Prestiti e Malta: Fondazione Comunitaria del Varesotto si tutela

Il presidente Maurizi Ampollini spiega: "Un milione è già rientrato, stiamo vendendo le azioni un po' alla volta. In futuro una commissione ad hoc valuterà investimenti ed operazioni finanziarie"

fondazione comunitaria del varesotto

Le serate di presentazione dei bandi della Fondazione comunitaria del Varesotto sono stati un successo. Le prossime tappe per la onlus sono ravvicinate: il 24 aprile si terrà l’assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio e il 15 maggio è la scadenza per la presentazione delle domande di contributi che quest’anno saranno di 1.350.000 euro.

In questi giorni però a tenere banco è una vicenda di cui si parla da circa un anno e che riguarda gli investimenti finanziari della Fondazione. L’Espresso, nel numero uscito in edicola il 15 aprile, pubblica quattro pagine sugli intrecci tra affari e politica e solleva una serie di questioni che riguardano operazioni svolte a Varese. Si parla di diversi milioni di euro investiti a rischio tra Malta e Mata, una società divenuta nota dalle nostre parti anche per operazioni con il Molina.

“Per quale motivo un ente benefico, che dovrebbe evitare speculazioni finanziarie, si è avventurato fino a Malta per investire in una piccola compagnia di assicurazioni e in una holding come la Investar che a fine 2016, data dell’ultimo bilancio disponibile, vantava mezzi propri per soli 139 mila euro?”
Si domanda Vittorio Malagutti all’interno del suo articolo pubblicato dall’Espresso.

Domanda che abbiamo girato a Maurizio Ampollini, presidente della Fondazione del Varesotto.

«In questi anni degli investimenti si è sempre occupato solo Luca Galli, e il consiglio di amministrazione non è mai intervenuto ad eccezione delle operazioni immobiliari e poco altro. Del resto finora non avevamo mai avuto problemi e lui portava risultati positivi. Con il senno di poi ci saremmo dovuti chiedere come fossero possibili rendimenti tanto alti».

Qual è la situazione attuale degli investimenti con Malta?

«Galli aveva investito in tre diverse realtà per un totale di circa 3,5 milioni di euro. L’Espresso parla di 2,5 milioni nelle obbligazioni Global Capital e della controllante Investar, ma non racconta che abbiamo già recuperato un milione. La Global capital ha da poco fatto un aumento di capitale sociale chiedendo di partecipare, ma noi abbiamo declinato l’invito e in più stiamo operando per vendere quelle obbligazioni ed azioni. Va fatto poco per volta perché il mercato maltese è piccolo non vogliamo perdere soldi. Per ora abbiamo recuperato altri centomila euro. Gli investimenti diversificati, a maggiore ed interessante rendimento, sono stati effettuati anche per beneficiare di flussi finanziari da destinare ad iniziative di utilità sociale nell’ambito delle finalità della Fondazione Comunitaria del Varesotto onlus».

Su questo sempre L’Espresso racconta “che la rotta di Global Capital si incrocia almeno in un’altra occasione con la onlus varesina. Come detto, infatti, tra gli amministratori della società maltese compare il nome di Luca Galli… A luglio di quell’anno, lo stesso Galli entra anche nel consiglio della compagnia di assicurazioni di La Valletta. «Conosco Galli da una decina di anni», ha spiegato Catalfamo a L’Espresso. «Gli ho chiesto di entrare in consiglio proprio per poter sorvegliare da vicino la gestione della compagnia in cui aveva investito la Fondazione che presiedeva».”

Non crede che ci sia stato e ci sia ancora un pesante conflitto di interesse?

«Altroché. Noi avevamo una commissione dedicata agli investimenti, ma non si è mai riunita. Lui per la verità all’inizio aveva chiesto se si volesse delegare questa attività fuori dalla fondazione oppure gestirla in casa. Si scelse questa seconda opzione e si è lasciato sempre fare a lui. Solo il segretario generale era al corrente delle sue operazioni. L’unica operazione che venne bloccata in consiglio fu quella legata all’acquisto di obbligazioni di Rete55. In quell’occasione chiedemmo maggiori informazioni e poi alla fine si decise di non procedere».

In una precedente intervista lei ci parlava dell’intervento della Questio, società legata anche a Fondazione Cariplo per l’esame degli investimenti. Che cosa è successo da allora?

»Questio ha analizzato le varie operazioni affermando che sono stati investimenti illiquidi che hanno poca solvibilità. Ci siamo mossi per il futuro su due fronti costituendo un regolamento molto più stringente e istituendo una nuova commissione sul patrimonio e gli investimenti che lavori collegialmente. Inoltre abbiamo dato un mandato a un legale per dare attuazione alla legge 231 sulla trasparenza. Questo genererà maggiore burocrazia, ma permetterà di avere maggiore trasparenza».

Restando sempre in tema di investimenti, l’Espresso, chiude il suo articolo con altri due punti importanti che riguardano la fondazione. “Le sorprese non mancano. E ancora una volta si corre sul filo del conflitto d’interessi. Galli, in questo caso insieme all’avvocato Gemma, compare tra gli amministratori di Serenissima sgr, a cui fa capo il fondo Real Energy. Ebbene, dai documenti ufficiali risulta che la Fondazione Varesina ha investito 520 mila euro proprio nel fondo Real Energy. Tra il 2016 e il 2017 sono inoltre state comprate obbligazioni e una garanzia ipotecaria per un totale di 1,5 milioni collocate dalla società Mata, a cui fanno capo alcune operazioni immobiliari tra Milano e Pavia. Fino all’estate del 2016 uno dei tre amministratori di Mata era il leghista Galli”.

Come è attualmente la situazione con la Mata?

«C’è una certa preoccupazione e non potevamo immaginare questa situazione. Da mesi abbiamo chiesto una perizia alla Mata per conoscere quanto reali siano le garanzie che hanno dato a copertura dell’investimento. Sappiamo che è una quota del compendio del castello di Belgioso dove c’erano le serre e le scuderie. Siamo in attesa di ricevere questi documenti di cui è informata anche Fondazione Cariplo. Nella seduta in cui Luca Galli ha rassegnato le dimissioni da presidente è venuto anche Carlo Vimercati, (ai vertici della fondazione bergamasca cugina della nostra, ndr) e solo in quella occasione abbiamo saputo che lui era ed è l’amministratore unico della Mata. In quell’occasione cercò di tranquillizzarci sulle garanzie della società».

Teatro sociale e fondazione Varese per l’ambiente sono guidate sempre da Galli…

«Il teatro sociale stava chiudendo e il rischio di speculazioni immobiliari era altissimo. Si trattava di salvate un patrimonio culturale e per questo lo abbiamo acquistato modificando poi la società di gestione in impresa sociale. Una operazione meritoria e importante sotto l’aspetto culturale. Da un punto di vista economico si sa come vanno queste realtà, è già positivo raggiungere un equilibrio. L’altra fondazione è nata tre anni fa per amministrare l’investimento nel fotovoltaico che abbiamo a Venegono. Era un obbligo perché altrimenti avremmo perso lo status di onlus. All’epoca il consiglio era composto solo da persone della fondazione comunitaria. Il 24 ci sarà il rinnovo e Galli non sarà più il presidente e inoltre entreranno rappresentanti delle associazioni ambientaliste».

 

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 19 Aprile 2018
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