «L’apertura dei boschi a gare di Motocross e di Enduro, pur rispondendo ad una legittima passione, danneggia l’ambiente e il paesaggio: nei boschi esistono equilibri delicati da rispettare e l’aggressione di aree soggette a dissesto per il passaggio di veicoli a motore causa, oltre che inquinamento ambientale, anche un pesante inquinamento acustico che impatta sulla fauna e sull’ambiente aggravando l’impoverimento del territorio, già compromesso dalle tante fonti di degrado presenti».

Per Cipta onlus, dunque, appare inopportuno che aree sottoposte a vincoli di protezione e salvaguardia ambientale, come è di fatto il P.L.I.S. del Rugareto, siano utilizzate come piste da Motocross e più in generale che il nostro patrimonio boschivo sia la sede impropria e inidonea per ospitare questo genere di manifestazioni.

Ad accrescere la contrarietà degli ambientalisti si aggiunge la presenza di qualche motociclista poco rispettoso dei vincoli che comunque sono stati posti a tale attività: «Ci rincresce inoltre constatare che, nonostante la maggioranza dei partecipanti a queste manifestazioni sia composta da persone serie e rispettose dei vincoli, vi sono purtroppo parecchi soggetti che attraversano e utilizzano tutti i boschi circostanti (e non solo!), per allenarsi o recarsi alla pista nonostante il divieto di circolazione di mezzi non autorizzati imposto dal PLIS».

Le conseguenze di questi vandalismi sono la distruzione, talvolta irreparabile, dei sentieri sottoposti al passaggio improprio e ripetuto di mezzi meccanici, danni in particolare su terra battuta con fondo bagnato, nelle zone prative e boschive, pregiudicandone la frequentazione con notevoli disagi per gli escursionisti, camminatori e appassionati alla ricerca di un ambiente salutare, integro e sicuro.

Gli attivisti sono scettici anche su un altro aspetto, emerso nei giorni scorsi su alcuni articoli di stampa: «Hanno detto che il motocross batterà lo spaccio. Ci sorge spontanea una domanda: come può una pista di motocross risolvere il problema dello spaccio nei confronti del quale anche le forze dell’ordine, nonostante tutti gli sforzi, sembrano impotenti? È pur vero che la frequentazione dei boschi da parte non solo degli appassionati del verde, ma anche da parte degli sportivi, può costituire un buon deterrente dall’insediarsi di attività illecite. Ma detto questo c’è sport e sport».

Le conclusioni del Cipta:«Ttante sono le problematiche delle nostre aree boschive (abbiamo accennato solo ad alcune) ma tanti, ne siamo certi, sono anche i gorlesi a cui sta a cuore che i nostri boschi siano belli, puliti, fruibili. Non lasciamo sole le Amministrazioni del Parco nel dover gestire le criticità, ma sentiamoci chiamati in prima persona a dare il nostro contributo per tutelare e valorizzare quei preziosi polmoni verdi che sono i nostri boschi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Aprile 2018
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